NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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I cattolici e l’eredità DC da rivedere

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I cattolici e l’eredità DC da rivedere

Ma tutte queste cose non si dicono in chiesa? E le parrocchie dove sono? E perché non teniamo conto che la crisi di vocazioni ha ridotto drammaticamente l’efficacia del messaggio dall’altare?

GINO LUNARDI- Bisogna dire che in questi 18 ani non è che la gerarchia e il magistero abbiano smesso di essere presenti, i documenti ci sono, gli interventi anche e piuttosto coerenti; forse c’è stata una parte di gerarchia che si è mostrata troppo condiscendente con alcune forme di berlusconismo. Che poi ci siano stati cattolici con la schiena dritta in questo periodo è un fatto: sono mancati.

LUIGI DALLA VIA- C’è una realtà molto più plurale. Da questo punto di vista il termine cattolico è stato abusato molto più di prima; in consiglio comunale di Schio ci siamo trovati a discutere ksu alcune cose nemmeno discutibili per la irrilevanza che le caratterizzavano. Tutto è stato un po’ troppo triturato. La solidarietà l’accoglienza e l’attenzione agli ultimi non sono definizioni vuote. Nel caso di Schio abbiamo avuto una fase delicata sui nomadi: chi di loro vive in certe situazioni non può non essere annoverato tra gli ultimi. E allora? Polemiche a non finire, ma è su queste cose che ti devi ritrovare, sui valori di fondo, prima della finanziaria che poi si deve coinvolgere, ma dopo, non prima. Da questo punto di vista i cattolici come lievito ci sono stati.

angelo guzzo (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ANGELO GUZZO- Riprendo la battuta di Gigi Dalla Via. Il lievito e la solidarietà sono essenziali, ma secondo me bisogna andare oltre perché in questo momento il sacrificio che tentiamo di vivere come simbolo della nostra fede, il sacrificio deve tornare ad essere parte della nostra cultura quotidiana perché dobbiamo pensare a lavorare non solo per noi stessi ma per chi verrà; c’è il calo delle vocazioni ma ci sono migliaia di giovani che entrano in associazioni di volontariato senza alcuna contropartita. Se la casa brucia non si scappa, bisogna spegnere l’incendio. Ecco quel che bisogna fare e i cattolici sono moralmente attrezzati per agire in questo senso.

Quanto conta il volontariato in tutto questo discorso? Come può incidere e allo stesso tempo trascinare verso l’obiettivo comune i cattolici?

ANGELO GUZZO- Qui da noi il volontariato ha semi di solidarietà e di generosità che è di ispirazione cattolica e da quelle esperienze e quei valori. Che uno frequenti la messa o meno non importa. L’ispirazione è quella, il pavimento su cui camminare è quello, non individualismo a sistema e invece capacità di costruire. Noi difendiamo anche sul piano politico nicchie insignificanti, mentre c’è gente che ha il miraggio di una pensione che non vedrà mai. Come cristiani attenti alla politica bisogna che ci preoccupiamo di questo. Come sarà l’assetto sul piano organizzativo? Non lo so. Certo che bisogna riuscire a condizionare fino in fondo ill nuovo progetto politico.

LUIGI DALLA VIA- Occorrono persone motivate e formate secondo questa logica. La mia esperienza come assessore del sociale mi dice che occorre avere sensibilità: il volontariato lenisce le ferite le povertà e le disuguaglianze ma è la politica che le deve evitare. Ci vogliono persone in grado di capire e di riprendere i valori dal piano del volontariato a quello della politica.

