(g. ar.)- Pendici del Novegno/Summano, quota collinare, zona del Tretto, località San Rocco: questo è il teatro di realizzazione di una delle curiosità maggiori nel capo dell'edilizia. Non solo vicentina, perché l'ecovillaggio che sta sorgendo da quella parti è il primo in Italia anche se segue la falsariga tecnica strutturale e di indirizzo di altre esperienze tutte concentrate nel nord Europa salvo Svizzera ed Austria e anche se parallelamente si sta facendo qualcosa del genere in Trentino, ma di dimensione ridotta rispetto a questa.
In Piazza si è cimentata con questo tema risultato alla fine oltre modo stimolante per le prospettive che pone e la caratteristica saliente di una totale estraneità rispetto a qualsiasi parallelo in materia con quanto già fatto per tradizione nel settore delle realizzazioni edilizie.
Che cosa propongono quelli della cooperativa che sta realizzando l'ecovillaggio? Un diverso approccio c on i moduli abitativi e assieme a questo anche una maniera del tutto diversa di rapportarsi con il territorio circostante.
Ci sono lì ben visibili i blocchi di paglia che costituiscono il pezzo forte di queste nuove costruzioni alte tra l'altro fino a tre piani; blocchi di paglia che assieme ad una struttura di legno sono né più né meno del vero materiale che costituisce queste case.
È chiaro che il riferimento alla paglia messa alla base e a compimento dei muri di una abitazione riporta probabilmente l'attenzione a realtà quanto meno esotiche, ma qui siamo lontanissimi dai villaggi tropicali o equatoriali e siamo invece di fronte ad una vera e propria scienza del costruire che prescinde da mattoni, cemento, acciaio, eccetera. Legno e soprattutto blocchi di paglia costituiscono il pezzo forte.
In Piazza ha parlato di ecovillaggio e nuove soluzioni abitative fuori dalla città con Andrea Stagliano, pioniere del nuovo nucleo del Tretto, Filippo De Franceschi architetto e coprogettista dell'insediamento, con Antonio Schillaci presidente dell'Ordine degli Ingeneri di Vicenza e provincia e con Virginio Piva, vicepresidente di Confartigianato Vicenza e imprenditore edile.
La casa di paglia ha in sé i presupposti per curiosità praticamente senza fine; diciamo che il dato più rilevante se ci riferiamo all'attualità stringete di oggi è la caratteristica di fortissima resistenza che questo tipo odi abitazione oppone al terremoto.
Tra i documenti presentati nel corso della tavola rotonda di In Piazza ce n'è uno decisamente impressionante che riporta con immagini sequenziali e senza interruzione di sorta il collaudo di staticità effettuato su una costruzione di legno e paglia sotto la sollecitazione di una scossa lunga e potente, al grado 6.9 della scala Richter, o come dire il grado distruttivo registrato allo stesso livello prima in Friuli e poi in Irpinia.
Il collaudo dimostra che l'edificio resiste alle scosse riportando qualche segno visibile alla base e su cui si può intervenire, ma mai comunque cedendo in quanto struttura e perciò senza crolli. Il successivo collaudo è stato effettuato nel corso del medesimo esperimento portando il grado di scuotimento dell'apparato al doppio del precedente ed anche in questo caso non si è verificato alcun crollo. A completamento di questo discorso va peraltro detto anche che il doppio di un grado 7 Richter non è mai stato registrato da alcun sismografo e che perciò ci troviamo al bordo di parametri estremi, ben difficilmente avvicinabili. Insomma, la casa di paglia dà ottime prove di sé. Ora si tratta di vedere se l'esperimento del Tretto farà proseliti e come verrà comunque accolto dai borghi circostanti, quelli costruiti in pietra e cemento, secondo tradizione.