NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il tuffo costa caro in piscina più che a Sottomarina

di Pietro Omerini Zanella
pedro-zanna@hotmail.it

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Il tuffo costa caro in piscina più che a Sottomari

Stando in fila alle biglietterie, però, il ragionamento sembra essere meno solido; non tanto per le piscine di Altavilla o di Viale Ferrarin, ma per quelle più piccole come San Pio X e Trissino.

Più piccole, meno affollate, e con meno attrazioni delle sorelle più grandi, queste piscine sono da sempre dedicate al quartiere che le ospita e a quegli utenti, più desiderosi di calma e di quel relax talvolta impossibile da trovare in impianti più grandi e affollati.

Qui gli otto euro e cinquanta del biglietto festivo appaiono abbastanza esagerati. Prendiamo l'esempio di San Pio X: gli impianti, che fino all'anno scorso godevano di un biglietto d'entrata di costo inferiore rispetto alle piscine di via Ferrarin, sono stati oggetto di un ampia ristrutturazione nei Il tuffo costa caro in piscina più che a Sottomari (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)mesi invernali. Alla prova dei fatti però non reggono il confronto, nemmeno al ribasso con le piscine centrali.

Le vasche, rifatte quest'anno, sono piccole, il famoso campo da beach non c'è più, l'erba del campo da calcetto è alta, e il filo spinato intorno alle mura; anche esteticamente non è certo bello da vedere, anzi fa molto “carcere” (per restare in quartiere). Non mancano i controsensi: attorno alla zona vasche, sotto gli ombrelloni, è stato collocato un manto di erba sintetica. Esteticamente bello, ma di certo non facilita il refrigerio degli utenti. Al contrario, là dove due porte da calcio sono state appoggiate al terreno (quasi ad indicare un campo) il prato – stavolta vero – è tutt'altro che inglese, anzi: l'erba è proprio alta. Alla faccia della qualità, verrebbe da dire. Unica novità rilevante, effetto evidente dei lavori compiuti in inverno, la bella giostra con scivoli annessi nella vasca dei bambini.

Qualcosa non va. Perché se i servizi e la grandezze degli impianti possono facilmente giustificare il prezzo – non così popolare – del biglietto ad Altavilla e in viale Ferrarin, per San Pio X otto euro e cinquanta sembrano un esagerazione. Il trucco c'è ma non si vede, almeno di non essere tecnici.

«A San Pio X abbiamo investito molto prima di questa stagione – spiega l'assessore Umberto Nicolai [a des.] – Il piano vasche è stato completamente rifatto, e posso assicurare che non è stato un lavoro semplice: c'era più cemento armato che in Il tuffo costa caro in piscina più che a Sottomari (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)un bunker. Inoltre, sempre in quella piscina c'è un bello spazio verde, che diverrà, anche guardando al futuro, un polmone verde per il quartiere. Manca ancora il campo da Volley e sono sicuro che i gestori delle piscine, stando attenti anche a quali sono le nuove tendenze in termini di campi da gioco, presto provvederanno. Pensando ad impianti come quello di San Pio X bisogna tener conto che si tratta di strutture di quartiere; tuttavia io sono molto soddisfatto dei lavori effettuati durante l'inverno. Esiste però un problema relativo alla velocità operativa con cui si riescono a svolgere ammodernamenti o in generale lavori pubblici ad impianti sportivi. La burocrazia rallenta anche quelle opere già decise e finanziate, perché l'ufficio tecnico del Comune è uno e spesso ci vuole molto tempo, perché i progetti escano da lì».

Tempo al tempo. Intanto però sono moltissimi i vicentini nati e cresciuti in città che guardano alla periferia e alle piscine dei comuni vicini. Impianti più piccoli magari, ma spesso attrezzatissimi e più economici.

A Dueville ad esempio, l'impianto comunale è dotato di scivoli, giochi per bambini e campi sportivi. Le vasche non sono enormi, ma il prezzo d'ingresso è inferiore. Sette euro nel fine settimana, sei durante i giorni feriali. La stessa cosa vale per le piscine di Monticello e per quelle di Caldogno. Insomma, in provincia – almeno per il momento – il rapporto qualità/prezzo sembra migliore. Ai più parsimoniosi tra gli utenti delle piscine, dunque, non resta che scappare dalla città. La qualità c'è e paga, anche in provincia.

 

nr. 26 anno XVI del 9 luglio 2011

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