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Cosa rappresenta per lei l'opera del Palladio a Vicenza e nel Veneto? Quali sono a suo avviso gli elementi fondanti del genio palladiano?
«Palladio ha improntato indelebilmente l’architettura e anche il paesaggio veneto. Al di là di Vicenza, dove si trova la maggior parte delle sue opere e dove il suo influsso è stato inevitabilmente più marcato, basti pensare alle numerosissime chiese parrocchiali del territorio che, soprattutto dal XVIII secolo, hanno ripreso, pur semplificata, la tipologia della facciata a tempio delle chiese palladiane. Per non parlare delle ville che sono un vero e proprio segno identificativo del paesaggio veneto. La grandezza di Palladio consiste a mio avviso nella profonda coerenza logica unita a un atteggiamento sperimentale e disinibito con cui manipola le diverse fonti, sia antiche che contemporanee, che della tradizione locale, per produrre una sintassi architettonica assolutamente personale, nuova, flessibile, adattabile a diverse circostante e alle diverse esigenze della committenza».
Secondo lei l'architettura palladiana è ancora attuale? Pensa che gli architetti di oggi si ispirino ancora alla sua opera in qualche modo?
«Decisamente si. Palladio è stato per secoli l’architetto degli architetti, studiato, imitato, a volte anche criticato, ed è ancor oggi uno degli artisti del passato che più affascina gli architetti contemporanei per la qualità della sua produzione, per il rigore e la lucidità del suo pensiero, per la lezione del suo metodo, che, come ho detto, è insieme disciplinato e spregiudicato».
Pensa che l'architettura palladiana abbia lasciato tracce non solo in Veneto ma anche in Italia e nel mondo, e se sì quali (tempo fa uscì un corposo volume intitolato Palladianesimo che toccava proprio questo tema)?
«Non lo penso io, è nei fatti. Il Palladianesimo è un capitolo importante nella storia dell’architettura occidentale e non riguarda solo il Veneto o l’Italia. Nel XVII e XVIII secolo l’opera palladiana, con la sua razionalità e semplicità, è sentita come particolarmente aderente ai valori etici e civili del Nord Europa e diviene modello da imitare, soprattutto in Inghilterra. Seguono poi la Russia di Caterina II e gli Stati Uniti, soprattutto ad opera del terzo presidente Thomas Jefferson. A proposito degli Stati Uniti, forse non tutti sanno che nel dicembre del 2010 il Congresso ha adottato all’unanimità una risoluzione che riconosce ufficialmente in Palladio il “Padre dell’architettura americana”, ravvisandone “l’immensa influenza” dai tempi delle Colonie ad oggi».
