NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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La famiglia anagrafica e quella di fatto

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La famiglia anagrafica e quella di fatto

Maurizio Franzina diceva poco fa che quando la chiesa parla si rivolge ai cattolici; ci domandiamo chi sono i cattolici e come si identificano in un caso come questo, visto che poi i cattolici sono presenti praticamente in tutti i partiti? Ma gli orientamenti della chiesa come vanno considerati in campo nazionale dove la chiesa interviene pesantemente sulla politica?

gruppo dx (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)FRANCESCO RUCCO- Ricordiamo innanzitutto che i cattolici sono in maggioranza in Italia; non ne faccio una questione di professione di fede, preferisco i valori miei di origine cattolica, ma agisco da laico. Ci sono regole e messaggi lanciati al mondo cattolico, ma questo è trasversale a tutti i partiti per cui la chiesa parla a tutti. Sta a chi fa politica recepire i messaggi trasmoprandoli in atti concreti dal punto di vista politico o amministrativo. Condivido il messaggio sulla unicità della famiglia come fondamento della società così come previsto dalla Costituzione. Facendo io politica ritengo in questo momenti che la coppia di fatto non debba essere equiparata alla famiglia tradizionale. Poi c’è la realtà dei nostri amici dei nostri parenti eccetera: bisogna condividere con loro le varie posizioni, alcuni sono nella impossibilità materiale di sposarsi, magari nel frattempo hanno figli che debbono avere dignità e diritti completamente riconosciuti. Però intendo la famiglia in senso cattolico anche se non sono intransigente. Altra cosa ancora sulla questione delle coppie omosessuali perché la situazione lì è ulteriormente diversa. Il legislatore dovrà valutare tutto questo con attenzione. Teniamo presente che per molti anni chi poteva decidere erano i governi di centro sinistra: non hanno deciso niente. Chiediamoci perché chi non ha agito pur dichiarando di credere in determinate aperture.

MATTIA STELLA- Diciamo anche che in tutti questi anni per la famiglia, governi democristiani compresi, si è speso solo l’1% scarso del pil. Dal mio punto di vista personale sono nella condizione di chi è sposato e di chi è contemporaneamente nella coppia di fatto: mi sono sposato in Inghilterra con il mio compagno e qui questo matrimonio non ha validità. Noto che nella raccolta di firme, 800 in due giorni, che è passato un messaggio molto semplice: appoggiarci indipendentemente dall’appartenenza e dalle convinzioni personali; il messaggio è che non vogliamo togliere nulla alla famiglia tradizionale, io sono ultimo di sette figli, ho tre anni di seminario alle spalle, non ho assolutamente dubbi sul significato della famiglia e voglio che non si tolga nulla al diritto di qualsiasi tipo di famiglia che vuole esistere e formarsi.

MAURIZIO FRANZINA- Forse sono ancora più avanti. Credo che lo Stato italiano dovrà riconoscere il matrimonio omosessuale così come avviene in altri paesi civili: 30 anni fa c’era il dibattito sul divorzio, poi si è risolto tutto. Il futuro è che le coppie omosessuali saranno laicamente benedette in municipio.

gruppo sn (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)E tuttavia questa questione è vicinissima a tante altre posizioni di diritto negato per cui un cittadino italiano deve andarsene all’estero per ottenere quello che vuole: dalla procreazione assistita al matrimonio omosessuale…

MAURIZIO FRANZINA- Ci sono tante situazioni di ritardo nel riconoscimento dei diritti. Personalmente credo che la chiesa si stia interrogando su tutti questi temi con una certa forza e credo anche che arriverà a soluzioni vere.

MASSIMO PERCORI- Ritorno al discorso della chiesa che parla a chi: parla a tutti, a tutti i soggetti della società, è un messaggio universale che non toglie a chi ascolta o non ascolta di fare poi quel che gli pare; penso che la situazione sia in questi termini, la chiesa ha posizioni e valori che esterna e comunica senza che poi sia impedito a ciascuno di noi di tirare le nostre conclusioni. Tant’è vero che in tutti i partiti compreso il mio ci sono situazioni di vita che superano le forze personali e portano a separazioni, divorzi,l esclusione dai sacramenti eccetera. Ovvio che un dibattito adeguato potrà creare i presupposti per cambiare anche qualche regola, ma deve essere la chiesa in questo caso ad arrivarci autonomamente.

ENRICO PERONI- E aggiungiamoci che i diritti fondamentali non possono essere diversificati tra una città e altre. Bisogna che la legislazione sia equilibrata e che quindi a monte delle situazioni particolari ci sia la capacità di leggere la società e adeguare le leggi. Il dibattito sulla famiglia è sicuramente fuori asse indipendentemente dalla successione del colore di chi ha governato. Il modello di famiglia che ho in mente è molto semplice: il bonus bebè, un sistema che garantisca la natalità con incentivi alle famiglie con figli e parità di diritti per chi non ha figli. Nel 98 ne hanno parlato in Francia. Così dovrebbe essere ripensata la questione aiutando le famiglie e aiutando le donne,l dividendo equamente il peso della maternità tra uomo e donna. In un momento di bassa natalità è importante tutto questo. La chiesa cattolica parla delle stesse cose per dieci pagine dei suoi documenti e poi chiude con due pagine che ribadiscono l’esclusività della famiglia secondo chiesa cattolica ad esistere e a ricevere attenzione. Ma sono le prime dieci pagine quelle che hanno importanza, sono gli incentivi economici e civili quelli che contano sia per la famiglia sia per la sua sopravvivenza. Senza far diventare di serie B la famiglia tradizionale. Perché tutti debbono assumere doveri nel momento in cui rivendicano diritti.

 

nr. 08 anno XVII del 3 marzo 2012

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