NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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L’impresa dei Mille in Sicilia fu possibile con l’appoggio degli inglesi e della mafia

È la tesi fondamentale lumeggiata nel romanzo “L’isola e il sogno”, in cui Paolo Ruffilli rievoca la spedizione garibaldina e ripresenta la vita straordinaria di Ippolito Nievo, che dall’isola non tornò più indietro

di Gianni Giolo
giolo.giovanni@tiscali.it

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L’impresa dei Mille in Sicilia fu possibile con l’


Nel libro “L’isola e il sogno" Paolo Ruffilli rievoca l'impresa dei Mille e la vita straordinaria di Ippolito Nievo

Paolo Ruffilli [a sin.] ha presentato alla libreria Mondadori-Quarto Potere il suo ultimo libro documento-romanzo “L’isola e il sogno” (Fazi Editore) che narra le vicende biografiche di Ippolito Nievo (1831-1861), autore del romanzo “Confessioni d’un italiano”, pubblicato postumo nel 1867. Ippolito L’impresa dei Mille in Sicilia fu possibile con l’ (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)crebbe in una famiglia padovana di sentimenti liberali e studiò legge a Pavia e a Padova. Affascinato dal rigore morale della predicazione mazziniana, svolse un’intensa attività patriottica: nel 1856 subì un processo per vilipendio alle guardie imperiali a causa di una novella, "l’Avvocatino”. Partecipò alla campagna del 1859 tra i cacciatori delle Alpi e seguì Garibaldi nella spedizione dei Mille; dopo Calatafimi e Palermo rimase nell’isola come intendente con compiti politico-amministrativi. Di ritorno dalla Sicilia, con i documenti amministrativi della spedizione, morì in mare per il naufragio, sulla rotta tra Palermo e Napoli, del vapore “Ercole”, sul quale si era imbarcato. In un ultimo viaggio, che è anche ricongiunzione con “i luoghi e le figure del passato”, le vicende di Ippolito Nievo [a des.], scrittore e garibaldino, si intrecciano con la storia del Risorgimento e dell’unificazione d’Italia, dalla spedizione dei Mille alla proclamazione del Regno. Scorrono in parallelo, in una Palermo sontuosa e lussureggiante, la vita breve e movimentata di uno dei suoi maggiori romanzieri italiani e il difficile processo di ricomposizione politica della Penisola. In un racconto fascinoso e coinvolgente, assistiamo all’inquieto apprendistato sentimentale dello L’impresa dei Mille in Sicilia fu possibile con l’ (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)scrittore che insegue l’amore in più di una donna, dall’infatuazione per Matilde Ferrari al tormentato legame con Bice Melzi d’Eril, moglie di suo cugino, fino alla passione per Palmira, nell’isola dove sogna di fermarsi finalmente per sempre; sullo sfondo, gli scontri della spedizione nelle Due Sicilie, le strategie cavouriane, gli ambigui compromessi che preparano la proclamazione dell’unità nel 1861, lo stesso anno della drammatica fine di Nievo. Paolo Ruffilli, autore di molti libri di poesia, di una “Vita di Ippolito Nievo” del 1991, di “Vita, amori e meraviglie del signor Carlo Goldoni” del 1993, curatore delle edizioni delle “Operette morali” di Leopardi, delle “Confessioni d’un italiano” di Nievo, dei racconti “Preparativi per la partenza” del 2003 e di “Un’altra vita” del 2010, rievocando di Nievo passioni romantiche, vitalità esistenziale e lo slancio patriottico fino alla morte, realizza un inedito ritratto di uno dei protagonisti del nostro Ottocento che appare uomo e scrittore di straordinaria modernità. Alla fine della presentazione abbiamo fatto a Ruffilli alcune domande.

Il tuo romanzo è ambientato in Sicilia che si apre con il mare e termina col mare che inghiotte il piroscafo su cui è imbarcato Nievo

La Sicilia per Nievo è stata una scoperta sorprendente, dopo il primo impatto, che si lega alla spedizioni dei Mille. Nievo e i suoi compagni arrivarono in Sicilia a seguito di Garibaldi. Già questo è un L’impresa dei Mille in Sicilia fu possibile con l’ (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)capitolo interessante perché sulla spedizione dei Mille si dice sempre troppo poco e soprattutto si tradiscono le testimonianze che ci vengono dai garibaldini. Sappiamo che questa spedizione ebbe successo in virtù del fatto che era appoggiata dagli inglesi. Nessuno dei libri di storia ce lo dice. Sono gli inglesi che rendono possibile la spedizione e il suo esito fortunato. Così come i testi scolastici non ci raccontano i retroscena di questa campagna, dove il governo sabaudo fece una parte estremamente vergognosa, da tutti i punti di vista, facendo finta di prenderne le distanze e negando tutta una serie di cose ai volontari, prima fra tutte le armi che, tra l’altro, avevano comprato gli inglesi a proprie spese. Furono i privati che finanziarono la spedizione e gli imprenditori inglesi che nutrivano una grande simpatia nei confronti di Garibaldi. Tutte le armi vennero requisite dal governo sabaudo per fingere che esso non avesse niente a che fare con la spedizione.

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