NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La Valdastico Nord: i trentini la vogliono, ma il Veneto?

Il commissario straordinario per il tunnel Brennero Mauro Fabris lo dice chiaro. «Se Dellai ha rallentato non così i trentini. Ora resta da capire che ne pensa davvero Zaia»

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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La Valdastico Nord: i trentini la vogliono, ma il

Il nodo sul tracciato della Valdastico è ancora, dopo anni, irrisolto: Trento ha tenuto ferma la sua opposizione al tracciato, e, dopo uno spiraglio d'apertura, ha richiuso la porta; non si prospetta quindi, ad oggi, alternativa alla gara per la concessione che scivola così di mano da Serenissima. Ad opporsi al destino che pare segnato è però la Provincia di Vicenza, che rilancia con una sorta di Stati Generali, convocati in Fiera a Vicenza il prossimo 25 luglio, sulla ipotesi di prolungamento a Nord. Giorno in cui verrà anche presentato il nuovo progetto preliminare di La Valdastico Nord: i trentini la vogliono, ma il (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)prolungamento. Progetto che dovrà essere pronto ed appaltabile entro il 2013. Tra gli invitati alla giornata Valdastico Nord anche Mauro Fabris [a des.], che coi trentini lavora da anni, essendo commissario straordinario per il tunnel del Brennero. E che ipotizza un monumento al valore nel caso il presidente della Provincia Attilio Schneck riesca a portare a casa il tanto desiderato prolungamento.

Il 25 luglio convegno in Fiera a Vicenza per presentare il progetto definitivo del proseguimento dell'A31 da Piovene alla Val D'Agide. Fabris lei è stato invitato?
Mauro Fabris
: «Si sono stato invitato personalmente dal Presidente Schneck».

Sarà la volta buona per la Valdastico Nord o sono solo manovre pre-elettorali?
«L’incontro del 25 luglio è molto importante perché dovrebbe servire a definire una volta per tutte se i vicentini e i veneti vogliono la Valdastico Nord. Stabilito questo l’azione della Società Bs/Pd potrà, con la forza delle categorie economiche, delle Istituzioni venete e vicentine alle spalle, concentrarsi nel tentativo di completare un’opera necessaria per dare uno sbocco migliore verso l’Europa all’intero Nord Est in cui altre opere strategiche (vedi TAV Corridoio 5) non verranno realizzate entro i prossimi 20 anni».

D'altra parte Lorenzo Dellai lo dice da sempre: «Con me la Valdastico Nord non si farà». Una posizione tattica o reale?
«Il Presidente Dellai [a sin.] ha assunto una posizione che nel tempo sembrava destinata a modificarsi e che invece ora è tornata al punto di partenza per il veto “ideologico”, sedimentatosi senza ragioni seriamente sostenibili, di una parte della sua attuale La Valdastico Nord: i trentini la vogliono, ma il (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)maggioranza mentre tutte le categorie economiche e larga parte dei trentini vorrebbe la Valdastico Nord. Il Presidente Dellai sostiene che anche il Presidente Zaia e l’Assessore Chisso preferirebbe la soluzione di un nuovo collegamento veneto verso Trento attraverso la Valsugana su questo rilancia il suo no alla Valdastico Nord. Sarà perciò interessante ed illuminante sentire se e nel caso come il Presidente Zaia si esprimerà il 25 sulla questione».

Lei con i trentini ci lavora, in veste di commissario straordinario della galleria Brennero. Quale potrebbe essere la chiave giusta per ottenere un sì da loro?
«Sulla questione Valdastico Nord, rispetto a 10 anni fa, riscontro come le argomentazioni contrarie si affievoliscano nello loro sostanza di allora. L’ambientalismo ha le armi spuntate perché il traffico su gomma, merci, comunque cresce di continuo sull’A22. Lo stesso Presidente Dellai quando propone l’alternativa Valsugana elimina molte delle contrarietà ambientaliste di allora. La paura di essere “invasi” dai veneti fa ridere nel tempo dell’economia globale. Il tema della “raggiungibilità” di quei territori è tema diventato molto sentito da cittadini e imprese costretti a subire i costi di poche infrastrutture concesse dall’orografia. Serve perciò un approccio capace di comprendere le ragioni certamente ma anche i problemi che quella Provincia, nonostante la sua specialità, vede crescere. Per questo è necessario, prima di ogni altra azione, avere da parte della Regione Veneta la risposta a come essa intenda aprire per ferrovia, con le strade, con gli aeroporti (non si dimentichi la rilevante quota di Trento nella Società aeroportuale di Verona me quella che potrebbe assumere in quelle di Treviso e Venezia) il Trentino al Nord Est e poi il Veneto alLa Valdastico Nord: i trentini la vogliono, ma il (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica) Nord Europa».

I soldi poi ci sarebbero per finanziare il prolungamento della Valdastico a Nord?
«Per un’opera così strategica, tanto più con il suo completamento in corso di realizzazione verso sud (uno dei più grandi cantieri oggi aperti in Italia di cui nessuno parla), i soldi si trovano facilmente ed immediatamente perché i ricavi attesi saranno abbondantemente superiori ai costi».

Meglio Valdastico Nord o pensare di ampliare la Valsugana?
«In questa fase sono due opere alternative. La differenza sta nella impossibilità di trovare ora i soldi per potenziare la Valsugana (i comuni interessati sono contrari, non è pensabile pedaggiarla e il Veneto non ha le risorse di Trento da spendere) e poi con la Valdastico sud aperta non si risolverebbe il problema perché tutto il traffico adriatico giunto a Monselice sulla BO-PD finirebbe a VI EST per salire al Brennero mentre continuerebbe a salire per la Valsugana il traffico dall’Est (destinato ad aumentare una volta costruita la Pedemontana Veneta dall’A28 e quello dal centro Sud Italia dopo la prevista realizzazione della Nuova Romea Commerciale autostradale da Orte-RA)».

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