NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il principio della solidarietà fondamento della visione politica di Fogazzaro

Lo ha sostenuto Fabio Finotti nella “lectio magistralis” che ha tenuto all’inaugurazione dell’anno dedicato al grande scrittore nella sede di Palazzo Trissino – Un convegno di studi internazionale sullo scrittore si terrà ad ottobre

di Gianni Giolo
giolo.giovanni@tiscali.it

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Il principio della solidarietà fondamento della vi

Una delle novità del plico Fogazzaro, aperto il 15 febbraio, è data dall'incontro del giovane Luigi Sturzo [a sinistra] con lo scrittore vicentino, come testimonia anche il giudizio che il fondatore del "Partito Popolare" dava di lui nel volume "Chiesa e Stato": «Su tutta la produzione volgarizzatrice di allora emerse come opera geniale il "Santo" di Antonio Fogazzaro». In Sturzo e nel "Partito Popolare" doveva rifluire la convinzione primaria di Fogazzaro che l'autonomia reciproca proposta da Cavour come regola dei rapporti tra stato e chiesa dovesse estendersi ai partiti politici. Non era dunque opportuno un partito confessionale, se si voleva salvaguardare da un lato il carattere liberale dell'azione politica - rivolta alle esigenze di tutti e non solo dei cattolici - e dall'altro la presenza dei cattolici in tutti i partiti dello schieramento parlamentare. Nel discorso "Le idee religiose di Giovanni Selva" del 1907, Fogazzaro scriveva, attribuendo al suo personaggio le proprie posizioni politiche: «Quanto alla partecipazione diretta dei cattolici nella politica attiva attraverso la costituzione di un partito parlamentare cattolico, Selva è contrario per ciò che riguarda il suo paese. Preoccupato, prima di tutto, del rischio di identificare gli interessi della religione con gli interessi di un partito politico naturalmente trascinato dalle passioni umane e dallo spirito di battaglia di cui nessun partito è esente nell'esagerare la sua missione, e nell'accentuarla in un modo che risponde assai poco allo spirito del Vangelo, Selva non si augura, per il suo paese, la formazione di un partito che provocherebbe delle reazioni funeste contro i veri interessi del cristianesimo. Ciò che si augura è che vi siano dei cattolici nei ranghi di ciascun partito». È inutile ricordare quanto questa convinzione fosse al centro dell'azione di Sturzo, e influenzasse più tardi anche quella di De Gasperi. E doveva anche continuare nella tradizione novecentesca il principio sociale e politico fondamentale che Fogazzaro indicava come il portato della spiritualità evangelica: e cioè il principio della "solidarietà".

 

Separazione fra Stato e Chiesa

Una solidarietà estesa a tutti, anche ai non cattolici, in modo che tutti fossero difesi e sostenuti nello Stato, ma offrissero allo Stato il beneficio delle loro forze e intelligenze. Ancora parlando insieme di Selva e di sé, Fogazzaro scriveva: «Selva s'ispira alle medesime considerazioni (e cioè alla separazione tra Stato e Chiesa) per giudicare l'azione cattolica sotto il profilo dell'economia sociale. Trova quest'azione ammirevole, in via di principio, ma temendo che un'azione sociale esclusivamente cattolica sia sospettata di servire ad un fine di parte, a una propaganda elettorale, vorrebbe vedere i cattolici prendere iniziative che siano loro suggerite da un nobile sentimento di solidarietà col popolo che lavora e che soffre, per accettare la collaborazione di ogni uomo di buona volontà, senza distinzione di credo, e mettersi dunque all'opera con programmi che possano avere l'adesione di un agnostico come del più zelante dei credenti».

 

Impegno solidaristico

Quest'impegno solidaristico, sociale, e cattolico liberale ispirava non solo gli scritti, ma l'azione di Fogazzaro come cittadino della sua Vicenza, e come uomo politico a Roma, in Senato. Un'azione ispirata a un'ampiezza di vedute, per la quale basterà ricordare il saluto ai funerali di Fedele Lampertico del 1906. Fogazzaro chiedeva al Senato: «Riforme della legge elettorale politica (l'allargamento del suffragio elettorale), provvedimenti che tocchino la relazione fra la chiesa e lo stato (un concordato), importanti leggi di carattere economico» e la capacità di fronteggiare i «problemi che si connettono al fatto della emigrazione d'oltremare».

Anche in questa attività civile la proiezione verso l'avvenire nasceva dalla fedeltà al passato, e Fogazzaro si confermava l'erede di una tradizione cattolico liberale che contava i nomi di Lambruschini e Capponi, e in ambito vicentino di Zanella [a sinistra], di Alessandro Rossi, di Lampertico, di Lioy. L'impegno politico, sociale, e i suoi legami con la storia erano chiarissimi in "Piccolo mondo antico" che è forse il più bel libro scritto sul nostro Risorgimento e sugli anni cruciali che, tra il 1850 al 1861, portarono all'unità d'Italia.

Tutto ciò è stato rivelato nella Lectio magistralis di Fabio Finotti nella cerimonia d'inaugurazione dell'anno fogazzariano tenuta a Palazzo Trissino.

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