NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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A scuola in bus: perché tanti no?

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A scuola in bus: perché tanti no?

Il sabato libero dovrebbe una ipotesi gradita agli studenti se non altro per l'intervallo che crea tra una settimana e l'altra. Ma le cose stanno davvero così? Quanta disponibilità c'è da parte dei ragazzi a questa soluzione?

DORIS ZJALIC- Io penso che forse per i licei è una soluzione plausibile e praticabile ma lo è sicuramente meno per gli istituti tecnici e professionali che come dice il preside fanno 32 ore; o si fa quindi un pomeriggio fissato per tutti o si spalmano le ore senza però ottenere qualsiasi risparmio perché pago in diverso modo gli stessi costi dell'altro sistema. Cinque rientri o sei ore al giorno per cinque giorni non credo siano graditi a nessuno.

CLAUDIO CICERO- Io però debbo dire che avevamo proprio al Rossi 38 ore con mattina e pomeriggio e chiusura alle 6 di sera. Dove andavamo nell'intervallo della pausa pranzo? A casa chi poteva e ci arrangiavamo con un panino se si abitava fuori città; non c'era mensa, a proposito Peron: perché il Quadri nato due anni fa non ha la mensa.9, Chiaro che i dirigenti non sono messi nella condizione di lavorare al meglio. Secondo me c'è anche un ruolo che appartiene agli studenti; ai miei tempi ci si arrangiava, elementari e medie andavano a scuola con turni di mattino o di pomeriggio. Dico un'altra cosa: i ragazzi delle superiori hanno un'età da 14 a 18 anni e più sono in grado di organizzarsi, certo che la responsabilità non la si può lasciare sulle spalle dei presidi. Con un piccolo sacrificio mattutino, cominciare alle 7,30, si può ottenere un grosso vantaggio sul pomeriggio.

LORENZO GAGGINO- Le faccio una provocazione: ricorda ai suoi tempi quanti assistenti tecnici c'erano, quanti bidelli c'erano quanti insegnanti avevano 14 ore, quanti 15, eccetera?

CLAUDIO CICERO- Ma il problema è che chi rimaneva in aula non aveva assolutamente un sorvegliante che faceva la guardia. Io penso che i ragazzi abbiano testa e responsabilità e sappiano stare al mondo: possono benissimo stare in classe, magari a ripassarsi la lezione e così non andando a zonzo da nessuna parte; c'è un problema di responsabilizzazione dei dirigenti che può essere alleviato; se il problema è la famiglia penso che nel momento in cui i genitori sanno di questa permanenza a scuola anche nella cosiddetta pausa pranzo prenderanno misure adeguate come procurarsi un bel panino e risolvere tutto. In una settimana un rientro non è la fine del mondo se lo consideriamo con questa visione.

DORIS ZJALIC- Sì però si parla molto di bilanci e di spese, ma non si parla di qualità dello studio; si sa che stando a scuola otto ore dopo la quarta ora c'è un calo di concentrazione e ne risente poi il risultato di quello che posso imparare e assimilare.

CLAUDIO CICERO- Noi le otto ore le facevamo regolarmente e non siamo diventati cretini per questo. Dovevamo imparare e impiegavamo quel tempo per progredire nello studio.

LORENZO GAGGINO- Guardi Cicero che i tempi sono cambiati, sono cambiati anche gli interessi e perciò è molto più difficile chiedere concentrazione prolungata in certe condizioni...

A scuola in bus: perché tanti no? (Art. corrente, Pag. 4, Foto generica)Guardate che la parola magica l'ha detta prima Peron quando si è domandato a chi interessi veramente la scuola: leggo un articolo sul Giornale di Vicenza che denuncia l'assenza dall'organico degli insegnanti di sostegno della bellezza di 96 unità. Vuol dire aver già disperso una parte importante del servizio che la scuola offre alle fasce più deboli di popolazione studentesca: difficile che per la scuola ci si straccia le vesti a livello di programmazione politica.

