NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La siccità imporrà altre scelte agli agricoltori?

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La siccità imporrà altre scelte agli agricoltori?

La siccità imporrà altre scelte agli agricoltori? (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)Diga di meda, ma anche diga di Vanoi nel Trentino: riserve di rifornimento mai utilizzate per questioni di evidente mancanza di risorse…

GIUSTINO MEZZALIRA- Il Vanoi era il consorzio di bonifica di Cittadella che ne aveva fatto progettazione avanzata e pagata in proprio: faceva parte di una visione strategica di lunghissimo periodo che poi purtroppo non è stata perseguita. Oggi mi ripeto e dico che se Meda fosse possibile la farei. Non è quello che risolve la questione della falda. Cerchiamo di avere il quadro strategico davanti, l’Astico è un torrente. L’unico che funziona da fiume è il Brenta su cui c’è un progetto strategico vero che prevede la pianificazione di un by-pass Brenta/Astico che correrebbe lungo la pedemontana che trasferirebbe 7metri cubi al secondo presi dal Brenta senza cambiargli la natura di fiume distribuendo su tutta la fascia alta ghiaiosa con effetti benefici su tutto il territorio, irrigazione nei 100 giorni di difficoltà per l’agricoltura e per il resto dell’anno infiltrazione nel sottosuolo e nella falda attraverso i singoli appezzamenti attrezzati come dicevo trattando direttamente con gli agricoltori che se conveniente il prezzo affitterebbero volentieri. Gli si sistema l’impianto con canalette a pettine e si ottiene per ettaro 1500 metri lineari attraverso cui infiltrare in falda. Il risultato è un risparmio enorme con un guadagno per l’agricoltore. L’opera strategica sarebbe proprio questa del by-pass per salvare acqua che due giorni dopo essere passato a Bassano si disperde in mare senza altre possibilità di salvarla o utilizzarla. Le tecniche ci sono, di soldi ne occorrono davvero pochi.

Civiltà programmatoria che per la Repubblica di Venezia era norma mentre per noi che abbiamo cementato tutto è una specie di mistero.

La siccità imporrà altre scelte agli agricoltori? (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)LORENZO ALTISSIMO- Questa dell’impermeabilizzazione del territorio è l’altro problema pesante, cambia il coefficiente di deflusso per cui quello che andava in falda lentamente ora scivola via specie negli eventi di piena; la capacità infiltrante l’abbiamo perduta di molto e dopo l’ultima guerra si è trasformato il 40% circa del territorio di pianura. Uno studio dell’Accademia Olimpica lo ha dimostrato anni fa. Ora il percorso pare non arrestarsi più e ogni anno pare venga trasformato il 5% del territorio che vorrebbe dire saturare tutto nel giro di venti anni. Del resto anche oggi da Velo di Lusiana scendendo di sera uno vede con 200 gradi di apertura una pianura tutta urbanizzata. Il fenomeno poi è accentuato dove ci sono le zone a vocazione per lo smaltimento dell’acqua.

ANGELO GUZZO- Bisogna porsi questo problema fino in fondo. Non si può avere migliaia di metri quadri di capannoni e a nord avere ancora di più capannoni che non servono più e si abbattono o si trasformano in archeologia industriale. Una sciagura che non ci possiamo più permettere. Ora dovremmo essere noi tutti, cittadini e amministrazioni comunali per quanto con acqua alla gola queste ultime a cercare una via civile per risolvere la questione anche attraverso l’intervento della Regione. C’è una previsione di responsabilità ai Comuni per chiudere i pozzi liberi, quelli che si vedono in strada e nelle corti. Ma auspico che siano i cittadini da soli a chiudere il rubinetto e a risparmiare quello che oggi è uno spreco gravissimo. Pensiamo è un errore credere che l’acqua fuori da quei rubinetto alla fine ritorna giù in falda, non è vero: gli strati di terreno glielo impediscono ed è acqua che finisce ai fossi e quindi va dispersa. Bisogno uscire dal malo uso di tutti questi anni e ripensare la nostra filosofia di trattare le risorse naturali che abbiamo a disposizione. Oltre tutto immettiamo in gran parte della nostra rete fognaria acqua potabile, assieme a quella cosiddetta nera, e questo tra l’altro crea problemi gravissimi al buon funzionamento dei depuratori con altri problemi di costi che paghiamo tutti. Non servono investimenti per rimediare, basta una presa di coscienza di tutti, nessuno escluso. Ci saranno le ordinanze dei sindaci, ma se ci pensassimo da soli sarebbe molto meglio. Questione appunto di civiltà…

 

nr. 11 anno XVII del 24 marzo 2012

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