NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La Valdastico Nord: i trentini la vogliono, ma il Veneto?

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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La Valdastico Nord: i trentini la vogliono, ma il

Il presidente della Provincia Schneck si gioca tutto, anche la conferma, su questa carta?
«Penso non sia così. Certo in caso di riuscita bisognerà fargli un monumento equestre all’incrocio tra Valdastico e A4 a VI EST».

La Valdastico Nord: i trentini la vogliono, ma il (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Serve davvero questa infrastruttura per il territorio veneto e vicentino?
«Non solo a loro ma all’intero Nord Est perché rischia di essere tagliato fuori per i prossimi 20/25 dai Corridoi Europei. E serve a Trento non dimentichiamolo».

Di cosa ha davvero bisogno il nostro territorio per rilanciare l'economia locale?
«Per cominciare di quelle infrastrutture già decise e finanziate da anni e che non si fanno Pedemontana, Valdastico, un vero centro intermodale. C’è anche un costo che deriva da aver fatto negli anni scelte, escludendone altre, senza poi concretizzarle».

Parliamo di Tav: la Provincia l'ha inserita tra le compensazioni da chiedere al governo per il Dal Molin agli americani. Una mossa giusta? Fermerà a Vicenza?
«Richiesta legittima. A cui temo sarà difficile dare una risposta positiva perché è sbagliata, come ho sempre sostenuto, l’irrazionale richiesta del Capoluogo di farla passare per la città».

L'eurotunnel è davvero una occasione di crescita anche per il nostro territorio? E se sì in che modo?
«Il Corridoio 1 Berlino-Palermo è già completo nel suo accesso sud al Brennero con la AV/AC sino a Salerno. Inizio 2012 partono i lavori per il quadruplicamento del Tunnel di base. Austria e Italia hanno trovato i soldi (8 MLD EU). In Germania e in Austria si lavora al quadruplicamento accesso Nord. Siamo il Corridoio Europeo in più avanzata fase di costruzione e quello più finanziato dalla UE. Interconnettere il vicentino anche con Trento dove c’è un Interporto dalle enormi potenzialità, oltre alla realtà del Quadrante Europa, è una straordinaria opportunità, l’unica (rassegniamoci) per alcuni decenni.
Il nuovo tunnel ferroviario del Brennero [a sin. il cantiere], composto da due nuove gallerie, in affiancamento alle due storiche, di 55 km l'una interconnessa con una terza di servizio di cui è elemento integrante il quadruplicamento delle linee Fortezza-La Valdastico Nord: i trentini la vogliono, ma il (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Verona sull'asse ferroviario Monaco-Verona, parte fondamentale del Corridoio Europeo n.1 Berlino-Palermo, è un'opera fondamentale per tenere agganciato l'intero Nord Est d'Italia ai flussi crescenti nord-sud di merci nel mondo. Tale nuovo scenario nei traffici è stato generato dalla crisi economica in corso: le direttrici più importanti diventano quelle nord-sud a scapito di quelle est-ovest. Alla tradizionale necessità per le nostre imprese di avere rapido e sicuro accesso ai mercati centro-nord europei, che rappresentano da sempre la quota maggioritaria del nostro export (di questo oltre il 70% passa per il Brennero), si aggiungono le rotte per i mercati emergenti del sud, sud-est da cui provengono peraltro tante materie prime e le fonti energetiche non rinnovabili. Il raddoppio del Canale di Suez o i 100 miliardi di euro di investimenti in infrastrutture che si stanno realizzando nei Paesi in grande crescita del Nord Africa, ne sono una prova. Il Corridoio Europeo n. 1, non a caso 1, mirato ad evitare la circumnavigazione atlantica dell'ovest europeo delle grandi navi da e per il sud del mondo, oggi costrette ad arrivare sino ai porti europei del nord, ha l'obiettivo di mettere su ferrovia tutti questi traffici facendoli approdare sulla "banchina portuale" naturale dell'Europa: l'Italia. Senza il nuovo Brennero, collegato al Nord Est anche attraverso il potenziamento della ferrovia in Valsugana, da Trento sino a Venezia, sono destinati a perdere peso anche i porti del Nord Adriatico, da Ravenna sino a Trieste. Già oggi tante materie e prodotti che usiamo noi, vengono scaricate nei grandi porti del nord Europa e trasferite, più su camion che su treno, da noi. Se a ciò si aggiungono le restrizioni progressive e future alla movimentazione su gomma di merci e persone, che Europa e Paesi centri europei stanno applicando per migliorare l'ambiente, si capirà che senza il nuovo Tunnel del Brennero, senza il Corridoio 1, non c'è futuro adeguato al Veneto produttivo di oggi».

 

nr. 28 anno XVI del 23 luglio 2011

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