In occasione della successiva seduta, alla presenza dell'ing. Crimì e del direttore sanitario Eugenio Fantuz, è stato spiegato che l'unico progetto possibile è quello presentato in quanto la tipologia dei servizi che verranno ospitati in tale sede (rianimazione e nuove sale operatorie) necessitano di un collegamento molto ravvicinato al Pronto Soccorso.
«A questo punto, per la tutela della salute pubblica, la Commissione Territorio ha espresso parere favorevole al progetto del nuovo lotto ospedaliero. Ci resta comunque il dubbio che si potesse fare in maniera diversa».
«I cittadini di Vicenza - spiegava Cangini [a sinistra] - conoscono e apprezzano la grande qualità dei servizi dell'ospedale San Bortolo che sentono come patrimonio da custodire gelosamente. Il nuovo blocco operatorio e di terapia intensiva è un intervento importante, anzi necessario, perché l'ospedale continui a fornire servizi ai massimi livelli e non corra il rischio di un declassamento».
Il progetto di massima presentato dall'azienda sanitaria, come detto, prevede un immobile di 6 piani, su una superficie di 1930 metri quadrati, alto quasi 25 metri e per un volume di 48.636 metri cubi. Sono previsti anche dei gruppi frigo vicino al fiume Astichello, per i quali dovrà essere acquisito il nulla osta del genio civile per la distanza dal fiume.
«Non si tratta comunque di zone a rischio esondazione - spiega Cangini che è anche assessore alla protezione civile - come abbiamo potuto verificare con l'alluvione di novembre».
Realizzare le nuove sale operatorie consentirà all'Ulss di non interrompere l'attività chirurgica, come invece sarebbe dovuto accadere in caso di ristrutturazione del vecchio blocco che risale agli anni '70 e '80.
Il territorio interessato dalla Ulss 6 Vicenza è molto ampio ed è attualmente costituito da 39 Comuni, che si estendono su un'area di 739 Km² e comprendono una popolazione di circa 312.000 abitanti.
La sede si trova presso il San Bortolo, un complesso a più blocchi articolato su quattro aree, che si possono raggruppare in due zone.
La prima zona costituisce urbanisticamente parte integrante del centro storico e comprende: l'area "Ospedale antico", con accesso da contrà San Bortolo, è destinata a servizi sanitari, poliambulatorio ospedaliero, laboratori, uffici, biblioteca, sale riunioni; l'area "De Giovanni", con accesso da contrà San Bortolo, è lo spazio destinato ai donatori di sangue, ai servizi diurni e comprende anche la sede dei corsi universitari per infermieri e tecnici sanitari.
La seconda zona ha ingresso pedonale e carrabile da Viale Rodolfi 37, sovrapassando il fiume Astichello, e comprende: l'area "Padiglioni sud-ovest", destinata parte a malattie infettive e parte a nefrologia e dialisi; l'area "Ospedale nuovo", sede di quasi tutte le attività di degenza, pronto soccorso, cure intensive, servizi diagnostici ad alta tecnologia, uffici direzionali.
nr. 10 anno XVI del 19 marzo 2011