NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Palladio, lo conosci l’ultimo?

Pubblicato l’ennesimo volume sul famoso architetto, firmato dalla storica Donata Battilotti: «La conoscenza di Palladio e della sua opera è in costante evoluzione»

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Palladio, lo conosci l’ultimo?

Palladio, lo conosci l’ultimo? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La casa editrice Electa torna ad occuparsi di Vicenza e di Andrea Palladio nella collana Monografie. Lo fa con un libro curato dalla storica Donata Battilotti che accompagna alla conoscenza e alla comprensione dell'opera di Palladio (1508-1580), uno dei massimi interpreti della cultura architettonica rinascimentale, l'architetto che ha esercitato la più vasta influenza in Europa e nel mondo. Le sue opere maggiori sono altrettanti modelli sia per quanto riguarda l'architettura civile, come provano la Basilica e il Teatro Olimpico, sia nel campo dell'architettura religiosa, di cui le chiese veneziane di San Giorgio Maggiore e de Il Redentore sono gli esiti più celebri, sia, infine, nel campo dell'edilizia privata, che Palladio illustrò con le sue numerose ville nel Veneto e con palazzi quali quelli Porto e Chiericati a Vicenza. Il libro fornisce una conoscenza di base della personalità del protagonista e presenta le sue opere più importanti evidenziando il loro significato per far capire perché è opportuno conoscerle.

 

Sul Palladio sono stati pubblicati molti libri. Perché lei ha voluto scriverne un altro? Quali elementi aggiunge alla produzione già esistente?

«La bibliografia su Palladio è di per sé sterminata e il cinquecentenario della nascita che si è celebrato nel 2008 ha portato a una bulimia di pubblicazioni di ogni genere e di diverso spessore scientifico. Questa abbondanza di bibliografia però non riflette solo vuote strategie editoriali per la fama del personaggio, ma anche un’abbondanza di studi scientifici dovuta a un reale e costante interesse per Palladio da parte di architetti e di storici. La conoscenza di Palladio e della sua opera è quindi in costante evoluzione. Da qui il senso di questo ennesimo libro: tirare le fila degli studi più aggiornati, fare il punto delle conoscenze e in base a queste offrire un distillato della figura e dell’opera dell’architetto, ovviamente secondo il mio punto di vista. Ho pensato essenzialmente a un lettore-studente o appassionato di architettura, ma il libro è rivolto anche a chi si avvicina a Palladio e vuole capire cosa abbia fatto di importante per meritare la sua fama mondiale e imperitura».

Il volume inizia con la presentazione dell'opera "I quattro libri dell’architettura", edito nel 1570. Lei la ritiene la più importante?

«È un testo di concezione moderna, agile, con una grafica accattivante che esalta il metodo compositivo di Palladio fondato sull’abilissima combinazione di pochi segni architettonici gravidi di classicità, quali logge, frontoni, colonne, edicole, portici trabeati, razionalmente ordinati da piante e facciate armoniosamente simmetriche. Il trattato è un grande successo editoriale e dalle sue tavole prenderà le mosse gran parte dell’architettura occidentale. È anche fondamentale per la conoscenza di Palladio, ma non esaurisce la complessità della sua opera e del suo ingegno, e anzi ha contribuito nei secoli a distorcerne la comprensione e, talvolta, a opacizzare la freschezza creativa e stupefacente dei suoi edifici, che vanno invece visti e studiati nel loro contesto, nelle loro reali o apparenti contraddizioni, anche nella loro incompiutezza. Solo così si riesce a penetrare il genio di Palladio e la sua capacità progettuale di risolvere problemi funzionali e strutturali e di soddisfare le esigenze dei committenti».

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