NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il restauro della Basilica come “Odissea nello spazio”: un’avventura nell’architettura di Andrea Palladio

Nel 2012 dovranno concludersi i complessi lavori che hanno portato al ripristino della grande costruzione dell’architetto vicentino: un cantiere complesso, che ha portato ad una serie di impegnativi ed importanti lavori

di Fiorenza Conti
fiorenza.conti@venetogiornalisti.it

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Il restauro della Basilica come “Odissea nello spa

Per la generazione che ha vissuto la gioventù negli anni ’70-‘80, il 2012 era l’anno di “Odissea nello Spazio”. Per i vicentini di oggi, il 2012 sarà l’anno in cui finirà il restauro della Basilica.

Non che questo non sia stato un’odissea. Imprevisti, sorprese, positive e non, ritrovamenti, scoperte, condizioni metereologiche eccezionali hanno reso questo viaggio nel recupero architettonico avventuroso e imprevedibile quasi quanto un’odissea. Non da ultimo, la necessità di reperire nuovi fondi per ampliare gli interventi, in base all’evoluzione del cantiere, ha reso questo intervento urbano una grande avventura.

È un cantiere complesso e lungo quello iniziato nella primavera del 2007. Un cantieIl restauro della Basilica come “Odissea nello spa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)re, del resto, è assimilabile ad un viaggio: quando comincia, non si sa mai dove porta e quando finisce.

Di sicuro la pensa così il direttore dei lavori, il professor architetto Eugenio Vassallo di Napoli, il quale in questi anni ha sempre ribadito che «non era in grado di fare previsioni precise, perché la Basilica palladiana è un edificio unico, colossale, che si è trasformato in un cantiere unico, in cui l’esperienza passata non poteva trovare soluzioni uguali». «Qui abbiamo sperimentato soluzioni innovative, abbiamo applicato interventi studiati ad hoc. I materiali e le tecniche costruttive ci sono stati suggeriti da Palladio stesso, che ci ha regalato quest’opera singolare», aggiunge.

Così, “Basilica 2012” è divenuto non un titolo di film, ma uno slogan promozionale, per un’azione di marketing che avrà uno scopo non da poco: rilanciare l’edificio più rappresentativo della nostra città, l’emblema di Vicenza - Città Unesco. Ovvero, per come la intendono in molti, un “contenitore” culturale pronto ad accogliere idee prima che fatti. Ma dello studio di fattibilità così intitolato e messo a punto dal professor Pier Luigi Sacco avremo modo di parlare più specificatamente.

 

Gli interventi del complesso restauro palladiano e i suoi progettisti

Il progetto del restauro, lo ricordiamo, è opera del team di progettisti capeggiato dal professor architetto Paolo Marconi di Roma (nel suo sito www.paolomarconiarchitetto.it le foto della basilica non per nulla fanno da sfondo al suo nome), Il restauro della Basilica come “Odissea nello spa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)professionista di fama internazionale, ordinario di Restauro Architettonico presso la Facoltà di Architettura dell'Università degli Studi "Roma Tre", direttore del Master internazionale di II livello in Restauro architettonico e recupero della bellezza dei centri storici della stessa facoltà, nonché professore di Teoria e Tecnica del Restauro Architettonico presso la Scuola Archeologica Italiana di Atene.
La direzione dei lavori è affidata al professor architetto Vassallo, docente di Restauro architettonico dell'Università Iuav di Venezia ed all’assistente di cantiere, architetto vicentino Andrea Piero Donadello.

Analizziamo dunque come si presenta oggi la basilica-cantiere.

La sua “pelle” di pietra non è più la stessa: scoperta dai teloni che “bendavano” le impalcature sul fronte che va da piazza dei Signori fino a parte di quello in piazza delle Erbe, si è svelata bianca che più bianca non si può. La pietra ripulita dallo smog ci è sembrata in principio sconosciuta, estranea alla nostra memoria visiva. Poi ci hanno pensato le polveri sottili, di cui è affollata la nostra aria cittadina, a smorzare i toni di tanto candore.

 

La copertura e il salone

Nell’aprile 2010 è terminato l’intervento sulla copertura, sventrata e ri-strutturata grazie alle nuove travi in legno lamellare che hanno sostituito quelle in cemento armato. Ora è tornata verde “rame”, dopo che le sue lastre ottocentesche sono state risistemate nella loro originaria collocazione.

Dopo di che, il raggruppamento di imprese temporaneo guidato dalla Sacaim di Venezia ha rivolto gli interventi agli interni, ultimando i lavori di restauro al primo piano, sia nel loggiato che nel salone, dove sono stati installati l’impianto elettrico e di illuminazione.

Il restauro della Basilica come “Odissea nello spa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il salone carenato si presenta già nel suo aspetto definitivo. Dopo la pulitura del paramento lapideo, che è stato anche consolidato e protetto, è stato realizzato il pavimento in terrazzo veneziano, “rimiscelato” basandosi sui resti del pavimento originario ritrovato nel corso della rimozione di quello realizzato nel dopoguerra. Dopo il trattamento finale ad olio, la “veneziana” potrà risaltare la nella sua tonalità di colore.

Al di sotto del pavimento sono stati installati gli impianti di riscaldamento e di raffrescamento, che consentiranno di mantenere una temperatura costante fino a 3-4 metri d’altezza.

L’illuminazione del salone è permessa da canne telescopiche;

«Sono lunghe 6 mt – puntualizza l’architetto Vassallo – il loro pendino in ferro è cavo a differenza di quello che c’era prima del restauro ed ha un diametro di 5 cm; il suo interno è in fibra, materiale conduttore e nella parte terminale sono montati i corpi illuminanti».

Altre luci saranno collocate nelle finestre più alte, dove sarà predisposto anche un sistema di sicurezza. Inoltre, sono già predisposti tutti gli attacchi che renderanno possibile la realizzazione delle mostre e di qualsiasi altra attività si vorrà organizzare all’interno del salone.

I serramenti delle grandi finestre, riverniciati, sono stati ricollocati, mentre le porte, anche queste risistemate, verranno invece riposizionate a lavori conclusi.

Per consentire anche l’ingresso ai visitatori diversamente abili, negli accessi sui fronti principali sono stati eliminati i gradini sostituiti da pedane in pietra.

 

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