NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Università adulti-anziani: i loro primi 30 anni

Celebrazione al Teatro Comunale, annunciata l’istituzione dell’album d’oro, per chi frequenta i corsi da almeno 15 anni

di Luca Ancetti
ancettil@tvavicenza.it

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Università adulti-anziani: i loro primi 30 anni

L’università adulti-anziani del vicentino compie trent’anni. E si presenta oggi articolata nel territorio con 26 sedi e circa quattromila frequentanti. Numeri che la rendono l’istituzione culturale di formazione degli adulti più articolata, diffusa e prolungata della provincia, in un’epoca di profondi cambiamenti, con modelli orientativi del passato venuti meno e difficoltà a trovarne di nuovi.

Università adulti-anziani: i loro primi 30 anni (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Oggi, a Palazzo Trissino, il sindaco Achille Variati insieme a monsignor Giuseppe Dal Ferro [a sin.], presidente dell’università adulti-anziani di Vicenza e della Federazione italiana fra le università della terza età, direttore dell’Istituto culturale di scienze sociali Nicolò Rezzara, ricordano il trentennale dell’università adulti-anziani di Vicenza.

«Giovedì  al Teatro comunale si è svolto l’evento per celebrare i trent’anni dell’università adulti anziani – ha sottolineato il sindaco Achille Variati – ed è importante che  sia stata Vicenza ad ospitarlo, perché proprio qui è nata nel 1981, prima nel Veneto. Si tratta, infatti, di una delle realtà culturali, sociali e didattiche che lascia il segno grazie anche al supporto costante offerto da monsignor dal Ferro».

«La giornata celebrativa ci lega particolarmente all’amministrazione comunale che ci ha supportato anche in questa occasione – ha rimarcato monsignor Giuseppe Dal Ferro, presidente dell’università adulti-anziani di Vicenza – Ricordo infatti che nel 1985, proprio nell’ufficio del sindaco di Vicenza, è stato firmato lo statuto costitutivo dell’Università italiana della terza età».

Il teatro Comunale, sebbene capiente, è risultato essere comunque non sufficiente per ospitare i quattromila iscritti vicentini dell’università adulti anziani. Pertanto sono state ospitate le rappresentanze delle 26 sedi, delle quali 24 in provincia di Vicenza mentre due si trovano in territorio di Padova (Carmignano del Brenta ed Este).

«L’occasione celebrativa è coincisa con l’annuncio dell’istituzione dell’album d’oro nel quale saranno iscritti quanti hanno frequentato l’istituzione da almeno quindici anni – ha spiegato mons. Dal Ferro – con l’assiduità che l’università richiede (due terzi delle presenze) e con l’iscrizione dell’ultimo anno accademico. Nell’album d’oro entrano anche alcuni coordinatori ed alcuni docenti con analoga anzianità.”

Le università adulti-anziani vogliono in qualche modo imitare le università medievali che vedevano percorsi di docenti e di discenti insieme nella ricerca della verità.

Università adulti-anziani: i loro primi 30 anni (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«L’album d’oro annovera anche le istituzioni pubbliche sostenitrici ed alcuni benefattori – ha precisato Mons. Dal Ferro – a dimostrazione che le università adulti-anziani sono organismi del territorio e di conseguenza hanno il pregio di essere civiche, municipali nel senso più profondo del termine. Ricordo inoltre che l’università di Vicenza è una delle prime in Italia e prima nel Veneto, nata solo 8 anni dopo la prima del mondo, Tolosa. Lo scopo dell’università adulti anziani è realizzare un progetto educativo per aiutare le persone adulte a vivere serenamente con se stesse e con gli altri e a sentirsi a pieno titolo soggetti della società sviluppando anche il gusto per la ricerca e per la capacità critica.

Ricordo inoltre che l’università ha contatti non solo nazionali, ma anche internazionali. Abbiamo infatti constatato che il modello da noi proposto è originale e che risulta importante la sistematica ricerca che svolgiamo sul territorio».

I frequentanti dell’università adulti-anziani, assidui partecipanti alle lezioni che si tengono due volte alla settimana da ottobre a maggio, sembrano aver trovato nell’istituzione uno strumento per vivere bene, senza paure e senza sensi di inferiorità; per riflettere, comunicare e partecipare; per riprogettare la propria vita dopo la pensione. Tali risultati sono in linea con gli obiettivi che l’istituzione si propone, cioè un risveglio delle persone adulte ad esplicitare capacità inespresse dopo anni di lavoro e di impegno piuttosto limitativo a causa dei condizionamenti quotidiani.

Le ragioni del successo di una tale iniziativa, a differenza di altre, la cui durata è stata molto più breve, risiedono principalmente nel progetto educativo sottostante l’attività e nell’aver ridefinito l’anziano come persona pienamente efficiente, in un periodo della vita di piena realizzazione, portatore di grande risorsa per la società.

 

Il progetto culturale

L’università adulti-anziani di Vicenza - nata nel 1981 dopo un anno di riflessione da parte di un’apposita commissione di docenti universitari e verificata l’anno seguente in due seminari, uno a Vicenza e uno a Tolosa, con il fondatore della prima università della terza età, Pierre Vellas, e i suoi collaboratori - si caratterizza per un progetto preciso di vera “scuola per adulti”, finalizzata a qualificare la vita dell’adulto come soggetto nella società, portatore di un’esperienza di valori acquisita nel Università adulti-anziani: i loro primi 30 anni (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)passato. Come tale si è sviluppata in questi trent’anni e risulta conosciuta in Italia, essendo dal 1985 sede legale della Federazione italiana fra le università della terza età. Il progetto si propone di aiutare le persone adulte a vivere serenamente con se stesse e con gli altri e a sentirsi a pieno titolo soggetti della società.

Cardini dell’istituzione sono l’elaborazione continua di un progetto culturale adeguato a persone con un bagaglio di esperienza alle spalle; la ricerca per conoscere il passato; la promozione di iniziative di creatività per una formazione al cambiamento. Ricerca sul passato e creatività sono attività che si completano a vicenda e che consentono all’adulto di vivere pienamente l’esperienza di ieri e quella di oggi in continuo confronto. Si costruisce così nelle persone il senso critico, perché l’esperienza di ieri mette in discussione l’oggi e l’esperienza di oggi critica il passato. L’obiettivo è ridare in tal modo alla società adulti responsabili, in dialogo con le nuove generazioni, trasmettitori di cultura e di civiltà, polo di relazioni e di dialogo nel territorio, cittadini a pieno titolo.

Il metodo seguito è quello di perseguire le mète indicate attraverso obiettivi particolari: lo stimolo a riflettere e a ragionare, elemento primario per stimolare il cervello; l’allargamento degli interessi, suscitando empatia per i problemi; lo stimolare la vita di relazione creando occasioni di incontro e di socializzazione; la sollecitazione della responsabilità sociale per un impegno reale nella vita quotidiana collettiva.

Nel progetto niente è escluso relativamente agli approfondimenti culturali, anche se l’approccio ad essi è specifico: non serve un sapere enciclopedico, ma una analisi seria dei vari argomenti, con riferimenti alla vita individuale e sociale. In altre parole ci si chiede, nello studio e nell’analisi dei vari problemi e delle varie questioni affrontate, quale significato essi possano avere per l’uomo e per la società. Particolare attenzione è posta alla cultura antropologica che evidenzia i modi di vivere e di pensare delle persone, di cui la scienza non è altro che sviluppo. È questa cultura, che racchiude in sé lo sviluppo della civiltà, di cui l’adulto deve sentirsi anello di congiunzione fra le generazioni, che l’università adulti-anziani vuole privilegiare.

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