(C.R.) Giugno è il mese dell’Imu, la nuova tassa su case e terreni che sostituisce l’Ici e che torna dopo un paio d’anni: entro il 18 dovrà infatti essere pagata la prima rata. Tuttavia non tutti i comuni l'hanno ancora approvata - all'appello mancano ad esempio quelli che si sono insediati dopo le amministrative di maggio - e lo potranno fare con una delibera entro il 30 giugno. In quei comuni in cui non si è ancora proceduto all'approvazione delle aliquote saranno valide quelle decise a livello statale (0.4% per l'abitazione principale e 0.76% per la seconda casa), in attesa eventualmente di "rimodulare" il valore del saldo a settembre. Ecco alcuni dei casi più emblematici della provincia di Vicenza.
Andrea Gios, sindaco di Asiago:
«Unica strada per non gravare su famiglie a attività produttive»
Sulle aliquote Imu il comune di Asiago rappresenta uno dei "casi" in Italia. E non solo per aver approvato la delibera tra i primi in assoluto, nel mese di febbraio, ma per il range massimo consentito per legge: si passa infatti dal 2 per mille (0.2%) per l'abitazione principale al 10.6 per mille (1.06%) delle seconde case, che ad Asiago sono circa 4.300. «Nel primo caso - conferma Andrea Gios, primo cittadino del capoluogo altopianese - abbiamo applicato il minimo previsto dalla legge, a cui si aggiunge la detrazione di 200 euro. Inoltre abbiamo aggiungo un'ulteriore riduzione di 50 euro se nella casa vi abita un figlio sotto i 26 anni. In virtù di questi calcoli circa l'85 per cento dei residenti asiaghesi non pagheranno l´Imu».
Discorso opposto invece per quanto riguarda le seconde case, che nella quasi totalità sono case di villeggiatura di proprietà di persone non residenti in Altopiano. Gios esclude che tale decisione possa andare a creare problemi all'economia turistica. «Ad Asiago i costi delle case variano dai 3 ai 7 mila euro al mq, non credo che per il proprietario di una seconda casa di 150 mq, del valore di mercato di 5-600 mila euro, 300 euro in più di tassa possano provocare un tracollo. A fronte di una maggiore spesa i turisti avranno garantiti i servizi essenziali».
Scelte che alla fine fanno parte di una strategia ben precisa. «Per noi era l'unica strada - continua Gios - per non gravare sulle famiglie e sulle attività produttive. Il 4 per mille su queste ultime non dà risultati molto diversi da quanto già pagano con l´Ici, tranne per gli alberghi che subiranno aumenti del 20% circa: se avranno applicato le aliquote decise a Roma (0.4% e 0.76%, ndr.) un hotel come il “Linta”, tanto per fare un esempio, sarebbe passato da un aumento delle tasse da 20 mila euro a 57 mila euro, con rischi facilmente comprensibili per determinate attività. Non restavano che le seconde case per fare cassa e per questo abbiamo previsto l´aliquota massima».
«Il nostro Comune - ha concluso Gios - ha voluto ridurre l'aliquota minima del 2 per mille anche per i residenti all’estero che sono proprietari di una casa ad Asiago, che in molti casi è la seconda: un riconoscimento che ci sembrava giusto per onorare i nostri emigranti. Il 2 per mille vale anche per gli anziani che sono proprietari di un immobile ma che vivono in una casa di riposo».
Dino Boesso, assessore al bilancio comune di Bassano:
«Scelte obbligate per i grandi comuni»
I grandi comuni del Vicentino, tra cui il capoluogo berico, hanno deciso di proseguire su un'unica strada ossia quello di scegliere l'aliquota delle seconde case in un range compreso tra l'8.8 e il 9.8 per mille. Bassano, peraltro come il capoluogo Vicenza, ha deciso di optare per il 9.6 per mille (o se volete lo 0.96%), che è il parametro scelto anche per le attività produttive. Per quanto riguarda l'addizionale Irpef è stata innalzata allo 0.8% (era allo 0.6%), mentre l'Imu per le prime case è pari al 4 per mille, anche in questo caso identico a quello di Vicenza. Per la cronaca il consiglio comunale della città del Grappa ha approvato le aliquote il 10 maggio scorso: per la cronaca favorevoli la maggioranza al completo e il Fli, contrari Pdl e Lega Nord, mentre la lista "Un´altra Bassano" ha appoggiato l´aumento dell´Irpef scegliendo di astenersi sul resto.
«Non c'erano molte alternative - spiega Dino Boesso, assessore al bilancio comune di Bassano - d'altronde noi siamo alla ricerca di oltre 5 milioni di euro per tenere a galla il bilancio. Noi nel 2011 abbiamo proceduto con riduzioni per 1,3 milioni, tagliando tutto quello che era possibile: quest'anno non possiamo abbassare ulteriormente altrimenti rischieremmo di non garantire i servizi minimi alla popolazione, a partire da quelli del comparto del sociale. A conti fatti quest'anno il nostro comune avrà spese correnti per 39-40 milioni».
Un problema che riguarda il comune di Bassano del Grappa è legato ad un debito ingente, che ammonta a circa 60 milioni, ma che è destinato a diminuire notevolmente nel prossimo biennio. «L'abbattimento del debito - tiene a precisare l'assessore al bilancio - è una delle prerogative di questa Giunta che per l'appunto ha stilato un programma di rientro, che proseguirà sino al maggio 2014, cioè sino alla conclusione della legislatura. Attualmente paghiamo circa 4 milioni all'anno di mutui, che rappresenta una zavorra. Peraltro la riduzione del debito fa parte degli "ordini" del Governo da qui a proprio il 2014».