DIEGO PERON- Lei accenna a questo problema, io le aggiungo che al Quadri ho dei casi di dislessia. Per quel che mi ricordo quando ero assessore ai servizi sociali la dislessia veniva curata, affiancata, alla fine recuperata; c'era la necessità di un sostegno e il sostegno lo si dava. Ora che ci sono tutte queste restrizioni la dislessia viene lasciata a sé perché la casistica sociale è molto più grave e richiede una scaletta di priorità; la scuola cosa può fare e come può investire se mancano i mezzi? Se mi permette vorrei tornare al discorso cui ha accennato la studentessa: con l'aiuto del Comune noi abbiamo aperto tutto un discorso legato alle piste ciclabili; al di là dell'economia creata dal mezzo/auto, io dico che vedo molti più ragazzi di prima arrivare in bicicletta. Così si intasa meno il traffico. Siamo fortunati perché siamo scuola nuova e in una posizione buona, ma abbiamo avuto meno problemi perché in seconda fascia, perché disponibili a discutere appunto anche sul piano di una mobilità diversa e ci pare che il Comune collabori ad incentivare questo genere di soluzioni anche nelle altre scuole della città. Credo che partendo prima nella discussione e senza gettare la croce addosso a nessuno una via di uscita per tutti possiamo trovarla; ci siamo incontrati in Provveditorato e lo faremo ancora, penso che siamo tutti disponibili, che ci si debba incontrare con gli studenti chiedendo loro di aiutare ad incentivare le soluzioni più semplici della viabilità, come l'uso della bicicletta e delle piste che ora ci sono. Tutto è stato tagliato e tutti dobbiamo fare qualche sacrificio. L'importante è riprendere il discorso presto.

CLAUDIO CICERO- Siamo pronti a riprendere anche da ottobre, ho già un'agenda pronta, basta metterci d'accordo su quanto, Certo è che non si può ripetere l'errore di rivederci in primavera...

Chiudiamo con una domanda al direttore FTV: la qualità del trasporto com'è? È vero che molti bus sono superaffollati ed altri lo sono meno senza che si riesca a regolare l'afflusso da questo punto di vista?

ANTONIO DONÀ- Bisogna intendersi. Noi non facciamo trasporto scolastico, facciamo trasporto pubblico locale il quale è strutturato da una normativa completamente diversa: Nel trasporto scolastico io non posso tenere in piedi nemmeno una persona, in quello pubblico accade il contrario; il riferimento è costituzionale, siamo nell'ambito dei diritti sanciti e questo è appunto il diritto alla mobilità, tanto che questo servizio è finanziato dal pubblico. A noi non risulta che ci siano sovraffollamenti rispetto alle quantità previste di posti in piedi, gli unici problemi che ci sono stati li abbiamo segnalati e sono dovuti a discontinuità o diversità di salita in bus rispetto alle fasce previste; logico che qui stiamo parlando di un periodo in cui non ci sono ancora gli orari definitivi per cui molto si chiarirà quando gli orari ci saranno. I casi a parte sono rappresentati dal giorno di pioggia, oppure come è accaduto un paio di anni fa dal fatto che i bus sono partiti vuoti perché chi poteva farlo non è salito salvo poi accumularsi all'improvviso su una corsa successiva. Per questo siamo stati costretti a far salire i controllori che obbligavano gli utenti a rispettare la scelta delle varie corse: se tutto un gruppo scende improvvisamente ad una fermata per attendere il bus successivo dove ci sono gli amici e lo va ad intasare imprevedibilmente allora è chiaro che non si può parlare di sovraffollamenti ma di tutt'altra cosa. Per il resto posso dire che la situazione di carico è assolutamente normale. Se non ci sono assalti alla diligenza non succede niente.

CLAUDIO CICERO- In questi casi si tratta anche di buona educazione o di educazione civica. Posso dire un'ultima parola? Riguarda le corsie preferenziali. Le riproporrò e chiederò una mano proprio alla scuola. Finora al momento buono per vincere questa piccola battaglia mi sono trova da solo e da soli non si va lontano...

 

nr. 30 anno XVI del 17 settembre 2011

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