NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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La storia di Vicenza si legge nei fiumi

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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La storia di Vicenza si legge nei fiumi

La storia di Vicenza si legge nei fiumi (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Il film della memoria dell’acqua mostra anche molte scene di vita quotidiana. La fontana tutta gelata ad Asiago, oppure le gite in barca negli anni Trenta al lago di Fimon. La fontana con i cavalli alati che cento anni fa spruzzava alta nel giardino Salvi a Vicenza, come l’altra grande fontana di Thiene, quella che esisteva di fronte alla stazione di Vicenza o l’altra, di fronte al teatro Olimpico prima che fosse costruito il monumento a Fedele Lampertico. E i fotogrammi si susseguono: fermano l’immagine dell’acqua che scende dalla cascata di Staro o sgorga dalla fonte di Recoaro. Inquadrano il lavoro delle lavandaie, numerosissime, presenti ovunque con il sapone sulle rive di quei corsi d’acqua che adesso sarebbe impensabile sfruttare, e non solo perché esiste la lavatrice domestica. L’acqua racconta di architettura e lavoro, di ingegno e fatica. È un denominatore comune di tutta la provincia, che è davvero una terra ricchissima d’acqua: "Recoaro-Valdagno-Schio catin de Dio" non è solo un modo di dire. La quantità di piogge nell’Alto Vicentino è seconda, in Italia, solo al Friuli. Gli scienziati lo sanno. Colpa delle Prealpi: sono il primo ostacolo che incontra l’aria calda e umida che sale dall’Adriatico. La fortuna (e i problemi) del Vicentino nascono tutti da lì.

Ponte di S.Michele (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Ma si può parlare di una memoria dell'acqua? Secondo Di Lorenzo sì, come si legge nel primo capitolo: «Lo sanno bene gli scienziati (come ad esempio il giapponese Masaru Emoto, ndr). L'acqua ha la capacità di metabolizzare la storia di una comunità, e di ritrasmetterla, come un film che riporta indietro nel tempo. I secoli passano rapidi nella mente, i quadri cambiano velocemente. Appena ieri la spiaggia dei vicentini sul Bacchiglione era animata da una squadra di goliardi senza età, tra cui il salumiere Araldo Geremia, che s'era battezzata come I delfini del Livelon. Ed era l'altro ieri quando i ragazzini dell'era fascista nuotavano nella piscina – la prima a Vicenza – ricavata nel fiume vicino al torrione di porta Santa Croce. Qualcuno di loro è ancora vivo. Così come sono ancora parecchi che ricordano bene i bagni fatti da bambini nel fiume a ponte Pusterla. Mille anni fa l'acqua che passava sotto il ponte degli Angeli era quella dell'Astico, poi gli ingegneri della Serenissima deviarono il suo corso a Montecchio Precalcino con i murazzi e il suo alveo fu occupato dal Bacchiglione».

La storia di Vicenza si legge nei fiumi (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Come detto, l'Astico a Vicenza aveva creato anche un lago, il lago Pusterla appunto, vasto cinque chilometri: dalla chiesa di Araceli fino a Povolaro e a Montecchio Precalcino. «Quando l'Astico cominciò a ritirarsi, nel XIII secolo, sui terreni liberi fu costruito il convento e la chiesa di San Bortolo, che diventò poi l'ospedale di Vicenza. Qualche eredità di quel lago è rimasta fino a noi: il nome Saviabona del quartiere non vuol dire altro che sabbia buona. Era quella del letto dell'Astico. Il problema delle inondazioni non riuscì comunque a risolverlo completamente neanche la Serenissima, perché da almeno quattrocento anni si sperimentano rimedi alle piene. Con scarsa fortuna. Neanche la deviazione dei due fiumi, realizzata nel 1876, sistemò definitivamente la questione. Va ricordato che la separazione di Bacchiglione e Retrone e la creazione di quello che oggi si chiama viale Giuriolo fu un progetto dell'ingegner Carlo Beroaldi: in precedenza, sulla questione, erano stati elaborati e non realizzati ben quattordici progetti. Le alluvioni a Vicenza erano già un problema di cui dava conto Paolo Diacono nel 579 avanti Cristo. Ma un altro scrittore romano, Eliano, nel terzo secolo dopo Cristo, come ha scoperto Fernando Rigon, raccontava delle meravigliose anguille che si pescavano nel Retrone e le ha rese celebri in tutto l'impero romano».

Dopo la presentazione del mese scorso in sala Stucchi a Palazzo Trissino, il libro sarà presentato mercoledì 16 maggio alle 20.45 presso le Barchesse di Villa Cita a Montecchio Precalcino alla presenza dell'autore e del presidente di Acque Vicentine Angelo Guzzo. Di Lorenzo negli ultimi anni ha scritto anche "Perché ci chiamano vicentini magnagati" e, con Andrea Mason, una storia dello stadio Menti di Vicenza. L’autore ha insegnato giornalismo all'Università di Padova. Ha scritto anche numerosi volumi di cultura e storia vicentina e libri di cultura eno-gastronomica. Fa parte dell’Accademia Italiana della Cucina, di cui dal 2005 è entrato nel Consiglio direttivo della Delegazione di Vicenza. Nel 1999 il suo libro "L’altalena dei sogni" è stato premiato dall’Accademia Olimpica di Vicenza come migliore opera prima. Nel 2003 ha vinto il premio Francesco Fontana per il miglior contributo dato allo sviluppo della cultura eno-gastronomica vicentina.

 

nr. 18 anno XVII del 12 maggio 2012

Spiaggia (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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