È aperta a Firenze fino a giugno, a Palazzo Pitti e al Museo di San Marco, la quindicesima edizione di Restituzioni, tradizionale esposizione delle opere d’arte restaurate di recente a cura di Intesa Sanpaolo.
Si aggiunge così, in Toscana, una nuova pagina a una lunga storia espositiva, nata e portata al successo a Vicenza: una storia che ci ha tutti onorati.
Nel 1989 Feliciano Benvenuti [a sin.], presidente della Banca Cattolica del Veneto, avvia nella nostra città “La Banca per l’Arte,” un programma annuale di restauro d’opere d’arte pubbliche, da concludersi con una mostra.
Le vicende riguardanti la Banca Cattolica sono note, nei vari passaggi dal Banco Ambrosiano Veneto a Banca Intesa, sotto la presidenza di Giovanni Bazoli, e infine al gruppo di Intesa Sanpaolo.
L’iniziativa del professor Benvenuti procede comunque senza scosse. A far da cornice alle mostre è il vicentino Palazzo Leoni Montanari, allora sede della Direzione generale dell’Istituto.
Le prime opere restaurate provengono da Venezia e dalle province venete. Un Veneto talora poco conosciuto, minore, tuttavia di grande interesse, come documentano gli opuscoli che corredano le esposizioni, curati da Fernando Rigon, al tempo direttore dei Musei civici di Vicenza.
Già nel 1990 sono esposte dodici creazioni di rilievo, dall’Altare funerario del I secolo, in calcare d’Aurisina, proveniente da Mirano, alla delicata Vergine col Bambino e Santi, di Francesco da Ponte il Vecchio, datata 1523, dal Duomo di Asiago.
Nel 1992 le opere ammontano a sedici e vi si contano un magnifico Tintoretto, Il viaggio di Sant’Orsola, 1555 circa, dalla veneziana chiesa di San Lazzaro dei Mendicanti, una superba Croce processionale quattrocentesca dalla Scuola Grande di San Rocco, ma anche un dipinto discusso, ricondotto dal restauro ai primitivi valori pittorici, il Cristo della moneta di Bernardo Strozzi, artista nato a Genova nel 1581 e giunto a Venezia nel 1630.
Di mostra in mostra il panorama si dilata e impreziosisce: ancora Venezia nel 1994, con il Tintoretto dell’Assunzione della Vergine o l’incantevole Madonna col Bambino tra i santi Giacomo, Andrea, Cosma e Damiano [a des.] di Lorenzo Lotto, 1546, dove Maria appare straordinariamente somigliante alla fanciulla sbigottita dell’Annunciazione di Recanati, attualmente in mostra alle Scuderie del Quirinale. Altre rimarchevoli presenze siglano questa tornata: l’imponente San Vitale a cavallo di Vittore Carpaccio, 1514, una Pietà in terracotta policroma del Riccio, di fine Quattrocento. Né manca l’alta oreficeria, sacra e profana.
Negli anni seguenti il restauro si estende a creazioni sempre più numerose, sovente di qualità e significato eccellenti, dal San Paolo del Carpaccio alle sontuose Cartaglorie create tra Quattro e Cinquecento da manifatture tosco-emiliane e venete, al sentimentale Ritratto di San Bernardino, plasmato in terracotta da un anonimo del XV secolo, esposti nel 1995. Il 1996 offre la preziosa Statuetta di Demetra del IV secolo accanto a uno sfolgorante Veronese, Madonna in trono col Bambino, Santa Caterina e Frate Spaventi, 1560-70, e allo sfavillio di colori di Giandomenico Tiepolo, Sant’Elena e San Macario ritrovano la Vera Croce.
Così, Restituzioni si costituisce come punto culturale di forza per la nostra città: all’ampliarsi dei lavori di restauro corrisponde l’arricchimento dei cataloghi, con schede storico-analitiche che intrecciano sapientemente i fili complessi di una secolare storia dell’arte, mentre le pareti di Palazzo Leoni Montanari fungono perfettamente da quinte ai raffinati allestimenti di Alberto Erseghe, architetto vicentino.
Il progetto gode di un vasto consenso di pubblico e critica, nonché dell’attenzione e del sostegno della Banca; ne caldeggia l’evoluzione lo stesso presidente professor Bazoli, che interviene nei cataloghi con scritti partecipativi e presenzia puntualmente ad ogni inaugurazione a Vicenza.
Nel 1999, dopo una pausa dovuta al restauro definitivo dal palazzo, Restituzioni riapre con un’edizione dedicata a Feliciano Benvenuti, scomparso da poco.