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La storia di chi non si arrende: 300 mila euro per riaprire il panificio Zenere
Nel comune di Caldogno tra chi è ripartito da zero (anzi da sottozero) c’è Maurizio Zenere, titolare dell’omonimo panificio di via Salgarelle 25 a Cresole, devastato da un metro di fango e detriti. «Abbiamo dovuto buttare via tutto - spiega - in quanto non è stato possibile salvare nulla. A quel punto abbiamo ricostruito tutto, dopo però aver bonificato l’ambiente secondo le nuove direttive dell’Ulss. Non è stata una decisione facile ma con la mia famiglia e in particolare con le mie tre figlie, occupate in questo negozio e in altri due a Caldogno, abbiamo deciso di rimboccarci le maniche».
Alla fine l’alluvione ha rappresentato un autentico salasso economico per la famiglia Zenere. «Per rimettere tutto a nuovo abbiamo speso circa 300 mila euro, comprensivi di Iva, ossia di fatture da pagare. Per il momento abbiamo ricevuto la trance di 40 mila euro arrivata prima di Natale, che però non hanno coperto neanche l’Iva. A questi vanno aggiunti altri 6-7 mila raccolti tra la parrocchia, associazioni vari e il gruppo commercianti di Sovizzo. Secondo le previsioni dovremmo riuscire ad avere complessivamente 170 mila euro, ma non sarà facile».
Il panificio Zenere di Cresole ha riaperto i battenti lo scorso 1° aprile. «Per cinque mesi le tre dipendenti sono rimaste in cassa integrazione, poi sono state riassunte tutte. Abbiamo avuto anche un mutuo agevolato all’1%, ma da gennaio avremo per due anni una rata pesante da 3.500 euro mensili ed inoltre dobbiamo ancora pagare le ultime due fatture da 15 mila euro. Il tutto in un momento difficile a livello economico, dove non ci sono più gli incassi di qualche anno fa».
nr. 37 anno XVI del 5 novembre 2011
