Ciro Asproso, Sel: «Ero presente all’illustrazione, da parte dell’Arch. Kipar, del progetto di riuso del Parco al Dal Molin e devo riconoscere che la proposta è suggestiva e affascinante. 63 mila metri quadrati di area pressoché inedificata da usare in maniera flessibile, ma senza alterare il paesaggio o la forma dei luoghi. Un compito questo, da affidare più alla natura che al lavoro dell’uomo, magari attraverso la semina di un campo di papaveri piuttosto che con nuove infrastrutture. Interessante anche l’idea di un tragitto verde che dal centro cittadino corre lungo l’argine del Bacchiglione, fino a ricongiungersi con il Parco. Nella società post-industriale e non di meno a Vicenza, con tassi d’inquinamento e di inurbamento elevatissimi, la vera ricchezza sono gli spazi vuoti, non già il costruito, di cui c’è un’enorme eccedenza.
Toccherà ai cittadini, che vanno coinvolti in un percorso di democrazia partecipativa, riempire di contenuti le funzioni del Parco, ma avendo ben chiaro un aspetto. Se quest’area (per cui tutti, ora, si affannano ad indicare infiniti utilizzi) sarà in futuro patrimonio della città, lo si deve ai 5 anni di lotte e mobilitazioni in difesa del territorio e contro la caserma americana. Non certo alle anime belle che ora remano contro l’Amministrazione comunale, solo perché è in mano al centrosinistra.
Per concludere, se il vincolo aeroportuale non ha impedito di costruire centinaia di metri cubi di casermaggi e servizi per far crescere la Base, non vedo per quale ragione dovrebbe valere ora, dopo che il CIPE ha assegnato l’area alla città».
Roberto Cattaneo, consigliere provinciale del PdL: «L’incontro pubblico per illustrare le possibilità di utilizzo dell’area verde relativa all’ex Aeroporto Dal Molin, non occupata dalla Base, è apparso positivo per il notevole numero di proposte e indicazioni. tutte interessanti, provenienti da settori diversi. Torno a rammentare che da anni si richiedeva la organizzazione di un tavolo di incontro e confronto su varie tematiche inerenti il problema più in generale, ma anche quello particolare dell’utilizzo dell’area verde. Ora è da chiedersi chi riuscirà a mettere d’accordo non tanto le singole persone ma le diverse ipotesi di intervento tra le quali spicca, certamente per la alta valenza di utilità pubblica e non solo cittadina, la costruzione di un Centro della Protezione Civile Polifunzionale che prevede l'eliporto. Disattendere a questo sarebbe, a mio avviso un errore grave. Come un grave errore sarebbe quello di non porsi, in ogni circostanza legata alla cosi dette “compensazioni”, e questa è una di quelle, anche una forte tutela dei lavoratori della Base Americana. Un altro problema nasce dal denaro e ritengo di dover dire che a mio avviso, ma anche in base a quanto sentito esprimere in questo incontro, i tanto decantati 11 milioni di euro saranno insufficienti e basteranno presumo solo per la bonifica del terreno (più di sessanta ettari) e per un progetto che non sia solo una enunciazione di principi e di volontà ma un progetto esecutivo. Un progetto che faccia di questa area un punto di riferimento autenticamente pubblico, civile, ricreativo e della massima sicurezza non solo a servizio della città di Vicenza ma di tutta la Provincia che, come Istituzione fondamentale, va immediatamente coinvolta. Personalmente auspico che la soluzione che verrà proposta lo sia su una base di effettiva utilità pratica e concreta per la comunità senza sottofondi ideologici».
E della possibilità di realizzare un eliporto nel Parco della pace che ne pensa?
Formisano: «Sono contrario. Vicenza ha tanti posti dove realizzare un eliporto, nelle immediate vicinanze della stazione, vicino all’Aeroporto».
Rucco: «Condivido appieno che una porzione dell’area venga destinata ad eliporto; sul punto va detto che Vicenza, a causa dell’inefficienza di questa Amministrazione Comunale, sta perdendo moltissime occasioni, tra cui il ruolo primario in tema di trasporto aereo, a vantaggio di qualche comune vicino. La demagogia con cui Variati affronta ogni tema amministrativo, tra cui anche quello della destinazione del Parco ad area verde attrezzata, dimostra la poca lungimiranza di questa Amministrazione».
Asproso: «Dopo il fallimento della Società Aeroporti Vicentini, le categorie economiche hanno decretato la fine di qualsiasi velleità aeroportuale del capoluogo e, in un’ottica integrata con il territorio provinciale, molto meglio puntare sullo scalo thienese. Stesso discorso per l’eliporto che mi sembra meglio collocato al “Ferrarin” di Thiene piuttosto che nelle vicinanze dei quartieri di Laghetto e S. Bortolo. Peraltro, non rientra neppure tra i progetti dell’Amministrazione, basti ricordare l’OdG votato dal Consiglio comunale nell’aprile 2010 che destina l’intera area del Parco ai soli usi ecologici».
nr. 24 anno XVI del 25 giugno 2011