NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Palladio, lo conosci l’ultimo?

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Palladio, lo conosci l’ultimo?

Lei fa parte del consiglio scientifico del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio. Di cosa si occupa esattamente questo organismo e come agisce? Ci sono appuntamenti futuri ai quali lei parteciperà?

«Dalla sua fondazione nel 1958 il Cisa promuove lo studio di Andrea Palladio e della storia dell’architettura in generale, con particolare attenzione ai temi e ai metodi del restauro e della conservazione. Ogni anno richiama a Vicenza studenti, studiosi e appassionati di architettura di tutto il mondo a seguire il Corso palladiano. Organizza seminari specialistici e importanti mostre: tra le più recenti, quelle su Vincenzo Scamozzi del 2004, sulla villa veneta del 2005 e per il cinquecentenario di Palladio del 2008, che si sono tenute, oltre che a Vicenza, a Londra, Madrid, New York. Realizza pregevoli pubblicazioni tra cui la rivista Annali di architettura, una delle più quotate in ambito scientifico. Nella sua sede di palazzo Barbaran in contrà Porti, uno dei più bei palazzi palladiani, sono aperti al pubblico una biblioteca, una fototeca e un archivio specializzati, ed è qui in corso anche l’allestimento un museo palladiano. Con il Centro sto ora lavorando a un progetto molto importante che ha come obiettivo la raccolta dell’intero corpus a oggi conosciuto di fonti documentarie, circa 800, riguardanti Palladio. I dati saranno resi disponibili sia in forma cartacea che in una banca dati da consultare online. Attualmente stiamo lavorando nell’Archivio di Stato di Vicenza e nella Biblioteca Bertoliana che, con l’Archivio di Stato di Venezia, conservano il maggior numero di documenti, ma le istituzioni coinvolte sono ben 37 sia in Italia che all’estero».

Ritiene che Vicenza e provincia stiano valorizzando al meglio il grande patrimonio architettonico ereditato dal Palladio, oppure pensa ci siano elementi migliorabili?

«Certo è importante la valorizzazione e la promozione del patrimonio architettonico palladiano, anche a fini turistici, ma il problema più importante e pressante è oggi a mio avviso quello della tutela del contesto. Prendiamo il caso delle ville palladiane che sono degli organismi complessi e delicatissimi nei loro rapporti con il territorio. Basta una strada o una lottizzazione troppo vicine, un ostacolo che ne tagli una visuale, per rompere un equilibrio e perdere dei nessi essenziali con il paesaggio che sono parte integrante del processo creativo di Palladio. Bisogna saper trovare un equilibrio tra le esigenze attuali e la salvaguardia di questi contesti, perché non c’è promozione d’immagine che possa rimediare allo scempio del paesaggio».

Donata Battilotti è docente di Storia dell’architettura alla Facoltà di Lettere dell’Università di Udine. Si è occupata in particolare della figura e delle opere di Andrea Palladio, della ricostruzione dell’immagine urbana e del territorio di Vicenza nel Cinquecento attraverso documenti fiscali, di ville venete, della costruzione del Palazzo Comunale e delle piazze Contarena e I Maggio di Udine, di architettura friulana del Settecento, di insediamenti commerciali e manufatturieri a Livorno e a Firenze in epoca rinascimentale.

 

nr. 41 anno XVI del 3 dicembre 2011

Palladio, lo conosci l’ultimo? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

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