NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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La bicicletta, amica ecologica, ma sottovalutata

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La bicicletta, amica ecologica, ma sottovalutata

Ma la bicicletta e il ciclista sono considerati anche un elemento a favore della sicurezza, perlomeno entro il rispetto di certi limiti riconosciuti unanimemente essenziali. Come si conciliano i due opposti concetti?

La bicicletta, amica ecologica, ma sottovalutata (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MICHELE MUTTERLE- C’è uno studio europeo che ha dimostrato che i ciclisti sono più sicuri quando sono tanti, per cui se si vuole parlare di loro sicurezza bisogna aumentarne il numero; se raddoppiano, si dimezzano gli incidenti e diminuiscono anche i feriti. Il ciclista di per se’ è un elemento di moderazione del traffico. La stessa strada vuota e con invece cento persone in bicicletta diventa una strada nella quale non si corre. Parlando di piste ciclabili la pista di Gavazzale quando arriva in città si trasforma in viale Trieste, in via IV novembre, veri incubi per una bicicletta. Il problema è che le piste cominciano in periferia non nella città; se entrassero in città la cosa sarebbe diversa perché i quartieri della cintura sarebbero collegati al centro più grande. Guardate che oggi ai varchi della città costituiti dal limite della zona a traffico limitato, dalle 7,30 del mattino alle 13,30 abbiamo contato 6600 persone che sono solo entrate in bicicletta. Pensate che potenzialità se si potesse avere a disposizione una rete di percorsi sicuri e riservati, senza auto posteggiate, ma soprattutto completi rispetto alla provenienza e alla destinazione che si vuole raggiungere. Del resto la strada è un elemento di comunicazione non deve essere intasata. È questo il concetto che ci deve guidare per migliorare le condizioni attuali della questione delle piste ciclabili e quindi del traffico e della mobilità sostenibile. Chiaro che attorno ci vuole tutta una politica: i parcheggi poco utilizzati vanno favoriti con tariffe di sosta e poi occorre la progressività del prezzo di sosta in proporzione tra periferia e centro. Lo fanno già altre città, in periferia non paghi in centro paghi cifre esorbitanti. Bolzano è un esempio, tanto per citarne uno.

NICOLA FERRONATO- Caldogno ha creato una buona rete di piste, ma bisogna anche sottolineare le difficoltà in cui si muovono le amministrazioni comunali. Alla base delle scelte c’è sempre un progetto; quello di Caldogno è particolare per il territorio allungato che va dai confini di Vicenza a quelli di Villaverla. S’è cercato di dare un senso alla nostra viabilità con piste che permettano di arrivare al centro dalle frazioni. In parte ci siamo riusciti e continueremo perché il progetto non è concluso. La difficoltà è nella scarsa coscienza civica delle persone. Una delle cose che si dovrebbero fare per aumentare le piste ciclabili e rendere a senso unico le strade, sia pure con sosta permessa. In quel caso c’è sempre un comitato che si oppone perché la scelta non è comoda per la gente che abita lì. Occorre più senso civico come abbiamo già visto parlando di argini e fiumi. Comunque il nostro progetto prosegue anche se non tutto potrà essere completato perché i tempi e i soldi sono sempre limitati. Le amministrazioni comunque sono attente e questo è un fatto importante. Sulla sicurezza poco da dire: va salvaguardata sempre e comunque. Bisognerebbe che anche i ciclisti fossero attenti perché quando girano appaiati rischiano davvero grosso.

La bicicletta, amica ecologica, ma sottovalutata (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)VLADIMIRO RIVA- Mi chiedo quante multe sono state applicate ai ciclisti: molto più facile multare un divieto di sosta. Un po’ di educazione sarebbe utile. Metterle diceva delle persone che girano in città: Ferrara ha una situazione creata grazie ad una politica di anni e ora tutte le condizioni ci sono perchè la gente rinunci all’auto. Oltre alla sensibilità però occorre qualche segnale di repressione…

MICHELE MUTTERLE- Noi che insistiamo da tempo perché chi va in bici abbia le luci regolamentari la sera e se possibile anche il giubbetto siamo andati a verificare quante multe sono state date in un anno per questa infrazione a Vicenza. Sapete quante? Otto in tutto e di fronte alla massa che gira senza il minimo lumicino è davvero ridicolo… Poi c’è la distinzione tra piste ciclabili e piste ciclopedonali; queste ultime, le promiscue come si chiamano, non sono obbligatorie, per cui ad esempio in Viale Trento non c’è obbligo.

Perché la bicicletta è oggetto di una montagna di furti, compreso l’utilizzo come bene di scambio per avere altri beni, ad esempio stupefacenti come si è visto sul treno per Padova più d’una volta?

REMO LONGIN- Mercato in espansione…

MICHELE MUTTERLE- Grandissimo deterrente all’uso della bici; conosco gente che preferisce usare la bici della nonna, un catenaccio, piuttosto che farsi rubare la sua evidentemente più nuova.

 

nr. 10 anno XVII del 17 marzo 2012

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