Il re è stanco, il delfino avanza. Umberto Bossi segna il passo dentro la Lega Nord ed il vento nuovo dei barbari sognanti avanza a grandi falcate verso la inevitabile successione. Un sentiment che sta diventando una presa di coscienza, un messaggio forte e chiaro che arriva direttamente dalla base del partito che ha scelto in Roberto Bobo Maroni il leader del futuro del Carroccio. Sì, del futuro, ma quale futuro, prossimo o remoto? La sensazione è che il giorno della grande svolta nella Lega Nord stia per arrivare. La resa dei conti tra i componenti del Cerchio magico, l'ala bossiana ortodossa e i maroniani si avvicina sempre più. E potrebbe avere conseguenze di un certo peso anche in vista delle amministrative di quest'anno e del prossimo. Chi come Maroni vorrebbe una Lega battitrice libera, chi invece come Bossi spinge ancora per l'alleanza con il PdL. E sono spinte politiche che avranno un effetto deciso anche nel vicentino. La sensazione è che anche nella nostra provincia siano sempre di più i seguaci dei barbari sognanti anche all'interno della leadeship locale.
La segretaria provinciale del Carroccio Marita Busetti per ora fa melina, ma se Maroni decidesse di uscire dal partito che farebbero lei e i suoi seguaci? «È inutile parlarne anche perché per ora è un problema che non si pone». Non si nasconde che all'interno della Lega vi siano anime in forte contrasto dialettico anche se fa parte della democrazia discutere ed avere punti di vista diversi. Però è una dialettica dolorosa anche perché mina per la prima volta nella storia leghista la certezza di un unico capo incarnata da Bossi.
Maroni scalpita e scalpita in Veneto anche il sindaco di Verona Tosi che si candida come alternativa credibile alla guida del partito regionale in contrapposizione di Gobbo. «Bossi non è più un dogma, possono esserci anche punti di vista diversi - spiega - e se non accetteranno liste personali alle prossime amministrative potrei anche andarmene». Segnali di guerra ineluttabili e che sgretolano le certezze leghiste. C'è chi vuole un partito nuovo ed orgoglioso come alle origini, e non quello che vota contro l'arresto di Cosentino.
Quanto all'autonomia il dialogo con il PdL è in essere anche se a Vicenza il segretario cittadino Carlo Rigon l'ha detto da sempre a tutto tondo: «Un candidato alla poltrona da sindaco di Vicenza sarà leghista» non è dato sapere se in accordo con il PdL o in corsa solitaria. Il pericolo in questo secondo caso però è di veder il primo cittadino uscente Achille Variati con il 50 per cento più uno sin dal primo turno rendendo poi inutile il ballottaggio. Val la pena di rischiare la non alleanza con il PdL sin da subito? E che farà la Lega se il progetto di maggioranza allargata, una sorta di governo cittadino di crisi, sulla scorta di una possibile alleanza PdL- PD a livello nazionale dovesse prendere corpo? Di fatto la Lega resterebbe la sola forza di opposizione in città. Ma sono discorsi ancora prematuri anche se c'è già chi scommette su questa possibile ipotesi.
La Lega vicentina però pur riconoscendo i problemi non li considera un minus valore: «Come ho già detto -afferma ad esempio il senatore ed ex coordinatore provinciale Paolo Franco- è meglio avere qualche problema di abbondanza piuttosto che di carestia… Solo la malcelata speranza che la Lega Nord perda smalto fa dire e scrivere ad alcuni politici e commentatori tutto questo su di noi. Per un Movimento radicato ed importante come il nostro è normale poter disporre di molte personalità capaci, forti e giovani, desiderose di dare il proprio contributo al progetto politico comune. Abbiamo moltissimi amministratori e politici di spessore e questo provoca invidia nella classe politica romano centrica oggi assiepata attorno al “governo ladrone” di Mario Monti, completamente inchinato all'Europa dei finanzieri burocrati. Mi chiedo come non si riesca a vedere quanti siano gli aspersori di saliva che scrivono o conducono trasmissioni nazionali al solo scopo di camuffare questo Governo, che ruba ai poveri e ai lavoratori per dare sempre di più ai ricchi banchieri. Questo è oggi il vero problema della gente comune!».
Sulle alleanze, sulla linea politica e sul dualismo Bossi- Maroni non ci si esprime se non ammettendo che nel Carroccio tutti remano dalla stessa parte: «Domenica 22 gennaio si è svolta a Milano una manifestazione oceanica, che nessun altro partito riesce a fare. Mentre noi stiamo in mezzo ai cittadini, tutti gli altri politici non osano andare oltre la frequentazione dei salotti televisivi, delle piccole sale riunioni, delle interviste ovattate e degli auto-celebrativi comunicati stampa. Il vero spirito leghista si esprime nello stare in mezzo alla gente, comprendendone gli umori e le necessità, e nel ricordare il principio fondamentale della nostra attività politica: l'autonomia e l'indipendenza della Padania da perseguire con metodi democratici. Questo ce lo ha insegnato Umberto Bossi ed è scritto nel nostro Statuto. E da Roberto Maroni fino al militante più recente lavoriamo tutti in questa direzione. Non per motivazioni ideologiche, bensì per salvare le nostre famiglie, le aziende e le tradizioni che ci contraddistinguono. Abbiamo visto quanto, per sostenere la spesa pubblica romana, siamo costretti a pagare la benzina; e le modifiche sulle pensioni, che costringono i lavoratori che hanno già pagato 40 anni di contributi ad aspettare ancora a lungo il giusto riconoscimento del proprio lavoro. E fra un po’ le bollette dell’energia elettrica e del gas, con le tasse sulla casa, saranno un’altra mazzata sulla testa della gente onesta».
Intanto però Maroni fa proseliti anche all'interno delle fila di amministratori e leader locali, anche se per ora quasi tutti preferiscono restare allo scoperto; in attesa del congresso. Lì la conta ci sarà.
nr. 03 anno XVII del 28 gennaio 2012