NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Vita da preti: il manuale con le istruzioni per l’uso

Carlo Melina, veneto di Adria e di Padova, pubblica con Vallecchi un romanzo con la storia di un ragazzo ospitato dallo zio monsignore – Il clima, il linguaggio familiare, gli episodi, la vita di curia, tutto ha suggerito a Giobatta Meneguzzo di adottare autore e opera – La Via Crucis e il percorso di una mostra - Presentazione alla Casabianca di Malo domenica prossima

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Vita da preti: il manuale con le istruzioni per l’

Il libro di Melina, Vita da preti. Grazie e disgrazie del ministero sacerdotale (Vallecchi), rappresenta e descrive il grande contributo dato dai preti precettori nei loro svariati sevizi svolti aldilà del puro magistero. È la cronaca di un soggiorno che un giovane giornalista trascorre in casa dello zio monsignore. Dialoghi, giorni, scoperte: tutto un mondo che si apre agli occhi di un uomo assorbito da tutt’altra realtà e vicino in quel momento solo per il legame affettivo con l’anziano parente a pratiche, parole, sentimenti che semmai hanno avuto un posto nella sua personale esistenza da tempo sono comunque fuori margine della realtà.

Vita da preti: il manuale con le istruzioni per l’ (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Quanti punti di contatto esistono oggi tra un’esperienza come quella del cronista che chiacchiera con lo zio, spinto da affetti non da vicinanza “ideologica, e le esperienze di parrocchia e di parroci precettori che intere società contadine hanno invece vissuto come componente essenziale della propria esistenza dai primi del Novecento fino a circa il decennio ‘60? Difficile rispondere, inutile perfino sottolinearlo. Eppure, rimane di sfondo quella funzione educativa che non la chiesa in quanto istituzione ma i suoi preti di ottima volontà e buona cultura hanno saputo esercitare.

Non è un caso se questo libro venga da un veneto con radici in varie province della regione. Non è un caso, perché proprio il Veneto ha conosciuto tra la fine dell’800 e il secolo successivo la più grande espansione della cultura mediata dentro le fibre di una società che era soprattutto contadina e soprattutto analfabeta. Le scuole private cattoliche di oggi vengono da lontanissimo, sono l’eredità diretta anche se poi molto più articolata e raffinata di quelle piccole scuole di nucleo create nelle parrocchie che permettevano ai bambini di avvicinarsi alla scuola evitando la sensazione di toccare un frutto proibito.

Ci sono nomi incancellabili nella storia della chiesa vicentina, ma ancor di più della società vicentina e della sua storia. Nomi come quello dei fratelli Scotton, tre monsignori che al tempo della chiesa di battaglia e delle cooperative bianche in nascita e sviluppo crearono dal niente istruzione e compattezza, diventarono interlocutori dell’autorità civile, si fecero perfino promotori di provvedimenti legislativi che attenuassero perlomeno nel mondo contadino le conseguenze penali di certi reati tipici e strutturali di quel tempo, come il furto di polli e di bestiame in genere.
Il tutto, applicato al meccanismo insondabile e intrappolante dei ricordi personali, ancor più di quelli di adolescenza o infanzia, rende questa operazione combinata tra libro e museo d’arte di grande attrattiva.

Giobatta Meneguzzo spiega proprio questo senso della scelta di organizzare la presentazione del libro. E lo fa richiamando la sua grande esperienza di collezionista d’arte che molti anni prima era stato bimbo e ragazzo frequentatore delle scuole di preti. L’organizzazione anche mentale di quella educazione, dice, è stata così importante che me la sono portata dietro anche nel raccogliere opere e nel metterle in fila nella mia collezione. Perfino le stazioni della Via Crucis «mi hanno insegnato qualcosa legato al muoversi in una certa direzione e lungo un certo percorso prevedendo in questo muoversi le opportune soste per meglio osservare». Esattamente quel che si fa normalmente davanti ad una mostra d’arte…

 

Esistono le grazie e le disgrazie del ministero sacerdotale

Vita da preti: il manuale con le istruzioni per l’ (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Giobatta Meneguzzo [a sin.], come dicevamo in apertura, ha preso ed adottato questo libro non solo perché ritrova in queste pagine quella traduzione tutta veneta della religiosità e del rimanervi aggrappati nel corso della vita, ma anche in quanto si tratta – dice– di un vero e proprio manuale di comprensione e analisi di tutto un mondo. Mondo complesso, antico, oggi apparentemente in forte crisi di frequentazione causa la mancanza di vocazioni, ma certo molto esplicito nel descrivere come e in che misura è stato ed è comunque prossimo alla comunità che è chiamato a servire.

Esistono in questa vita da preti, dice il sottotitolo del libro di Melina, anche le grazie e le disgrazie di questo rendersi disponibili alle vite degli altri, le grazie e le disgrazie del ministero sacerdotale che ne fanno parte integrante e quotidiana e senza le quali probabilmente sarebbe assai difficile rintracciare il senso vero della missione di farsi prete, specie e a maggior ragione ai nostri giorni.

«Questo mondo - aggiunge Meneguzzo - l’ho conosciuto molto bene per avere in famiglia tra mamma e papà ben sette zii e cugini preti. Che cosa vuol dire per un uomo che ha passato la sua vita agganciato a tutt’altre esperienze, al mondo dell’arte, a realtà assolutamente remote rispetto alla quotidianità della pratica religiosa? Significa –questa è la risposta - far di tutto tesoro, non rinnegare nulla, ricordare di quella formazione ogni cosa che si riesce a ricordare anche a tanti anni di distanza».

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