Sta arrivando il Parco della Pace e che fine farà l'idea di realizzarvi all'interno un eliporto, croce e delizia degli amanti del volo di Vicenza e del consigliere alla Mobilità Claudio Cicero? Tanto si è scritto negli ultimi anni riguardo la possibilità di non perdere del tutto questo tipo di struttura, ma ancora nebuloso è il futuro dell'eliporto. Anche se a dire il vero, come già pubblicato dal nostro settimanale, il vincolo aeroportuale di Vicenza, non è venuto a cadere con il progetto di realizzazione del parco da 11 mila metri quadrati. «Chiunque pensi ad altre soluzioni per il capoluogo dovrà fare i conti con il vincolo aeroportuale che da 80 anni copre l'area in questione», ricordava qualche tempo fa l'Enac. Ebbene, nonostante sia ormai consolidata l'idea di far diventare questa zona di Vicenza un grande parco, a firma di Andreas Kipar, paesaggista tedesco, già in grado di intervenire con successo sul Tempelhof l'aeroporto di Hitler nel cuore della capitale tedesca, il vincolo aeroportuale esiste ancora e non è affatto detto che questa amministrazione comunale decida di toglierlo. Troppe infatti le conseguenze di un simile atto, che potrebbe far cadere definitivamente l'ipotesi contemplata in passato nel Pat di realizzare l' eliporto. A confermarlo è Cicero: «Secondo me l'eliporto può convivere tranquillamente all'interno del parco. Le strutture eliportuali già ci sono e basterebbe solo attivarle. Mi sono fatto parte attiva presso il sindaco per sponsorizzare questa realizzazione e spero che verrà presa in considerazione. Il piazzale e gli hangar sono lì, che ci vuole a sistemarli e a renderli operativi. E poi come si può dire che un eliporto sia impattante? Tutt'altro. Oltretutto Variati l'ha detto chiaro. Questo parco si dovrà auto-alimentare per cui servono anche strutture che possano portare indotto. L'eliporto è dovuto alla città, ne abbiamo bisogno per non restare del tutto esclusi dal volo a Vicenza. Che vantaggi avremmo ad esempio avuto ad avere simile struttura attiva durante il periodo dell'alluvione? Sarebbe stata fondamentale per portare aiuti in tempi brevi. L'attività di protezione civile ha bisogno di un eliporto, senza escludere i voli sanitari, e quelli dei civili. Parco ed eliporto non sono in antitesi e c'è già una società in grado di intervenire e di dare definizione al progetto».
L'eliporto dunque per una parte della amministrazione comunale si deve fare, ma che ne pensa la politica cittadina? Una ennesima occasione perduta o una struttura che può servire, invece, a farlo davvero vivere questo nuovo parco della città?
Un vincolo che è ancora in piedi: quello aeroportuale di Vicenza, infatti, non è venuto a cadere con il progetto di realizzazione di un parco di 11 mila metri quadrati, l'oramai noto parco della città. Il vincolo è attivo e rischia di compromettere il progetto del parco?
Federico Formisano, capogruppo Pd Vicenza: «Mi pare di poterlo escludere. Il progetto del Parco avanza a grandi passi e Kipar sta lavorando a fondo per mettere a punto le sue idee. Il Governo ha già dato il via all’operazione con la delibera CIPE che assegna 11 milioni di euro per la realizzazione del progetto.
Andiamo avanti anche perché all’incontro con l’Architetto Cucinella che lavora sull’area di Laghetto, abbiamo capito quanto importante sia per Vicenza recuperare un’idea forte che permetterà di dare un volto diverso a tutta l’area a Nord della città. Dal Parco della Pace, passando attraverso il corridoio verde che corre a sud di Laghetto e che permetterà di collegarsi con l’area del parco dell’Astichello in un grande disegno organico della città del futuro. In questa visione futuribile di una città dominata dalla tetra figura della Base Americana, ma non soggiogata ad essa, non entra, almeno questo è il mio personale convincimento un’area per l’eliporto».
Francesco Rucco. Consigliere comunale PdL: «Occorre fare una premessa. Sul parco della Pace il Sindaco Variati sta conducendo un’iniziativa politico-amministrativa assolutamente ideologica e demagogica. Vorrebbe far credere alla Città di Vicenza che la concessione del parco è una sua vittoria politica e, soprattutto, che dovrà essere destinato ad area verde attrezzata. Forse Variati “dimentica” che questa Amministrazione non riesce neppure a garantire la sicurezza e la corretta manutenzione degli spazi verdi della nostra Città, ben più ristretti e circoscritti. Mi riferisco, ad esempio, a Campo Marzo ed ai Giardini Salvi. Ciò detto, non credo che il vincolo possa costituire un problema per la destinazione dell’area e sono certo che, in questo senso, l’Amministrazione Statale, di concerto con quella locale, possa ridurre il vincolo consentendo che una porzione della vasta area del Dal Molin venga destinata ad eliporto, evitando così che Vicenza si veda costretta ad abdicare in toto rispetto al proprio ruolo dei servizi di trasporto locale».