NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Veneto: a chi fa paura il nucleare? La posizione dei parlamentari e assessori regionali vicentini

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

facebookStampa la pagina invia la pagina

Veneto: a chi fa paura il nucleare? La posizione d

Lei ritiene utile investire sulle energie rinnovabili e sulla green economy? Il Veneto potrebbe diventare leader in questo settore su cui sta puntando tutta Europa?

Stefani: «Anche sulle energie rinnovabili occorrerebbe fare veramente chiarezza perché le posizioni sull'utilità e sulla convenienza non sempre sembrano concordare. E anche questo dà il segnale di come, in materia energetica, esistono gli integralisti che non accettano nemmeno di considerare l'ipotesi che potrebbero non essere nel giusto. La green economy, comunque, è oramai un business mondiale e anche il Veneto può dire la sua».

Franco: «Lo ritengo fondamentale. La nostra Regione potrebbe anzi spingere molto in questo settore perché disponiamo di tecnologie e capacità produttive molto avanzate. Nel tempo le energie rinnovabili, oggi pagate con i contributi prelevati dalle bollette di cittadini ed imprese, dovranno diventare autosufficienti. Non si potrebbe comunque continuare indefinitamente a sostenerle attraverso il prelievo sui costi energetici dell'energia prodotta dai derivati petroliferi. Bisogna progettare ed incentivare nel tempo studi ed investimenti atti a migliorare i rendimenti delle energie rinnovabili. Guai se si decidesse di abbandonare a se stesso questo importantissimo settore. Qui si riconoscono le capacità progettuali di un Paese. Credo che questo percorso debba essere perseguito con tenacia, per arrivare ad imporci come leader mondiali nella costruzione e nell'utilizzo di questi impianti. Scienza e tecnologie riescono a fare passi da gigante, ma dobbiamo essere noi a crederci. E quando parlo di progettualità di lungo periodo mi riferisco a questo. Sarà inevitabile, purtroppo, procedere sul percorso del nucleare, investendo però al contempo nelle rinnovabili. L'uno non esclude le altre. E sono convinto che nel futuro, anche se non immediato, questo secondo settore soppianterà il primo».

Conte: «Investire sul nucleare non significa abbandonare ricerca e sviluppo nel campo delle energie rinnovabili e della green economy. Ma dobbiamo guardare alla realtà per come oggi si presenta: il contributo delle rinnovabili, che oggi costituisce anche una moda, è ancora percentualmente poco significativo e ha costi, per la fiscalità generale, insostenibili. In assenza di contributi governativi il kwh prodotto con il solare è assolutamente fuori mercato e le superfici necessarie per i relativi pannelli sono talmente ampie che produrrebbero un forte e insostenibile impatto ambientale, in un Paese, come il nostro, ad alta tutela paesaggistica. L'opzione nucleare non vieta la ricerca e lo sviluppo di nuove soluzioni tecniche per il futuro. Ma l'Italia ha bisogno oggi, anzi ieri ed abbiamo già perso fin troppo tempo, di più energia e a un costo almeno pari a quello sostenuto dagli altri partners europei».

Sbrollini: «Sono pienamente convinta che il settore delle rinnovabili può rappresentare il futuro, forse non così immediato, ma certamente è il settore su cui una classe dirigente capace di guardare avanti si deve concentrare e crederci sino in fondo. Questo Governo ha abbandonato, gli ultimi decreti approvati lo dimostrano, il settore delle rinnovabili che di fatto si è visto cadere addosso una vera e propria "pietra tombale". Il Veneto è già tra i primi in questo settore, l'imprenditoria e l'artigianato locale aveva creduto, investito e trovato forti riscontri in questo territorio. Era uno dei pochi settori non colpiti dalla crisi, ma colpito dal Governo! Sembra un'assurdità ma è così, dove non arriva la congiuntura economica negativa ci pensa il centrodestra a far danni! In Veneto ci sono tutte le potenzialità per far crescere il settore e per affermarsi in un mercato ampio. Certo il tutto va sostenuto e accompagnato, ma se non gettassimo al vento soldi per inseguire il "sogno nucleare" e li impegnassimo su questi settori, probabilmente si potrebbe registrare un aumento occupazionale e un aumento dei pannelli fotovoltaici sui tetti delle nostre case».

Ciambetti: «Sono un convinto sostenitore di quella che chiamiamo green economy, che non è solo energia da fonti rinnovabili, ma soprattutto un fatto culturale, un mutamento epocale negli stili di vita che coinvolge tutti i cittadini: per tutti meno sprechi, più risparmio e poi molta più ricerca non solo per le fonti alternative, ma anche per realizzare prodotti ecosostenibili ed ecocompatibili, per giungere a realizzare impianti, utensili o anche abitazioni a basso consumo energetico e se guardiamo con quest'ottica alla green economy sappiamo che il Veneto è, già oggi, all'avanguardia. Molti nostri imprenditori e molti professionisti hanno compreso che è possibile combinare il business con lo spirito del tempo e i veri bisogni del mondo contemporaneo, primo fra tutti la differenziazione delle fonti, la ricerca di tecnologie pulite, la tutela delle risorse irriproducibili».

 

nr. 10 anno XVI del 19 marzo 2011

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar