NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Quel pasticciaccio brutto della Valdastico Nord

Il Ministero delle Infrastrutture dà il via libera al tavolo tecnico, ma la tensione tra Trento- Vicenza resta altissima

di Luca Faietti
faiettil@tvavicenza.it

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Quel pasticciaccio brutto della Valdastico Nord

Quel pasticciaccio brutto della Valdastico Nord (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Il tavolo tecnico si farà – ci anticipa il presidente della Serenissima Attilio Schneck- ho parlato con Roma e mi hanno assicurato la cosa. Dobbiamo solo fissare le date. Se poi mi chiede se sono ottimista, no, non lo sono. È solo un passaggio obbligato». Schneck telefona, Roma risponde, il Trentino invece resta in silenzio: «Dellai? Mai più sentito» sbotta Schneck. E, in questo modo, la Valdastico Nord sembra allontanarsi sempre più.

In principio fu la Pi.Ru.Bi. Una striscia di asfalto a tagliare la campagna che, negli anni Settanta, quando fu pensata dal trio democristiano Piccoli (trentino) Rumor e Bisaglia (veneti) sembrava una scommessa puntata sul futuro. E che si è trasformata in una guerra fredda, freddissima, tra Veneto e Trentino, tra chi cioè vorrebbe realizzare l'opera e chi la frena di brutto. E così, il sogno di collegare Rovigo e il Basso veneto con il Trentino sgravando il Brennero da una sempre più consistente mole di traffico, resta incagliato nella progettazione e realizzazione di alcuni chilometri in terra vicentina. Troppo pochi per avere un senso di compiutezza e per creare una rete viaria capace di supportare una mobilità sempre più bloccata negli sfoghi verso il Nord e Sud della Regione. Valdastico Nord e Sud, Pedemontana e Valsugana sono arterie considerate indispensabili per rilanciare l'economia di quella che sino a pochi anni fa veniva definita la «locomotiva del Nord Est».

A spingere, verso un progetto compiuto, il Veneto con in prima fila il governatore Luca Zaia, ed i presidenti delle Province, a nascondere le carte in tavola il Trentino con il presidente provinciale Lorenzo Dellai in prima fila. A forzare la mano, le categorie economiche venete, capaci anche di giocare in trasferta per dimostrare come la realizzazione della Valdastico Nord, l'opera autostradale di cui si discute da 40 anni, prolungamento della A31 da Piovene Rocchette, Vicenza nord, e Besenello, in prossimità di Trento, sia necessaria e urgente. Lo hanno fatto, ricerche alla mano, mostrando che, con la realizzazione dell'opera, 39,1 chilometri, di cui 28,4 in galleria, 24 in territorio veneto - tutta appannaggio della società autostradale Brescia-Padova (costo 1,9 miliardi di euro) -, nell'arco di dieci anni ci sarà un consistente effetto moltiplicativo del Pil del territorio, pari a circa 4 euro per ogni euro investito, e uno sviluppo infrastrutturale che farebbe risparmiare tempi di percorrenza e denari di pedaggio.

Dati presentati durante un forum, tenutosi a Trento, voluto dalla Camera di commercio di Vicenza, che ha ricevuto l'adesione e il patrocinio di 28 associazioni territoriali di categoria (Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, Confagricoltura, Confapi, eccetera), sia venete che trentine, ma non la partecipazione della Provincia di Trento (che per legge deve dare il via libera all'opera) e della Camera di commercio di Trento.

Un grande freddo che rischia di far saltare tutto all'aria. E per questo è sceso in campo direttamente Zaia che in una lettera ha sollecitato il premier Mario Monti per riannodare le fila del diaologo con Trento attraverso la convocazione di un tavolo tecnico sul futuro della A31. Tavolo utile ad accordarsi sul progetto, visto che sul preliminare l'Anas ha già espresso parere favorevole. Preliminare da 22 milioni di euro preparato dal Consorzio Raetia che si è aggiudicato il bando di gara europeo lanciato dalla Brescia- Padova.

Entro il 30 giugno del 2013 il progetto di prolungamento dovrà comunque arrivare al Cipe pena la scadenza della concessione per la Serenissima. Per questo Schenck, Zaia e le categorie venete hanno fretta. Se il progetto per la Valdastico Nord sarà approvato la concessione verrà prolungata sino al 2026. In caso contrario, se non si dovesse trovare l'accordo sulla A31 la concessione scadrà. E se dovesse scadere si bloccherebbe di fatto anche il prolungamento a Sud della Valdastico già in atto. Possibilità che preoccupa non poco le banche esposte per la liquidità 'spesa' per il corso d'opera. Anche per questo la Serenissima ha chiesto al ministero delle Infrastrutture un atto aggiuntivo alla prescrizioni del Cipe da inserire nella convenzione.

«Se Trento continuerà con la sua ostruzione dovrà ora motivarne le ragioni e si assumerà le responsabilità delle conseguenze che tale atto potrebbe provocare» denuncia Schneck.

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