NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Il teatro? Finisce che si affolla

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Il teatro? Finisce che si affolla

Uno degli argomenti da discutere è questo: quanto ha influenzato il nuovo teatro questo intensificarsi di attività di cui abbiamo parlato all'inizio.

antonio baldo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)ANTONIO BALDO- È appena nato, lasciamolo crescere. Ora lo abbiamo mentre anni fa c'era il vezzo di dire che non c'era niente. Costruito il teatro occorrono gli spettatori. Qui entra il discorso della cultura, perché non tutto è cultura, ci sono anche evasione, intrattenimento. Molti si fermano ai primi due passaggi. La qualità è quasi tutta da costruire. Evento e progetto non sono la stessa cosa. Il teatro dovrebbe costruire progetti e anche accessibilità, aperto il più possibile. Ora per entrare una compagnia deve pagare 3500 euro, cifra non lieve e accessibilità non facilissima. La funzione pubblica deve portare il teatro ad educare il pubblico ad andare agli spettacoli.

ANNA ZAGO- Parliamo anche della fatica che è fatica vera di un lavoro vero. Certo che la contropartita è quella di fare un lavoro che ti incanta quindi ti senti ripagato ampiamente da questo al punto che la fatica non è più fatica, ma pienezza e divertimento. Niente di più bello. Certo che se ne fai una professione la tua vita cambia e ti si chiede un sacrificio che peraltro è presente in qualsiasi lavoro. Con i ragazzi non è proprio facile lavorare, l'impegno fisico è notevole, però quello che ti ritorna dopo due ore di laboratorio che hanno stancato tutti è un senso di forte soddisfazione. Dà carica lavorare con i giovani. Anche loro debbono metterci la stessa forza, lo stesso impegno, lo stesso coinvolgimento.

PIERGIORGIO PICCOLI- Il teatro comunale ha smosso qualcosa, sono entrati tanti protagonisti cittadini. Qualcosa è successo. Per quanto riguarda la cultura debbo dire che ci si trova oggi di fronte ad una multidisciplinarietà per cui chi fa teatro lo fa per la cultura sconfinando spesso in altre zone. Lovato fa un'operazione importante, non tante repliche, ma tante persone accolte e pian piano formate per affrontare il mestiere dell'attore se poi diventa tale. D'altra parte le esigenze burocratiche di oggi ci richiedono di essere imprenditori di noi stessi lavorando spesso anche la notte.

luca lovato (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)LUCA LOVATO- Posso testimoniare che tra ragazzi delle elementari e più grandi quest'anno siamo arrivati ad averne una cinquantina. Una sorpresa dato che eravamo partiti con una ventina di ragazzi che erano finalizzati ad una operazione teatrale. Ora invece tra canto recitazione e dizione si suscita un interessa notevole e la tv che ha riportato in auge la danza e la recitazione ci ha aiutato. Grande sorpresa comunque perché davvero si ha un risultato umano eccezionalmente bello, una vera comunicazione con persone anche giovanissime che sembrano sempre più motivate.

ALDO ZORDAN- La televisione è un veicolo importantissimo, aiuta anche rivedere i grandi classici e soprattutto arriva dappertutto.

piergiorgio piccoli (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)PIERGIORGIO PICCOLI- Diciamo anche che in grandi spettacoli classici si trovano anche pubblicati da case editrici importanti. Se uno vuol fare la fatica di andarseli a cercare può farlo. Noi abbiamo un centinaio e oltre di allievi nuovi, tutte persone che hanno voglia di teatro e che imparano. Abbiamo un attore di oltre ottant'anni ed è bravissimo, segno che non c'è età per fare teatro e non ci sono limiti di alcun genere.

ANTONIO BALDO- C'è anche la questione dei contenuti. Scaduti in televisione stanno scadendo anche in teatro perché l'intrattenimento segue la falsariga di contenuti piuttosto popolari, dialettali, magari anche pesantucci. Lo spettacolo impegnato è un'altra cosa.

ALDO ZORDAN- Ma anche uno spettacolo di evasione può avere contenuti importanti e l'evasione di questi tempi non è la peggiore delle risorse a cui appoggiarsi.

PIERGIORGIO PICCOLI- Tutti i ragazzi che cominciano questo percorso debbono poi trovare salvo altri risultati un inserimento nelle compagnie amatoriali e in questo mondo diventano il pubblico di domani.

In questa realtà come ci ritroviamo nel ricordare che in altri tempi non si andava oltre la recita di una poesia?

PIERGIORGIO PICCOLI- Ci ritroviamo da operatori che lavorano, seguendo la svolta indicata da Enrico Sovilla. Ce ne siamo dimenticati tutti mentre è un uomo che ha lavorato da traghettatore, tra il prima e il dopo, il dopo che vediamo oggi e che promette qualcosa per il domani.

 

nr. 35 anno XVI del 22 ottobre 2011

Il teatro? Finisce che si affolla (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

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