NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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A scuola in bus: perché tanti no?

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A scuola in bus: perché tanti no?

Prima di passare la parola a Diego Peron dico al direttore FTV Donà che gli chiederemo un chiarimento sullo sfasamento di orario tra gli orari della sua azienda e quelli di AIM. Preside Peron, che cosa risponde su quanto sostiene Cicero?

DIEGO PERON- Non voglio dare una risposta a Cicero quanto a chi continua a fare articoli rispetto alla responsabilità dei presidi. Sono dal 90 al Quadri e so che da anni è nella seconda fascia anche se siamo stati accusati di incentivare i nostri ragazzi ad arrivare nella prima fascia. Il problema è che qui siamo di fronte ad una questione che supera quella dei trasporti per investire per intero la finanza pubblica. Io mi domando a chi interessa la scuola; si fa presto a dire accorciate le ore; lo facessimo, avremmo la Corte dei conti che ci fa i conti in tasca, che controlla i 60 minuti delle ore, i genitori che possono ricorrere al TAR, il controllo sui periodi previsti e come, sulla quantità dei periodi. Ripeto: a chi interessa la scuola? Interessa alla Regione nel momento in cui esce con tagli di questa entità? Sono stato anch'io assessore alla pubblica istruzione, mi sono sempre detto che se mi interessa la scuola debbo fare uno sforzo finanziario e investire in quella direzione. Prima di gettare responsabilità sugli altri bisogna andarci cauti. Personalmente non l'ho mai fatto e anzi ci siamo incontrati più volte per capire che cosa si poteva fare per rispondere adeguatamente su questo tema alle aziende. Al Quadri ho 200 ragazzi che arrivano da fuori con FTV e che iniziando le lezioni alle 8,10 sono a scuola alle 7,30. Vanno sicuramente ad intasare la prima fascia con quei mezzi che sono importanti per altre scuole. Si mette in moto una serie di altri meccanismi; abbiamo meno problemi rispetto ad altri. Finisco sul sabato libero: ne possiamo parlare quando si concluderà il ciclo tecnologico, fra tre anni, quando non saremo più nelle 34 ore; oltretutto non abbiamo mensa. Quando avremo il nuovo ordinamento operanti, con 27 e 30 ore nel triennio allora potremo parlare del sabato. Resto ai licei per dire che fare ore pomeridiane oggi significa chiedere a ragazzi ed insegnanti un sacrificio.

A scuola in bus: perché tanti no? (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)Riparleremo del sabato ovviamente non prima di aver ripreso il discorso con FTV sugli orari da armonizzare e come con AIM. Quanto e come sarà possibile arrivare a questo risultati che contribuirebbe a decantare almeno in parte il peso di alcuni problemi?

ANTONIO DONÀ- Premetto che non parto dal 2011 ma dall'anno prima; siamo andati dal Prefetto chiedendo anche la collaborazione del dirigente del Provveditorato dott. Venturella e in quel momento è partito un dialogo che secondo è stato costruttivo anche se con alcuni istituti più che con altri. È stata trovata come si dice una quadra per risolvere sufficientemente il problema anche con realtà non vicentine e abbiamo poi migliorato nel corso della primavere di quest'anno. Per questo non condivido il passaggio che è stato fatto prima sul contributo del Provveditorato perché dal punto di vista nostro è stato un interlocutore attento e ci ha aiutati nel senso che ha promosso incontri probabilmente difficili da organizzare e portare avanti senza quella mediazione. Per questo dico che non possiamo che essere riconoscenti per il ruolo svolto. Detto questo ricordo che ad esempio per la zona bassanese ci siamo incontrati in febbraio trovando poi un accordo e per Vicenza ci siamo visti in maggio con una serie di corrispondenze in cui abbiamo offerto le due fasce di cui si è parlato finora cioè 7,40/8,20 e 12,45/13,45. La disponibilità che avevamo era questa e questa abbiamo offerto. L'ideale sarebbe avere una armonia nella divisione in due fasce tra tutti gli istituti perché aiuta all'organizzazione del servizio e a contenere le spese. Con gli orari definitivi vedremo se ci saranno problemi di omogeneità nel movimento degli studenti rispetto alle nostre corse; dipende da quanti escono e in che giorno in seconda fascia e quanti invece magari il giorno dopo escono tutti in prima fascia. La nostra posizione è questa e l'abbiamo sempre mantenuta con la collaborazione dei presidi ogni volta che c'è stato un cambiamento di flussi.

Ora ritorniamo alla questione del sabato a casa. Parrebbe una buona soluzione anche perché offre a tutti un paio di giorni di stacco oltre che fruttare un bel risparmio sul piano della spesa. Ma sul sabato sono più i sì o i no?

LORENZO GAGGINO- Personalmente non sarei contrario anche se nella migliore delle ipotesi con 32 ore vuol dire fare sei ore tutti i giorni più un rientro di due ore; a meno che non si facciano orari strani tipo 7,30/14; ma io vorrei chiedere al consigliere Cicero se ha provato a fare un sondaggio con le famiglie. L'anno scorso l'ho fatto io, ho chiamato in assemblea i genitori degli studenti di prima; hanno partecipato 80 su 100, quindi una partecipazione altissima; quando ho lanciato l'idea del sabato c'è stata la rivoluzione in aula magna, i genitori non vogliono i cinque giorni; allungando troppo i tempi quelli che abitano lontano uscendo alle 5 da scuola arriverebbero a casa alla sera, il giorno dopo come tornerebbero e con quali lezioni fatte? e questa è una delle ragioni per cui si è manifestata questa contrarietà. L'altra ipotesi è quella di spostare al venerdì pomeriggio il rientro di due ore, ma significherebbe mandare spasso per la pausa pranzo 1200 persone, una prospettiva che non può essere considerata con leggerezza, oppure farle sostare all'interno della scuola nella condizione che dicevamo all'inizio, con copertura assicurativa se c'è sorveglianza per quel periodo specifico, ma comunque sotto la mia personale responsabilità. Quando abbiamo partecipato alla riunione al Montagna l'ho detto a Cicero: se mi date una mensa per 1200 persone io faccio il sabato libero.

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