NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La città? Se occorre, decidiamoci a colorarla

Arredo urbano e ricerca di immagine, temi del secondo numero de La Piazza – Partendo dal coccodrillo rosso regalato da Bisazza e sistemato sulla rotatoria di Viale Milano, consensi e dissensi, una serie di lettere, i commenti – La morale delle valutazioni emerse in trasmissione dice che non si può pensare ad una e ormai desueta chiave interpretativa dell'organizzazione urbana, ma che invece bisogna lasciare spazio ad un'altra creatività

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La città? Se occorre, decidiamoci a colorarla

(g. ar.) - Prima un paio di lettere, poi la fila si allunga. Infine prende la penna Toni Vedù e sottolinea un paio di concetti a partire dal fatto che quel coccodrillo rosso sulla rotatoria di Viale Milano non solo non dovrebbe scandalizzare nessuno, ma andrebbe interpretato come un segnale di una nuova tendenza: verso la fantasia, qualità che alle nostre città, grigie e “immusonite” – come dice lo stesso Vedù – certo necessita urgentemente. Su questa base nasce e si sviluppa nell'arco di un'ora abbondante, molto interessante, la seconda trasmissione della serie La Piazza; vi hanno partecipato, oltre a La città? Se occorre, decidiamoci a colorarla (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Vedù, la presidentessa degli Amici dei Parchi Luisa Manfredini, l'assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Vicenza Ennio Tosetto, il presidente della sezione 1 “Centro storico” ASCOM Matteo Trevisan, l’architetto ed ex presidente dell'Ordine provinciale Giuseppe Secone e il presidente provinciale dei Giovani Architetti iscritti all'Ordine Giovanni Barban.
Premessa al dibattito, l'estemporaneo intervento di Claudio Cicero da Viale Milano [foto a des.], vista coccodrillo in diretta, il quale Cicero, grazie anche alla presenza peraltro invisibile di Luca Ancetti, ha aperto il discorso con il significato di questo genere inedito di arredo urbano promettendo che nei suoi piani c'è l'idea di farne un altro e più aggressivo cavallo di battaglia, alla stregua della stessa “campagna rotatorie” e annunciando a breve termine una raffica di “sorprese”. Da questo elemento di arte a costo zero, dice Cicero, prendiamo lo spunto per un progetto più allargato che deve vedere coinvolte tutte le parti della comunità e che a lungo sguardo propone il coinvolgimento soprattutto di sponsorizzazioni alla quali verrebbe affidato il compito di superare le inevitabili difficoltà finanziarie che caratterizzano il tempo attuale di qualsiasi amministrazione pubblica.

 
ARREDO PERCHÉ

La città? Se occorre, decidiamoci a colorarla (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Arredo significa in sintesi ricerca di immagine attraverso cui presentare una città; Vicenza si caratterizza come altre per un certo grigiore tanto più evidente quanto il luogo di primo impatto è in periferia. Ponte Alto, tanto per citare un luogo di ingresso.

TONI VEDÙ - «Ho scritto quella lettera al giornale dietro un impulso determinato da altre lettere e dal fatto che mi pareva nascesse una polemica fondata su piccoli equivoci. Tutto sommato ho scritto cose scontate, ma sottintendendo almeno una cosa, cioè che la decorazione delle rotatorie è diventato ormai un genere, o un sottogenere, artistico; una decorazione cittadina può essere fatta – come già accade – di cose estemporanee, ma anche divertenti; il coccodrillo fa polemica, ma in giro per l'Italia ci sono invenzioni che mettono in fila una serie di coccodrilli, o di orsi blu, ripetizioni visive che danno sottolineature colorate. A Tirana, dopo il cambio politico, hanno pensato bene di dare colori forti alle case e alle varie situazioni cittadine che fino a quel momento più squallide e grigie non potevano essere: hanno dato agli abitanti bidoni di pittura chiedendo che si sbizzarrissero. Il risultato si è visto».


ARREDO E IMMAGINE

Quanto contribuisce l'uno all'altra e quali sono i presupposti per farne un progetto e arrivare ad una serie di realizzazioni? E come possono contribuire le categorie?

La città? Se occorre, decidiamoci a colorarla (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)MATTEO TREVISAN - «Penso sia fondamentale il rapporto tra i due concetti sia per chi ci vive in una città, sia per chi invece ci arriva; Vicenza per di più è città dichiarata patrimonio Unesco per cui ancora di più questo tema va considerato in una prospettiva ulteriormente accurata e mirata. Il problema è che siamo di fronte a una crisi che mette le amministrazioni nella quasi totale impossibilità di spendere, peraltro con priorità urgenti del tutto diverse da questo tema. Come Ascom abbiamo portato avanti un progetto per le fioriere, ma come consiglio di Zona 1 abbiamo anche deciso che nel momento in cui scadranno i vari contratti ciascuno farà per conto proprio perché, per varie ragioni, tutto il progetto si è arenato. Penso anche che da qui in avanti dovremo deciderci a fare da soli anche come categoria perché non possiamo far conto sull'amministrazione, con la quale peraltro abbiamo mantenuto e manteniamo ancora un rapporto del tutto costruttivo. Bisogna puntare sulle sponsorizzazioni e sull'iniziativa, sulla creatività.

La città? Se occorre, decidiamoci a colorarla (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ENNIO TOSETTO - «Sono d'accordo. Abbiamo cercato di trovare degli elementi che connotassero la città come punti che segnavano con continuità i percorsi cittadini o l'integrazione tra le zone monumentali. Così era nata l'idea di trovare una uniformità di soluzioni per evitare troppe dispersioni di scelta, di tipologie o di colori dei vari elementi. Bisognerebbe quindi trovare un tema comune. Non sono contrario alle rotatorie e alla scelta di trovare soluzioni estetiche per zone che sono all'interno della mobilità della città, però sono dell'idea che si debba affrontare il tema in modo organico, con un filone unico perché la città ha bisogno di un progetto su idee forti e con soluzioni semplici che fruttino risultati visibili anche per le attività della città a cominciare da quelle commerciali».

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