GINO LUNARDI- Ci vuole anche coraggio: dire che ci sono cattolici e cattolici, che una fetta consistente di loro non ha sensibilità civica o senso di giustizia, vive una religiosità di tradizione e non di radicamento nel Vangelo e talvolta c’è da imparare da chi cattolico non è e che pure si impegna con spirito di sacrificio, generosità e senso della giustizia. Qual è il cammino? La formazione che solo ci salva dal pressapochismo e dal qualunquismo oltre che dalla mancanza di giustizia; è da guardare con attenzione il fiorire di gruppi più o meno consistenti che stanno nascendo a livello di base, ispirati cristianamente, i quali hanno preso a riflettere su tutto questo a cominciare da giustizia legalità e assunzione di responsabilità. La dimensione da cui partire è questa tra l’altro suggerita continuamente e coerentemente dal magistero.

camillo cimenti (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)CAMILLO CIMENTI- Questi 18 anni di passaggio, sperando che siano finiti, hanno creato una situazione strana con l’apparenza in primo piano, a spese della sostanza. Questo è stato ill Vangelo non di Berlusconi ma di tanti sindaci di periferia preoccupati di vendere un prodotto scadente anziché incidere sulla realtà in modo positivo. Accusiamo pure Berlusconi di essersi servito dei cattolici, ma non si riesce a niente se non si trova una sponda dall’atra parte. I valori negoziabili sono stati usati strumentalmente facendo il gioco di chi faceva la proposta politica che politica non era. E ora? Riformulare una ipotesi per questo nostro essere inseriti nell’Europa e nel mondo, fissare quali sono i paletti veramente importanti, poi trovare spazi compatibili, con la formazione ma anche con l’individuazione dei percorsi a cominciare dalla domanda di che tipo di società vogliamo per il futuro. Bisognerebbe addirittura approfittare di questo tempo che abbiamo a disposizione per immaginare i punti, la società, le scelte, il futuro. Dico solo una cosa, anche prima della sicurezza: la drammaticità della condizione del nostro territorio, le nostre città dove si immagina di costruire ancora, le nostre zone industriali mezzi vuoti mentre ancora c’è qualcuno che ne immagina altre. È una battaglia che dobbiamo combattere per la nostra stessa tradizione. Se ci scoraggiamo per gli spettacoli deprimenti che ci offrono personaggi fino a ieri al governo e oggi atteggiati ad oppositori puri finisce che la battaglia non la facciamo mentre invece dobbiamo esserne più che convinti e lottare fino in fondo.

ANGELO GUZZO- Guardate che tutto questo ha un nome preciso ed è la politica; va rivalorizzata senza timori. Il disagio con cui ci troviamo a combattere tutti i giorni è dovuto al contare poco della politica, conta solo l’economia, contano solo i capitali. Costruire l’Europa è un compito fondamentale. Se c’è una politica forte deve essere legata al cosiddetto pavimento europeo, magari proprio ripartendo dall’ambiente. Se non c’è una nuova rete politica che parte dall’Europa saremo tutti debolissimi e le disuguaglianze saranno destinate ad aumentare.

LUIGI DALLA VIA- Spesso ci sono state contraddizioni enormi tra apparenza e sostanza e tutto ritorna a questo ambito. Interessante la riflessione di Guzzo. Invece che domandarci come ci riorganizziamo bisogna che pensiamo a noi come a un gruppo che a fianco degli altri riusciamo a gettare le basii per un futuro serio e comune rivalutando la politica. La conseguenze dell’assenza di politica le abbiamo viste. Occorre un nuovo rinascimento non un nuovo partito. Si farà quello che serve. La politica ora deve attirare menti e cuori, intelligenti e puri, e per riuscirci bisogna che si presenti in modo diverso: ci sono persone ottime e preparate che si impegnano finché non li si coinvolge nella politica. Invece è proprio lì che dobbiamo condurre tutte queste persone.

CAMILLO CIMENTI- Il parlamento spezzettato qualche settimana fa in una trentina di partitini rappresentanti modestissime posizioni dimostra fino in fondo il degrado in cui siamo caduti. La politica si deve riprendere da questo sfacelo e naturalmente i cattolici, a patto che intervengano con umiltà e spirito di servizio vero, possono dare un grande aiuto all’Italia.

 

nr. 43 anno XVI del 17 dicembre 2011

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