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«Da sempre ho sognato di intraprendere un lungo viaggio in posti sconosciuti, ai confini del mondo - racconta Roberto De Rigo dell'Omg - . Ho realizzato questo sogno per la prima volta nel 1992, partendo come volontario. La canzone che i miei amici cantarono all’aeroporto per salutarmi era Al partir di Nino Bravo. Una canzone dolce, struggente che elenca quello che lasciamo per incontrare il nuovo. Così mi sono innamorato dell’America Latina, dei suoi colori sgargianti, delle sue montagne che dovunque ti giri sono sempre lì a guardarti, nel loro muto silenzio millenario. Mi sono innamorato soprattutto di chi ci sta sotto a queste montagne, dei tanti poveri, dei tanti bambini che in qualunque momento hai attorno. Questa mostra è nata con il desiderio di regalare questo sogno attraverso gli scatti di alcuni cari amici che vivono e ritornano spesso in questi luoghi».
Amici importanti come Topio e Michieli, ma anche Roberto Giordani, proprietario di "Montura" lo sponsor delle guide Don Bosco grazie al cui contributo è stato possibile realizzare mostra e sfilata. «La mostra espone una sessantina di scatti di esplorazione, di momenti in cui arrivi in cima e invece di sentirti grande, ti senti piccolo, con lo sguardo che spazia oltre l’orizzonte, ma ti senti anche parte integrante di quel paesaggio che non vorresti mai sciupare, che vorresti si fermasse lì per un attimo. Ho lasciato il cuore in Perù, in Ecuador, in Bolivia, in ogni posto dove al di là di portare un aiuto, un regalo, del cibo, sei tu ad andare in crisi. Dove ti rendi conto di essere davvero fortunato per quello che hai, e che la tua vita, per quanto dura e faticosa, non sarà mai come la loro».
L’Omg è in questi Paesi dal 1967: in tanti anni sono passati moltissimi bambini per gli oratori, per le scuole di falegnameria e di cucito, mentre i genitori hanno lavorato e sono stati aiutati dalle parrocchie in cui operano tanti volontari italiani. «È un’associazione che non esiste per la burocrazia. Un movimento di volontari che regalano il loro tempo, la loro vita in missione. C'è la speranza di un futuro migliore per le nuove generazioni, col tentativo di creare nuove attività, nuovi lavori che permettano loro di non abbandonare paesi e tradizioni. Ecco il tentativo delle Guide Don Bosco, delle famiglie riunite in cooperative che producono mobili, maglioni, vestiti, tappeti».
L’esposizione sarà aperta al pubblico fino al 18 marzo. Si accede con il biglietto responsabile, un coupon che copre con il suo valore minimo le spese di gestione dell'iniziativa. L’eventuale guadagno sarà riservato per sostenere le attività future della Casa o investito in cause civili indicate dagli artisti/autori protagonisti dell’evento o usato semplicemente per corrispondere il loro lavoro. Orari: sabato e domenica 10/12 – 16/19, durante la settimana su appuntamento telefonando a 373-7892654 o scrivendo a prenotazioniccc@gmail.com. La Casa di Cultura Cibernetica si trova a Villa Ceccato in via Fontana Alta a Montecchio, ai piedi dei Castelli di Giulietta e Romeo. Un sito di particolare bellezza, che domina dall’alto la città in uno scenario di fascino quasi austero. Nasce dall'incontro, nella casa che fu di Silvio Ceccato, tra Alberto Peruffo e Riccarda Silicani Ceccato, nipote del grande scienziato padre della cibernetica italiana. Per ubicazione, architettura e spazi espositivi è una delle residenze più belle e strategiche della provincia di Vicenza. Dall' inaugurazione un anno fa, ha ospitato esposizioni ed eventi culturali di respiro nazionale, con particolare cura alle risorse intellettuali locali.
nr. 06 anno XVII del 18 febbraio 2012
