NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Mai tanto sinfonica!

di Elena De Dominicis
www.artisceniche.com

facebookStampa la pagina invia la pagina

Mai tanto sinfonica!

Quest’anno avete messo delle poesie nel programma di sala per suggerire delle impressioni utili all’ascolto. Spesso gli artisti dicono che la cosa più importante è che l’evento artistico emozioni. La musica classica, e quella classica contemporanea ancora di più, è un linguaggio difficile da capire. Una conoscenza tecnica, almeno basilare, del linguaggio col quale si entra in contatto non è favorevole a una percezione più articolata? Le emozioni saranno più ricche nel momento in cui si hanno delle nozioni.

«Sì, assolutamente: l’istruzione, la formazione della persona come animale sociale, passa attraverso le arti e riuscire a capire il processo compositivo di Mahler, Mozart, Beethoven o Bach permette di ottenere dei nuovi parametri di valutazione. Anche se spesso il concetto di musica-emozioni, la reazione emotiva, si usa come valore universale di valutazione. Non è così: Beethoven non ha scritto “Per Elisa” per farti sentire bene o innamorato ecc., lui descriveva il cosmo, era una voce che con dedizione, autorità, talento, genio si rivolgeva all’umanità per dire qualcosa di importante. Sono anche convinto che l’artista è una sorta di profeta senza un incarico religioso: ha davvero la responsabilità e la possibilità di vedere la bellezza che gli altri non riescono a distinguere e per questo è capace di vedere più in là, nel futuro, ma parallelamente alla dimensione vissuta da tutti. Io penso che la musica, lo sappiamo da Pitagora e tutti gli altri, abbia molti punti d’accesso. Quello della risposta emotiva è quello preferenziale e facilitato e questo rende il linguaggio della musica sia complesso che molto facile. “Il cuore della musica” non era tanto dare dei principi didattici attraverso i quali le persone potessero immaginare quello che accadeva all’interno della sala da concerto, ma più che altro un modo per convincere il pubblico a cominciare a parlare dell’arte, della bellezza e della musica classica, che non sono discorsi ad esclusivo appannaggio e riconducibili a chi sa di musica».

Psycho (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il successo dell’esecuzione della suite per “Psycho” e poi Mozart: si può pensare che la sinfonica siano Mozart, Beethoven ecc. però poi ci sono dei giovani o contemporanei che all’estero furoreggiano, ma che in Italia vengono poco o per niente rappresentati. Parlando di lirica, un’opera come “The Death of Klinghoffer”, per un orecchio abituato a “Tosca”e “ La Traviata”, quella musiche possono sembrare poco melodiche. Come si fa passare il pubblico da “La Traviata” a “The Death of Klinghoffer”?

«Introducendo un concetto che secondo me non è stato ancora completamente esplorato in Italia, cioè il fatto che la musica moderna non è atonale, aritmica e amelodica. La musica di “Psycho”: grande ritmo, grande centro tonale, grande forza drammatica e grande capacità artistica rappresentativa. Anche se ovviamente, adesso, i linguaggi musicali si sono moltiplicati e andiamo dalla completa sregolatezza del linguaggio teorico musicale fino a un tipo di scrittura in qualche modo pedissequo a quello che era 100 anni fa. Vaclav Nehlybel, Gerald Finzi o Ralph Vaughan Williams, compositori fino agli anni ’60, come mai Ligeti non viene eseguito o poco eseguito? Lì ci sono questioni sia di marketing che di tradizione sinfonica. Per eseguire Ligeti ci vogliono degli ensemble molto maturi e la situazione socio economica non permette che gli ensemble siano così solidi; ce ne sono pochi in Italia e questi pochi devono assicurarsi che ci sia anche un lavoro di “socializzazione” della musica che comunque l’orchestra stabile deve assolvere. È un compito assolutamente improrogabile. È anche lì un’opera di investimento e di coinvolgimento. Ho impressione che in Italia ci siano moltissime realtà sinfoniche e cameristiche e vanno identificati i centri di assoluta eccellenza, senza dubbio secondo me dando priorità ai centri nei quali vengono adottati principi di gestione e management trasparenti, che ottimizzano tutte le forze che si impegnano nei confronti del sociale, della scuola e della musica nuova. Ci sono alcuni parametri che vengono dettati dai ministeri della cultura mondiali: a fronte di un determinato tipo di investimento vogliono che tu riesca a sviluppare determinate caratteristiche. Questi parametri valutativi vengono dati dagli enti erogatori in Italia, ma molto spesso non includono caratteristiche tipo: quanti giovani compositori sono stati inclusi nella programmazione oppure quanti giovani artisti sono stati fatti suonare».

« ritorna

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar