NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Animali a caccia di un amico autentico

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Animali a caccia di un amico autentico

Sergio Berlato sostiene che allevamenti e circhi possono contribuire anche professionalmente parlando alla difesa di certe specie, a cominciare dai grandi predatori. Alcuni suoi spot sono diventati emblematici su questo tema...
Animali a caccia di un amico autentico (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)MICHELA CHESINI- Sono d'accordo che ciascuno debba fare il suo mestiere. Nel nostro caso abbiamo prudenze e comportamenti corretti che cominciano dalla certificazione della nascita dei nostri rapaci che provengono tutti da nascite in cattività e tutti regolamentati. Non si può svuotare nidi e predarli. Anche questi hanno nel loro dna l'aggressività del predatore che però necessita di un allenamento quotidiano. Noi andiamo a caccia con i nostri rapaci e questo dimostra che la tradizione di almeno cinquemila anni viene mantenuta. L'addestramento comincia sui novanta giorni. Per i rapaci notturni invece si comincia da piccoli e l'imprinting dell'uomo è forte tanto che il pulcino si lega all'addestratore come a un genitore.
ERICA FERRARESE- Da noi ci sono cani anche supernutriti ed altri che nonostante le cure sono sempre al di sotto del limite. C'è un'attenzione speciale che deve essere graduata e bilanciataa a seconda dei casi e questo è un altro punto di forte difficoltà che lascia capire quanto il lavoro dell'Enpa sia un lavoro non solo di aiuto ed emergenza, ma rappresenti anche un impegno scientifico e qui andiamo sul discorso cheognunoo deve fare il suo mestiere come sostiene nei suoi spot Berlato. Va da sé che tutte queste precauzioni determinano un servizio molto costoso perché tutto viene diversificato a seconda del destinatario della pappa. Per questo per il canile e le colonie feline apriamo iniziative e appelli vari per ottenere un finanziamento che possa far fronte alle spese, a cominciare da quelle indispensabili quando si tratta di curare animali incidentati. Abbiamo tra i nostri volontari anche alcuni veterinari, ma le cure in tutti i casi costano.
RENZO RIZZI- Ritorno sull'aspetto attualmente deficitario degli interventi della polizia provinciale: per soccorrere ad esempio un capriolo ferito non serve arrivare con un'auto di servizio. Se ci fosse il centro di cui parlavo ci sarebbe anche il massimo della capacità di internet. Ora in 90 casi su 100 accade che l'animale ferito viene abbattuto.
STEFANO BORELLA- C'è uno sviluppo possibile delle oasi in questa direzione. Si lavora con le scolaresche, si fa promozione, approccio più adeguato alla natura, si fa ricerca scientifica lavorando sulle specie vegetali ed animali, si opera per sensibilizzare la società al problema e si raccolgono fondi da destinare a progetti o all'acquisizione di altre aree rispetto a quelle di cui disponiamo oggi. Quello che manca di più è la risorsa umana con particolare riferimento ai giovani che stentano a diventare volontari.

 

nr. 34 anno XVI del 15 ottobre 2011

 

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