NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Giustizia lenta? Ci pensa “Giudice Antonio”

di Tiziano Bullato
bullatot@tvavicenza.it

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Giustizia lenta? Ci pensa “Giudice Antonio”

Passiamo adesso al 14 di ottobre, gli uffici dei carabinieri sono sempre gli stessi, ma questa volta, seduta davanti al luogotenente Giuliano Ziliotto [ultimo a destra nella foto] c'è una donna, 73 anni, residente a Schio. Anche lei comincia a raccontare: «Io e mio marito eravamo proprietari di una abitazione in Schio ma purtroppo, a seguito di sfortunate vicende finanziarie, è stata pignorata e messa all'asta. Nel maggio del 2006 siamo stati sfrattati. Da quel momento mio marito, che già era sofferente di cuore, ha avuto un aggravamento, infatti gli è stata riconosciuta l'invalidità del 100%... Da quel momento mi sono impegnata in tutti i modi per rientrare in possesso della casa, anche per dare un po' di tranquillità a mio marito, come gli avevo promesso sul letto d'ospedale, però tutti i miei sforzi non avevano effetto. Nel mese di giugno di quest'anno un amico di famiglia mi ha detto che conosceva una persona che poteva aiutarci a riavere la casa. Ho conosciuto questa persona in casa dell'amico e si è presentato come Antonio. Ci ha detto che conosceva persone "in alto" che potevano aiutarmi. Successivamente, verso la metà di luglio, si siano incontrati nuovamente e ho consegnato al signor Antonio l'intero fascicolo degli incartamenti. In quella occasione mi ha chiesto 1000 euro in contanti per visionarlo... (in seguito, ndr) il sig. Antonio mi ha chiesto altri 6.650 euro circa in contanti, per le spese connesse alla pratica. I soldi sono stati consegnati da mia figlia verso la metà del mese di agosto. Da allora non ho avuto più notizie del sig. Antonio. Qualche giorno fa, mia figlia mi ha informato che gli organi di informazione avevano dato la notizia di un certo "Giudice Antonio" che aveva truffato numerose persone. Ho visto l'articolo e ho riconosciuto sul giornale la foto del sig. Antonio. Sino ad ora non si sono presentata a rendere denuncia, perché avevo paura di mettere nei guai il mio amico. Il danno arrecatomi è ingente anche perché tutti i miei risparmi ammontavano a circa 10 mila euro in contanti».

Siamo adesso al 12 ottobre del 2009. Sono le 16,20 del pomeriggio e negli uffici dei carabinieri di Thiene ci sono madre e figlia, una di 63 anni e l'altra di 32 anni. Vivono a Zugliano e raccontano la loro storia.

«Mio marito, cardiopatico, invalido civile al 100%, fino al mese di luglio 2009 era solito frequentare l'agriturismo "All'Isola" sito in Fara Vicentino. Da circa due anni accompagnavo personalmente mio marito presso il citato esercizio pubblico, poiché lo stesso, come già detto, è cardiopatico e quindi non guida la macchina. Nell'anno 2006 conoscemmo una persona, anch'essa frequentatore del locale, che si presentò come Baù Antonio, Giudice in sevizio al Tribunale di Bassano del Grappa. Dopo poco tempo nacque un rapporto confidenziale, e quindi parlammo con il Giudice e ci confidammo dicendo che era nostra intenzione tirare fuori i confini su un terreno agricolo di nostra proprietà sito nel comune di Monte di Malo. Il giudice Antonio offrì subito la sua collaborazione riferendo che ci avrebbe pensato lui, con il geometra del tribunale a mettere i picchetti sul terreno. Per tale operazione chiese e ottenne euro 3000. Somma, in contanti, consegnata dalla sottoscritta al Giudice Baù. Nella circostanza il Giudice Baù riferì che il denaro era servito a pagare il geometra e non per lui. Il suo interessamento era solo per amicizia. Durante il sopralluogo il Giudice Baù riferì che il terreno in questione valeva molti soldi, tanto da dire la testuale frase: 'Avete una banca in mezzo ad un campo' proponendoci di costruire case ed appartamenti per poi rivenderli e guadagnare tanti soldi. Nella circostanza disse che avrebbe sbrigato tutte le pratiche ed essendo Giudice disse che aveva molte conoscenze sia a Venezia che in altri uffici e che poteva accelerare i tempi burocratici. Per tale operazione chiese ed ottenne 4000 euro, somma pagata dalla sottoscritta in contanti, senza ricevere alcun tipo di ricevuta... In seguito il giudice Baù chiese e ottenne soldi e precisamente altri 3.200 euro pagati in due volte, sempre in contanti, soldi che sarebbero serviti per verificare i picchetti sul terreno in questione, poiché a suo dire erano stati rimossi. Nel mese di aprile 2008 il Giudice Baù si consigliò di donare tutte le proprietà della famiglia a mia figlia... a quel punto in data 18/04/2008, avendo piena fiducia nel Giudice Baù, facemmo un atto di donazione a mia figlia. Nella circostanza il Giudice Baù Antonio chiese e ottenne la somma di euro 7.600, denaro che era servito, a suo dire, per pagare le spese notarili. Preciso che non era presente il notaio e che non ho mai ricevuto nessun tipo di ricevuta.

In totale il giudice Baù Antonio ci ha sottratto la somma di euro 24.300. L'ultima volta che ho visto il Giudice Baù è stato il 5 ottobre 2009, poiché lo stesso si è presentato a casa mia, ed alle mie rimostranze, visto i quotidiani del giorno prima, il predetto mi ha riferito che è stato rovinato, continuando a dire che effettivamente è un Giudice del Tribunale di Bassano del Grappa».

Fino a qui arrivano le testimonianze. Ne abbiamo scelte tre, ma altre ce ne sono e ne altre ne arriveranno nel corso del processo che, come abbiamo detto, è ancora tutto da fare.

 

nr. 10 anno XVI del 19 marzo 2011

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