L’architettura è come un abito su misura. Passateci la rima, ma è così.
Il progettista, come il sarto, plasma l’edificio in base alle forme propugnate dal committente. Definisce stile e materiali il più delle volte su quelle che sono richieste ben precise. Addomestica spazi e soluzioni stando all’evoluzione del progetto, prima, e del cantiere, poi.
Il procedere di un’opera e il suo pieno completamento sono legati a filo doppio con la disponibilità economica del cliente-finanziatore. E capita che molto spesso sia il vile denaro a decidere tempi e fasti dell’architettura in divenire.
Sappiamo quanto l’opera palladiana sia o non sia stata compiuta come da progetto solo per il fatto che il committente aveva o non aveva più disponibilità economica.
Certo è che se il Premio Dedalo Minosse alla Committenza d’Architettura fosse esistito ai tempi di Palladio, forse i più premiati sarebbero stati proprio i suoi committenti veneti.
Non per nulla, il catalogo che raccoglie le opere finaliste del premio si apre con una frase di Palladio tratta dai “Quattro Libri” (III, Cap. 3): «Io sarò tenuto molto aventurato, havendo ritrovato gentil’homini di così nobile, e generoso animo, e eccellente giudicio, c’habbiano creduto alle mie ragioni, e si siano partiti da quella invecchiata usanza di fabricare senza gratia, e senza bellezza alcuna…».
In effetti, è grazie al committente che si possono avere edifici di pregio, soluzioni innovative, inserimenti adeguati nel territorio e nel paesaggio. L’idea, la richiesta, la possibilità economica, e non ultima, la capacità di dar fiducia al progettista, partono da lui. E al committente illuminato, motore della bella architettura, è indirizzato il Premio Dedalo Minosse, promosso dall’Associazione Liberi Architetti, ALA – Assoarchitetti in collaborazione con la Regione Veneto, fa leva proprio sul ruolo del committente sull’esito dell’architettura prodotta.
Il premio, per questa sua peculiarità, è stato insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica Italiana quale Premio di Rappresentanza, gode di innumerevoli patrocini ministeriali, del Parlamento Europeo, dell’Anci e di Comune e Provincia di Vicenza, e tra gli altri, enti e associazioni professionali anche non locali, di Camera di Commercio IAA della Provincia di Vicenza, Accademia Olimpica di Vicenza, Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Vicenza, VAGA - Associazione Giovani Architetti della Provincia di Vicenza.
L’interessantissimo e complesso panorama delle opere che hanno partecipato all’edizione 2010-2011 è in mostra a Vicenza a Palazzo Barbaran da Porto, sede del Cisa “A. Palladio”. Il catalogo, edito da Ala, Regione Veneto e l’Arca, dà ampio spazio a 54 opere ed ai commenti dei patrocinatori e dei membri della giuria, presieduta da Cesare Maria Casati (direttore della rivista l’Arca) e formata da architetti – tra i quali, gli “archistar” Mario Botta e Richard Meier e i vicentini Bruno Gabbiani, Stefano Battaglia e Marcella Gabbiani (questi ultimi per il comitato promotore) – da giornalisti e storici dell’architettura nonché dall’imprenditore berico Paolo Caoduro, la cui azienda Caoduro Lucernari è sponsor principale del premio.
Anche l’ottava edizione di questa manifestazione biennale, unica nel suo genere per il fatto che premia opere già realizzate, ha declinato i premi in più versioni e ha affiancato ai vincitori una lunga serie di segnalazioni (ben 12), quasi ad indicare che il bacino dal quale attingere fosse molto più ampio di quanto l’autorevole giuria potesse aspettarsi all’origine del premio stesso.
Molto ampio e diversificato è stato del resto il target dei committenti.
Estrapolando alcune statistiche in merito alla loro tipologia, risulta aver interessato aziende (39%), amministrazioni pubbliche (25%), privati (25%) ed enti, fondazioni, associazioni (11%). Tra gli interventi, le opere partecipanti hanno toccato come sempre ambiti eterogenei, ossia: edifici pubblici (28%), abitazioni (24%), edifici polifunzionali (14%), uffici (10%), aree commerciali (6%), spazi pubblici (6%), infrastrutture (5%), produttivo (3%), installazioni, prototipi e opere temporanee (3%), spazi verdi (1%).
Il 75% delle opere riguarda nuove costruzioni, il 21% restauri e ristrutturazioni e 4% recupero urbano.