NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Vivere in campagna e in case di paglia

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Vivere in campagna e in case di paglia

Come nasce e da che cosa questo progetto che si presenta come un evento anomalo rispetto alla tecnica costruttiva più tradizionale?

ANDREA STAGLIANO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ANDREA STAGLIANO- A noi è venuta prima l'idea di un ecovillaggio e poi quella di un complesso in paglia; per noi era più importante fare comunità, riuscire ad andare ad abitare assieme in un gruppo di persone che poi si sono ritrovate assieme su poche idee di base e valori precisi. Volevamo sperimentare nella vita quotidiana i valori di rispetto della terra, mutuo sostegno a chi è in difficoltà, solidarietà in generale. Da qui siamo partiti. Solo dopo abbiamo identificato la paglia come il materiale di costruzione che ci andava più a genio per una serie di motivi che De Franceschi può spiegare meglio di me.

FILIPPO DE FRANCESCHI- Tante considerazioni alla base di questa scelta. La posizione geografica di collina, sopra i 600 metri, non così agevolmente raggiungibile con eventuali grandi camion per il trasporto di materiali. La scelta di utilizzare materiali che non andassero in contrasto con questa situazione era obbligata e soprattutto ci sono piaciute molto le esperienze che abbiamo visitato insieme soprattutto all'estero di costruzioni in paglia, valutando il grande vantaggio che questo materiale offre anche se in Italia la paglia non è ancora considerata materiale da costruzione. Se andiamo in Svizzera dove abbiamo il nostro principale consulente vediamo che da anni si costruiscono case con struttura portante in paglia anche in presenza di temperature molto più rigide delle nostre. Abbiamo visto case riscaldate da una piccolissima stufetta a fronte di una situazione esterna che dava ad esempio meno 10 come massima del giorno. E si stava bene. Vuol dire che la paglia isola termicamente ed acusticamente oltre a offrire una abitabilità confortevole anche grazie a quella proprietà traspirante che permette con intonaci adeguati, argilla, ed altro ancora, di creare un assorbimento dell'umidità dell'ambiente che viene rilasciata lentamente con un risparmio energetico enorme. Questo è stato prevalente per noi.

ANDREA STAGLIANO- Ci siamo innamorati della sensazione di benessere che si sperimenta dentro queste case. A 1800 metri di altitudine abbiamo visto una casa che offriva tutte le caratteristiche di cui ha parlato De Franceschi, in una giornata in cui al di fuori c'erano al massimo due ore di sole per cui faceva appunto molto freddo. Quando siamo tornati da quel viaggio eravamo convinti del tutto.

VIRGINIO PIVA- Da professionista dell'attività di costruzione debbo dire che i miei colleghi a una provocazione del genere si approcciano con un atteggiamento diverso da caso a caso, ma certo hanno la curiosità di sapere e analizzare un materiale che comunque è legato al territorio, il che è una delle nostre preoccupazioni. Ci sono aspetti positivi facilmente riconoscibili, ma anche esistono possibili criticità pratiche della realizzazione per cui al primo impatto è curiosità che serve a capire quanto può funzionare questa idea. È chiaro dalle esperienze già consolidate in altre realtà che non si tratta di una novità se non per noi, che la vediamo per la prima volta. I pionieri partono su basi abbastanza tranquille. Da tecnico penso a quelli che possono essere gli aspetti di controindicazione oppure i vantaggi legati all'uso del materiale e alla realizzazione, oltre che all'utilizzo dell'opera successivamente. Un fatto importante infatti è anche il tempo. In collina dobbiamo dirlo funziona un po' tutto se fatto bene, anche una villa può avere la prospettiva del villaggio. Si tratta di capire e vedere che cosa succederà. I miei colleghi ed io siamo pronti anche a interpretare il nuovo filone nel modo più positivo purché ci sia una funzionalità adeguata al territorio prima di tutto. Teniamo conto che abbiamo una tradizione costruttiva consolidata in secoli di pratica. Magari negli ultimi decenni è stata rivista negativamente in molti casi per cui paghiamo errori dovuti ad una innovazione che non sempre è stata corretta, ma certo una storia c'è ed è su quella migliore che dobbiamo fare il confronto. In tutti i modi la cosa ci stimola e ci interessa.

FILIPPO DE FRANCESCHI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)FILIPPO DE FRANCESCHI- Aggiungiamo che per normativa vigente abbiamo dovuto scegliere una struttura portante mista paglia e legno. La paglia come struttura portante non è ancora ammessa dalla legge italiana. Nessun timore tuttavia sulla questione della tenuta della paglia anche al fuoco: è talmente compressa che espelle praticamente l'ossigeno. Un po' come dar fuoco a un elenco telefonico: non si può. Lo stesso succede alla balla di paglia.

L'altro versante tecnico coinvolto è quello degli ingegneri. Che cosa ne pensa l'Ordine degli Ingegneri?

