NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La tentazione del sabato riagita la scuola

Il parere del governo è indirizzato ad un provvedimento che fisserà in cinque i giorni di lavoro settimanale – Pro e contro espressi a In Piazza da CECILIA CORREALE Collettivo studenti scuola pubblica, PIERANGELO PERETTI presidente del comitato genitori interistituto, TINA CUPANI Segretario provinciale CISL Scuola, GIANNI ZEN Preside Liceo Brocchi Bassano ed ELENA DONAZZAN Assessore all’Istruzione della Regione

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La tentazione del sabato riagita la scuola

(g. ar.)- Ma non di sabato... La tentazione della settimana corta torna ad affacciarsi sull'orizzonte delle superiori. Come andrà a finire non è molto chiaro, anzi: non è per niente chiaro. Tenuto conto che in ballo ci sono i movimenti e gli interessi quotidiani di qualcosa come 14mila studenti di Vicenza e provincia oltre che di 15 scuole, sembra alquanto irta di ostacoli la prospettiva disegnata anche a livello nazionale per un passaggio secco e definitivo alla pratica del week-end vero; non basta: ad aumentare la sensazione che si sta parlando di una prospettiva molto teorica e con scarse o nulle voglie di arrivare al dunque c'è l'atteggiamento delle scuole stesse, soltanto quattro delle quali hanno adottato la settimana corta. Per il resto il quadro si può definire quanto meno vario, composito, senza un orientamento davvero prevalente. Se Fusinieri e Piovene dicono sì per il settore pubblico assieme alle private Baronio e linguistico Oxford, Fogazzaro e Lioy lasciano a casa solo alcuni corsi, il Da Schio dà sabato libero a quarte e quinte, mentre tutto il resto dice no e continua come prima con l'orario applicato a sei giorni su sette.

La tentazione del sabato riagita la scuola (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)La tentazione dunque non sembra così imbarazzante o pressante e lo si è capito anche nel corso della trasmissione di In Piazza che si è occupata appunto di sabato a casa o sabato a scuola parlandone con gli interlocutori più affidabili in quanto impegnati nel loro quotidiano faccia a faccia con il problema: Cecilia Correale del Collettivo studenti scuola superiore pubblica, Pierangelo Peretti, presidente del comitato dei genitori interistituto, Tina Cupari segretario provinciale della CISL scuola, Gianni Zen, oggi preside del liceo Brocchi di Bassano ma per anni a capo di istituti superiori di Vicenza come il Quadri, ed Elena Donazzan assessore all'Istruzione della Regione Veneto.

Dire che l'orizzonte delle posizioni su questo argomento presenta una intonazione negativa o al contrario chiaramente favorevole sarebbe un vero azzardo dal momento che i pareri rimangono molto variati rispetto anche solo all'inizio di questo anno scolastico; ma occorre tuttavia sottolineare che si stanno registrando voci in progress, cambiamenti anche significativi sul piano della perlomeno maggiore malleabilità anche rispetto a pochi mesi fa.

Il problema più rilevante rimangono sempre gli istituti tecnici, quelli che hanno un orario superiore a 30 ore settimanali e che quindi già oggi debbono fare i conti con esigenze logistiche e di organizzazione nettamente differenziate ad esempio rispetto ai licei. Ma ci sono anche altri temi sottolineati durante la trasmissione di questa ultima puntata di In Piazza; si tratta di temi che coinvolgono non tanto e non solo i ragazzi a scuola, ma anche i ragazzi fuori di scuola, ovvero dentro una scuola non sorvegliata o meno sorvegliata, nei momenti di intervallo tra l'orario mattutino e quello pomeridiano del prolungamento; è emerso a questo proposito il tema certo non secondario della cittadella degli studi dove tre istituti come Boscardin Canova e Montagna in caso di prolungamento pomeridiano sarebbero alle prese con il problema di dove sistemare i loro complessivamente tremila allievi in attesa della ripresa delle lezioni. In parallelo a questo tema, anche quello altrettanto importante non solo delle strutture di accoglimento ma anche degli spazi per le mense.

Come si vede un pacchetto complessivo di problemi non facilmente affrontabili ed ancor meno facilmente risolvibili. Il dibattito emerso a In Piazza, del resto, ha dimostrato ampiamente che occorreranno buona volontà e grande capacità di adattamento e di organizzazione per arrivare a capo di una soluzione che è tutt'altro che stravagante nel principio che la muove: meno spese di riscaldamento, di trasporto con voci annesse rappresentano evidentemente un risultato assolutamente non disprezzabile in un momento di fortissima crisi con linee di bus che vengono soppresse, finanziamenti che vengono tagliati, umori che si fanno sempre meno concilianti.

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