NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La città? Se occorre, decidiamoci a colorarla

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La città? Se occorre, decidiamoci a colorarla

GIOVANNI BARBAN - «Partiamo dal presupposto che i giovani hanno un approccio ai problemi immediato e istintivo, ma diciamo anche che ci sono le potenzialità per capire quali possono essere le soluzioni pure in presenza di una crisi come quella che viviamo: poche cose studiate e studiate bene, in modo da ottenerne la realizzabilità anche sotto il profilo economico; deve essere uno sguardo a tutto campo, pensando che ogni singolo gesto innesca qualcosa d'altro. Più si pensa così più si evitano sprechi. Noi siamo interessati all'idea della contemporaneità, naturalmente tenendo conto del passato che ci serve anche ad evitare errori già fatti. Nel 2005 abbiamo fatto un convegno su Palladio “morto”; era una provocazione ed una riflessione che voleva dire: facciamo come Palladio, ma nel nostro tempo avremo ottenuto il risultato che cerchiamo. È la proposta da fare all'amministrazione: questa è l'occasione buona per cominciare a pensare ad un tavolo di discussione».



ESTETICA E PECCATI DEL PASSATO

C'è anche questo problema: le commissioni edilizia ed ornato che non esistono più non sono servite a molto se pensiamo a quel che vediamo anche oggi come eredità dal passato. Neri Pozza “sacramentava” forte sulla stazione ferroviaria che divide la città dal colle e che, esteticamente parlando, non c'entra niente né con la città né con colle.

GUSEPPELa città? Se occorre, decidiamoci a colorarla (Art. corrente, Pag. 4, Foto generica) SECONE - «Le vecchie commissioni lavoravano sul prodotto fatto ed era difficile fermare il cammino del progetto perché voleva dire fermare il lavoro. La nostra urbanistica è in profonda crisi. Per motivi strutturali, primo il regime dei suoli con il pubblico che non gestisce più niente, siamo a una situazione difficilissima. Anche come Ordine dovremmo diffondere cultura anche noi aiutati in sinergia. C'è anche il piano regolatore nuovo che cresce con la videata, il forum, strumenti fuori portata per i più e che dovrebbero invece essere discussi più largamente e approfonditi. Lo spazio pubblico è centrale, il pubblico deve tenersi i luoghi dell'intermodalità, lasciando spazi al privato ma con gli opportuni strumenti di controllo. La stazione? Fa schifo, eppure è il biglietto da visita per chi arriva a Vicenza. Con coraggio bisognerebbe spostarla, è diventata un supermercato di tutto. Qui il pubblico dovrebbe tornare a dirigere le trasformazioni. Sulle stazione all'epoca c'è stato un lungo dibattito molto acceso. Quel che vediamo è il frutto di 50 anni; ma i quattrocento anni prima?».

ENNIO TOSETTO - «Sì, accesissimo. C'era chi voleva la stazione a nord e sarebbe stato meglio, ma ha prevalso l'idea di metterla lì troncando appunto il rapporto della città con il colle; se avessero potuto l'avrebbero messa in Piazza dei Signori. La città il colle e l'area dei fiumi è stata così trasformata. Il polo dell'ex Domenichelli contribuisce a tornare ad un concetto più proprio perché ricrea una logica di progettazione molto più adatta e comprensibile. Siamo in un momento di crisi ma anche di trasformazione e potrebbe essere una fase straordinaria della nostra vita di cittadini in questa città. Le commissioni edilizie producevano l'immagine della città del loro temLa città? Se occorre, decidiamoci a colorarla (Art. corrente, Pag. 4, Foto generica)po. L'evoluzione e le trasformazioni avvengono normalmente con il criterio della contemporaneità. Da disegni molto semplici si è passati ad altro ma anche ad altro modo di approvare i progetti per cui sotterrati dalle carte l'estetica è l'ultima risorsa a cui si pensa, schiacciati come siamo dalla burocrazia».

TONI VEDÙ - «Non per introdurre un altro tema a tempo scaduto che richiederebbe molto approfondimento, però bisognerebbe parlando di estetica parlare anche dell'albergo di Piazza Matteotti [a des.] che argomenti al dibattito sulla bellezza sul grigio e sui colori ne darebbe molti altri. Sarà per un'altra volta».

 

nr. 31 anno XVI del 24 settembre 2011

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