NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Bacchiglione: altra occasione che si sta perdendo?

Una vogata goliardica nella notte attorno al 25 aprile riapre una ferita mai chiusa: perchè i tre fiumi di Vicenza sono una porcheria anziché occasione di turismo, lavoro o semplice svago nel tempo libero? Bacchiglione Retrone e Astichello non hanno una esistenza associata alla città o se l'hanno riguarda la cronaca nera: se ne parla soltanto in caso di disgrazie... - Per In Piazza abbiamo invitato a parlarne Lorenzo Altissimo (Centro idrico), Enrico Rossi (GEI), Matteo Quero (consiglio provinciale), Vladimiro Riva (VicenzaÈ) e Giorgio Xodo (Lega Navale)

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Bacchiglione: altra occasione che si sta perdendo?

(g. ar.)- Una vogata sul Bacchiglione peraltro abbastanza breve -seppure divertente- ad opera di quattro ragazzi che hanno interpretato alla maniera goliardica le feste attorno a 25 aprile e 1.maggio ci ha riportato alla questione dei fiumi di Vicenza, come a qualcosa su cui si sta giocando, o meglio: quasi non si gioca più, una parte non secondaria del futuro del centro cittadino.

Bacchiglione: altra occasione che si sta perdendo? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Fiumi che un tempo venivano considerati veicolo di civiltà e di ricchezza, fiumi che a Vicenza sono addirittura tre (Bacchiglione, Retrone e Astichello) e che pure non sembrano occupare l'attenzione dell'amministrazione e nemmeno quella degli ambientalisti.

La verità è che di fiumi, come in questo caso, si parla all'opinione pubblica soltanto in occasioni speciali che coincidono c on le cronache di giornale. A volte cronache leggere e perfino divertenti, come per i quattro della notte a remi, altre volte per fatti molto meno piacevoli. Al di fuori non si va, come dire che i fiumi sono poco meno che ignorati.

Ed infatti la controprova arriva dalla condizione che li caratterizza, scadente per la qualità dell'acqua, molto più scadente per le immissioni dalla città (fognature e scarichi di ogni genere), ,se possibile ancora meno edificanti se si pensa che spessissimo gli argini vengono presi di mira da chi ha qualcosa da buttare. Una discarica o appena poco più.

Stridente a dir poco è lo scarto di cura ed utilizzazione tra i nostri giorni ed il passato, con particolare riferimento al passato più lontano, come ad esempio attorno agli anni Venti, o un po' più vicino come nel caso dell'ultimo dopoguerra. Grazie alla GEI abbiamo potuto presentare varie immagini che raccontano di un fiume tormentato dalle alluvioni, come da sempre, ma anche popolato dalla gente. Proprio la GEI aveva a San Biagio un pontile per i vogatori e oltre alla sede sociale anche un deposito dentro cui venivano custodite le barche, anche quelle più costose, da canottaggio. Ora di tutto questo non rimangono che ricordi, appunto le fotografie, e quelle servono a documentare esaurientemente che non si è trattato di un sogno, ma di una storia solidissima scritta direttamente dalla gente. A San Biagio la GEI si era preoccupata di ricavare una piccola piscina per le lezioni di nuoto e i corsi erano molto affollati. Altri tempi, si sa.

Come altri tempi sono quelle di Valentino Ceccon non dimenticato pioniere dello sport remiero vicentino, che il 1. Agosto del 1922 a bordo di una lancia con sette persone a bordo compreso il timoniere salpò dal pontile GEI di San Biagio in direzione... Trieste, attraverso Padova, Laguna di Venezia, Lignano. Cinque giorni pieni di grande fatica che valsero ai nove vicentini un ricevimento in municipio all'arrivo e larghi spazi sulle cronache nazionali oltre che su quella dell'allora giornale locale, il Corriere Vicentino.

Ecco, la storia dei fiumi di Vicenza può avvalersi a pieno titolo di storie come questa, storie che dimostrano non solo una grande passione da parte dei vicentini, ma anche l’esistenza di condizioni di navigabilità del fiume che oggi non si ritrovano neppure parzialmente salvo qualche tratto abbastanza raro rispetto alla complessità di un chilometraggio come quello decisamente straordinario “firmato” dai rematori del 1922 (450 chilometri).

Come sono oggi i fiumi di Vicenza? E perchè c'è bisogno di una occasione di cronaca per tornare a parlarne quando li abbiamo quotidianamente a portata di mano? E perchè li trattiamo tanto male al punto da metterne in dubbio la sopravvivenza reale anche nel futuro più prossimo?

Per questa puntata di In Piazza abbiamo invitato a parlarne Lorenzo Altissimo (Centro idrico), Enrico Rossi (GEI), Matteo Quero (consigliere provinciale), Vladimiro Riva (VicenzaÈ) e Giorgio Xodo (Lega Navale).

Bacchiglione: altra occasione che si sta perdendo? (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

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