NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Animali a caccia di un amico autentico

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Animali a caccia di un amico autentico

Territorio saccheggiato senza razionalità anche se le esigenze umane sono sempre impellenti e tendono a sovrapporsi a tutto il resto. Torniamo all'animale abbandonato: quanto rimane in un ricovero protetto?
ERICA FERRARESE- L'obiettivo principale è per noi quello di trovare una nuova famiglia, una sistemazione; per quanto sia accogliente lo spazio disponibile cani e gatti hanno bisogno di altro. Il che vuol dire accogliere le esigenze di una famiglia,capirle, progettare incontri successivi in canile. Bisogna prima di tutto capire infatti se questa voglia di un animale non è un impulso saltuario o al contrario un'intenzione più seria. Bisogna misurare insomma l'animale sulle esigenze della famiglia. Dopo di che si certifica l'adozione e si fa di tutto perché la cattiva esperienza dell'animale non si ripeta per qualsiasi motivo. Microchip per legge ed altre misure sono indispensabili. Occorre poi la collaborazione della famiglia che deve notificarci qualsiasi avvenimento successivo come un cambio di residenza, il telefono, la morte eventuale dell'animale, ecc., tutto quanto può essere utile alla rintracciabilità. Non tutto va come deve andare capitano anche cose gravi proprio per evitare la rintracciabilità se appunto c'è l'intenzione successiva all'adozione di disfarsi dell'animale. In compenso siamo aiutati dai mezzi di informazione internet compresa. Tutte le operazioni di recupero e accoglienza sono gratuite. Il canile ospita dai 250 ai 300 cani e molti di più ne facciamo adottare. È un lavoro difficile che però proseguiamo convinti che i risultati siano complessivamente buoni.
Animali a caccia di un amico autentico (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)RENZO RIZZI- Bisogna precisare che chiunque trovi un animale manifestamente sperduto dee chiamare subito la polizia municipale del luogo. È la polizia municipale che si occupa di chiamare quella provinciale o l'Enpa. Collegato a questo ragionamento debbo dire che come guardie zoofile e quindi agenti di polizia giudiziaria abbiamo fatto una serie di controlli riscontrando comportamenti molto gravi: 17 segugi da caccia di quattro o cinque mesi ad esempio li abbiamo trovati senza microchip. La spiegazione del cacciatore è che si tratta di animali in prova, cioè significa che se vanno bene saranno messi in regola, ma se non rispondono alle aspettative tornano all'allevatore che ne farà quello che ne farà. Il dubbio forte è che l'allevatore non sia disposto a riprendersi i cani rifiutati per cui come va a finire è abbastanza facile immaginarlo. Poi c'è l'aspetto ulteriore di come vengono tenuti i cani. Non è semplice stabilire se sono maltrattati o no. Dipende dal regolamento comunale: Vicenza ha 16metri quadri che sono l'optimum, ma altrove possono esserci regole diverse per cui anche avendo un mandato e andando a verificare situazioni di sospetto maltrattamento ci troviamo di fronte all'evidenza di un regolamento locale che permette queste situazioni. Il regolamento nazionale dice che lo spazio è di 3 per 2 per cui in assenza di constatazioni diverse va bene quel riferimento che naturalmente è del tutto insufficiente per gli animali.
STEFANO BORELLA- Le situazioni nel veneto sono molto diverse. In aree umide il cane è poco utilizzato per cui i problemi sono altri. Il problema dell'animale che torna indietro è comunque gravissimo perché se non c'è un modo per tracciarlo essendo quella degli allevatori un'attività economica quel che non si vende evidentemente si elimina in qualche modo. Brutto da dire ma molto realistico. Sulla questione caccia le problematiche sono complesse. Variano da zona a zona. Come ambientalisti siamo soddisfatti del fatto che i cacciatori stiano a poco a poco calando di numero. Spesso comunque non si riesce a far capire che il problema più grosso è quello di ricreare gli ambienti spariti e non è caccia liberare animali oggi per abbatterli domani. Non può soddisfare il cacciatore. Bisogna riequilibrate tutto in rapporto al problema di spazi sempre più ridotti. Il predatore deve avere a disposizione le prede, non certo la carne che gli si passa per ripopolare: così si avvicinano sempre più all'uomo e agli insediamenti dell'uomo.
Andiamo verso una risposta molto negativa alla nostra domanda iniziale: li trattiamo molto male questi animali o no?
RENZO RIZZI- Prendiamo il problema delle nutrie. Sono diventate il capro espiatorio per tutto ciò che riguarda alluvioni, argini e altro. L'ultima alluvione ad esempio a Verona ha dimostrato che in un canale con sponde di cemento alte sei metri i danni provocati non potevano essere certo attribuiti alle nutrie e alle loro tane: sul cemento non si può... Abbiamo presentato un esposto contro il genio civile. Le nutrie d'altra parte possono essere cacciate da un solo predatore che è la volpe. Mi spiegate come fa la volpe a cacciare se viene a sua volta cacciata perché ritenuta predatore nocivo? Andrebbe tutelata proprio la volpe che viene perseguitata per tutto l'anno con i cani che vanno in tana. perché? Perché è un animale in costante competizione con il mondo della caccia.

Animali a caccia di un amico autentico (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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