NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Mai tanto sinfonica!

di Elena De Dominicis
www.artisceniche.com

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Mai tanto sinfonica!

Questo rimane a discrezione dei direttori artistici e dei presidenti delle compagnie?

«Sì. In Inghilterra e negli USA è un po’ come definire il rating di una banca: il rating di un’orchestra sale quanto più tutta l’organizzazione riesce ad assolvere a queste responsabilità. Quando abbiamo fatto le Olimpiadi Invernali del 2002 a Salt Lake City, il mio chairman era Mitt Romney, la responsabilità che avevamo era totale, eravamo consci che avremmo dovuto fare uno spettacolo di un certo tipo, pur rispondendo al target di pubblico che sarebbe arrivato. Avevamo direttive molto chiare sull’innovazione, efficienza dei rapporti con gli sponsor».

Quindi, come orchestra, vi sono stati dati dei task di tipo commerciale, comunicazione e marketing.

«Anche. Lì viene chiamato development, sviluppo. Se un’orchestra non si preoccupa di coinvolgere i ragazzi della scuola pubblica di quel territorio, non apre le porte al pubblico meno abbiente, se non investe nella musica del domani, l’orchestra sta fallendo la sua missione. Io vedo che in Italia, molto spesso, le risorse vengono dedicate al prodotto musicale e l’80% delle economie viene dato per l’orchestra, il direttore, il solista e poi ti rimangono 2000 euro per la comunicazione, non hai neanche i soldi per fare 2 foto all’orchestra o per registrare. L’equilibrio sta nel creare un impianto produttivo che possa in qualche modo capire anche le esigenze future dell’orchestra e costruire un rapporto produttivo dove abbiamo un 35% dedicato alla qualità dell’arte e un 35% per la comunicazione e la promozione del prodotto».

Mai tanto sinfonica! (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)Spesso vengono fatti grandi concerti-evento con programmi interamente incentrati sulle colonne sonore. Le colonne sonore possono essere considerate una forma di musica classica contemporanea? Come mai è difficile farle rientrare nei cartelloni di stagione e rimangono generalmente legate all’evento unico?

«Se vogliamo fare in modo che la musica cinematografica venga inserita di diritto nei repertori classici, cosa che avviene in alcuni paesi, dobbiamo cercare di trattarla come tale e fare in modo che, così come le sinfonie di Mozart vengono eseguite da tutti e si va ad ascoltare Mozart interpretato da John Eliot Gardiner o dai Berliner, così dovrebbe essere anche per i compositori cinematografici».

Anticipazioni sulla prossima stagione?

«Sarà una sorpresa! C’è un accordo con una televisione americana nazionale: verrà fatto un documentario sulla OTO, è stato fatto un pilota che è andato in onda e questo ha dato modo di vedere l’orchestra in televisione da circa 21 milioni di telespettatori».

Prossimi appuntamenti della OTO?

«14 aprile “La morte e la fanciulla”, danza. Il 25 aprile passiamo all’Olimpico: concerto con De Lorenzo e con Vladim Brodsky, eseguirà il Concerto per violino e orchestra in Re maggiore opera 35 di Tchaikovskij».

 

nr. 10 anno XVII del 17 marzo 2012

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