(g. ar.)- La domanda è di quelle che lasciano uno strascico preoccupato. Come già si sapesse che una risposta chiara, vera, perlomeno accettabile, non esiste. La città non è sicura o perlomeno non si ritiene tranquillizzata da quanto viene posto in atto nel campo del contrasto alla malavita. Malavita anche molto modesta per azioni ed obiettivi -a parte qualche caso veramente grave- ma non per questo da liquidare con un'alzata di spalle.
È un fatto che il ripetersi in cronaca di fatti tutti strettamente legati a reati contro il patrimonio, cioè al portafogli della gente, e specialmente reati strettamente connessi all'uso e allo spaccio di droga, contribuisce non poco ad appesantire la sensazione di scarsa sicurezza in città., Ma in città e fuori, considerato che alcuni dei fatti più rilevanti degli ultimissimi giorni sono legati da una parte ad una sparatoria formato far west in pieno centro di Sandrigo la domenica pomeriggio presto, a due passi dalla stazione Carabinieri, dall'altra ad un assalto in casa di un professionista e nel caso di Rosà ad un pestaggio selvaggio da parte di cinque stranieri almeno finora non meglio identificati e ai danni di un poveraccio che usciva ubriaco dal bar per tornarsene a casa.
A due giorni dalla celebrazione della festa della Polizia di Stato In Piazza ha riproposto il tema della sicurezza con Antonio Dalla Pozza, assessore comunale, i sindacalisti di Polizia Roberto Meridio e Oscar Acciardi, i commercianti Mario Parma e Antonio Santagiuliana, quest'ultimo vicepresidente dell'associazione delle Vetrine del centro. In coda al dibattito anche l'intervista che Tiziano Bullato ha fatto sul tema al questore Angelo Sanna. Naturalmente tra le dichiarazioni attorno al tavolo di In Piazza e quelle del responsabile della Polizia di Stato c'è una marcata differenza perché i toni e gli argomenti sono diversi. Tanto per chiarire, poco prima di registrare la trasmissione abbiamo ricevuto un comunicato del SIULP, il sindacato di Polizia più forte a Vicenza e provincia, nel quale si annunciava l'astensione degli iscritti dalle manifestazioni pubbliche per l'anniversario della fondazione del Corpo.
Il clima dunque non è dei migliori. Ci sono da una parte i cittadini che lamentano la straordinaria libertà di movimento di cui godono tutti coloro che commettono reati, in gran parte stranieri e in assoluta prevalenza privi di qualsiasi titolo per fermarsi qui: tra il 3 e il 23 maggio lo stesso giovane marocchino è stato bloccato due volte mentre vendeva marijuana, tra l'altro allo stesso cliente e allo stesso angolo di via Gorizia. La gente si domanda se lo spaccio sia o no un reato e nel caso perché mai chi ne è responsabile esca agilmente e senza problemi visibili dallo stato di arresto appena qualche ora dopo essere stato beccato sul fatto.
Le domande sono sempre e comunque su questi temi ed il tono aumenta di pesantezza ogni giorno che passa alla constatazione che le cose non migliorano affatto nonostante la presenza ed il lavoro di poliziotti e carabinieri. Il disagio d'altra parte, come hanno spiegato benissimo sia Roberto Meridio (SIULP) che Oreste Acciardi (SAP), investe le stesse forze dell'ordine che si trovano in situazioni deficitarie quanto a organici operativi e quindi a mezzi tecnici. Ma naturalmente sullo sfondo ti tutto c'è la crisi di una giustizia che per quanto rispettosa delle garanzie, come deve essere, non sembra in grado di bloccare con provvedimenti duraturi e tranquillizzanti per la gente la crescita di reati che, lo ripetiamo, sono in prevalenza di piccola entità, ma in grado di creare per quantità e frequenza grande insicurezza. Un po' come dire, spiegano i poliziotti, che festeggiarli è sacrosanto perché lavorano molto e in pessime condizioni, ma il miglior modo di festeggiare la Polizia sarebbe di sistemare un po' meglio tutto il meccanismo che regola gli avvenimenti: dal numero di uomini in strada fino alle conseguenze di legge per chi commette reati.