ANTONIO SCHILLACI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ANTONIO SCHILLACI- Ci sono vari aspetti di questa casa fatta con questi materiali. Dal punto di vista strutturale a parte appunto l'impossibilità di usare solo la paglia come materiale portante, dal 2008 abbiano in vigore un testo unico di norme tecniche di costruzioni che riguardano sia le case in cemento armato che quelle in acciaio o muratura o legno. C'è quindi una normativa italiana che regola la materia con le indicazioni relative. La differenza di materiale ci è sostanzialmente indifferente nell'approccio tecnico anche se bisogna tener conto delle differenze notevoli tra un topo di struttura e un'altra. Il legno è un materiale isotropo, reagisce rigidamente nella sua struttura, è più pregiato del cemento armato, stesse caratteristiche di resistenza, ma il cemento armato è ovviamente più pesante per cui anche da un punto di vista sismico è più penalizzato in quanto una struttura leggera è soggetta ad accelerazioni ridotte rispetto a quelle che genera un terremoto. Come tutte le strutture prefabbricate il legno ha dei difetti nelle giunzioni, nel senso che da un punto di vista sismico il cemento armato ha resistenze anche postelastiche perché ha tanta massa e parti delle sezioni che non vengono sfruttare ai fini del calcolo dei legge, ha una capacità dissipativa maggiore di strutture prefabbricate. Nel legno le bullonature una volta deformate non c'è più possibilità che reagiscano in modo sufficientemente elastico. Questo da un punto di vista strutturale. Per quanto riguarda l'aspetto termico i nostri settori ingegneristici sono molto ampi e in grado di spiegare bene la questione a partire dalla parte impiantistica per finire con quella del risparmio energetico. Tutte le costruzioni in legno sono di vecchia data e non sono una novità, ma prendono piede anche da noi perchè stiamo attraversando una fase di forte evoluzione nella tecnologia abitativa; le problematiche energetiche hanno favorito una forte accelerazione nel cui ambito ci sono state particolari abilità anche pubblicitarie specie dall'Alto Adige con investimenti che noi non abbiamo. A seguire, le iniziative si sono moltiplicate e naturalmente hanno coinvolto le fabbriche che sono specializzate proprio in legno. Qual è il problema? Sta nel fatto che a scendere nella latitudine non solo c'è il problema dell'isolamento termico invernale ma anche quello della climatizzazione estiva. Bisogna calcolare i dati di tutto l'anno, non quelli stagionali. D'estate è importante la massa degli edifici e non la leggerezza. Per quanto massiccio il legno pesa 600 chili contro 2500 e1600 rispettivamente del calcestruzzo o della muratura. Più si va a sud più aumenta la cosiddetta inerzia termica che dipende appunto dalla massa. Il sole del mezzodì che colpisce una struttura climatizzata permette di essere assorbito e rilasciato nelle ore serali quando si aprono le finestre e così il flusso del calore del mezzogiorno se ne va. Questo è il problema delle case in legno per il nostro clima mediterraneo non tanto per gli sbalzi invernali quanto per le differenze termiche che si registrano in estate. Se ricordiamo il cattivo costruire di cui ha parlato anche Piva dico che non bisogna ragionare secondo tempi e mentalità diverse. I muri grossi del centro storico fanno stare benissimo anche d'estate. C'è stato però un periodo in cui si è ceduto più alle esigenze del committente che a quelle del costruttore e si è data la casa a tutti con la conseguenza che alla portata di tutti sono arrivate le case di bassa qualità. Ma prima c'erano le case piene di umidità e muffa. C'è stata quindi anche una evoluzione nel costruire tradizionale. Il confronto tra gli anni 70 ed oggi non è nemmeno più possibile anche perché contestualmente al progresso tecnologico c'è una nuova consapevolezza del committente ed è il committente che fa il mercato. Se sono finalmente di moda le case di classe A è perché è salita l'attenzione verso la qualità, verso il risparmio energetico e la realizzazione decisamente diversa rispetto a prima. Il risultato è naturalmente migliore. Utilizzando le norme di calcolo stabilite dalla legge per fare l'analisi dei disperdimenti energetici e dei consumi relativi basta utilizzare ora un programmino gratuito che risponde alle esigenze in modo completo e fornisce particolari tecnici anche minutissimi molto importanti per capire le dispersioni termiche e la possibile ottimizzazione delle condizioni di riscaldamento di una casa a seconda dell'ora e della forza del calore solare. Si riesce veramente a risparmiare energia seguendo parametri precisi e tecnicamente affidabili. Non si è ancora individuato con esattezza quale sia la migliore casa dal punto di vista del confort abitativo. Però c'è una grossa sperimentazione con vari modelli ma non c'è ancora una convergenza sicura nei giudizi. Siamo in fase di approfondimento.

VIRGINIO PIVA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)VIRGINIO PIVA- Il legno qui da noi è usato da sempre però con funzioni strutturali, complementari. Mi associo a quanto dice Schillaci. Una delle nostre preoccupazioni è che questa massa termica diversa si presta molto meglio alle latitudini nordiche perché lì è più facile difendersi dal freddo, molto meno dal caldo, dove serve una muratura tradizionale. Nei secoli nel Veneto si è sviluppato un modello costruttivo ed ha determinato l'evoluzione delle esperienze. È il modello dei mattoni, della pietra, uniti con leganti aerei come la calce, o anche leganti idraulici, in dimensioni significative perché le murature erano spesse e anche resistenti, come nelle case coloniche del passato piuttosto che pensare alle ville venete. Penso al patrimonio edilizio di Venezia che ha cinquecento anni eppure ancora oggi è attuale. Ci sono standard sviluppati nel tempo e che hanno dimostrato la loro validità. Credo che ancora oggi abbiano validità come dimostrano le nostre case del centro storico più antico. Hanno proprio queste caratteristiche e questa validità. Credo che la casa in legno si stia diffondendo anche per la rapidità di realizzazione con cui viene proposta anche se poi all'atto pratico è meno rilevante di quanto non si pensi o non venga descritta. I tempi maggiori oltre tutto sono quelli burocratici e lì non c'entra minimamente il materiale che utilizzi: chi lavora nell'edilizia sa che questa parte è la più lunga di tutto il processo di progettazione e costruzione.

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