NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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L'ospedale che vuole essere più umano

Nel progetto del nuovo unificato tra Montecchio e Arzignano indirizzi diversi e interessanti rispetto ai parametri abituali: qualche correzione di orario e un clima genericamente più favorevole ai pazienti – A In Piazza l'ex sindaco di Arzignano Stefano Fracasso, il direttore generale dell'Ulss 5 Renzo Alessi e il presidente dell'associazione per i diritti del malato Renato Adami: tutto bene, salvo misteriosi “no” di qualche sindaco

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L'ospedale che vuole essere più umano

(g. ar.)- I no abbastanza misteriosi di qualche sindaco che si è rifiutato di partecipare alla presentazione ufficiale del progetto di fattibilità del nuovo ospedale di Montecchio/Arzignano non sono davvero nemmeno lontanamente sufficienti a creare i presupposti di qualche disagio al... resto del mondo. Il progetto è tornato all'Ulss 5 e alla conferenza dei sindaci che ne fanno parte dopo che la Regione ha dato parere positivo e non prima che la conferenza stessa desse via libera alla conferenza stampa per la presentazione corale. Il fatto più significativo e francamente anche più sconcertante arriva dal fatto che questa fronda ha coinvolto anche il sindaco di Montecchio, che della conferenza è presidente per cui dovrebbe ritenersi al più alto livello di responsabilità in materia.

L'ospedale che vuole essere più umano (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Rimane il fatto che nessuno ha capito niente, che la conferenza stampa convocata ha avuto luogo comunque anche in assenza dei sindaci, e che se ne è assunto la responsabilità diretta il responsabile della direzione generale dell'Ulss 5 Renzo Alessi, in questo suo ruolo perfettamente coerente con quanto doveva esprimere.

Raccontata la questione della presenza/assenza dei sindaci, fatto sul quale sono loro a doversi prima o poi giustificare con i loro stessi elettori, il nocciolo della questione è però appunto il nuovo ospedale che si farà dopo che la Regione ne ha approvato i presupposti tecnici, cioè quel progetto di fattibilità che doveva rispondere con chiarezza ad alcuni quesiti e indicare le relative scelte.

Alessi ha partecipato a In Piazza insieme con l'ex sindaco di Arzignano Stefano Fracasso e al presidente dell'associazione per i diritti del malato Renato Adami. Il dg dell'Ulss 5 ha spiegato molto bene che da questo atto si passerà ora dopo l'approvazione ufficiale del progetto da parte del comitato tecnico regionale alla messa a punto burocratica del progetto esecutivo che prevede prima di tutto l'approvazione con delibera della giunta regionale e poi la messa a concorso dei bandi per gli appalti.

I tempi di esecuzione rappresentano un nodo abbastanza pesante ma inevitabile: 54/55 mesi a partire da ora. Il che significa, spiega Alessi, che si deve affrontare questa opera con una ottica particolarmente accurata, pensando che stiamo parlando di un qualcosa che tra cinque anni potrebbe non rispondere più alle esigenze del territorio. Ma è proprio sul territorio che il nuovo ospedale fonda la propria migliore prospettiva, nel senso che nasce sullo stesso perimetro dell'ospedale attuale di Montecchio -in questo modo si è evitato di aggiungere al monte spese la parte per l'acquisto di una nuova area con tutti i problemi connessi a partire da eventuali espropri, ecc.- ed oltre tutto con questa dimensione di 250 posti letto corrisponde proporzionalmente a quanto si può attendere in termini clinici dal proprio ospedale una comunità di meno di 200mila persone.

Dopo di che, come è stato spiegato a fondo nel corso della puntata di In Piazza, c'è il progetto anche umano di un ospedale che rivolgendosi appunto ad una comunità molto bene identificabile può anche permettersi qualche slancio inedito dal punto di vista organizzativo e di gestione della vita quotidiana, fatto salvo ovviamente il principio del rispetto assoluto dei termini clinici senza di che un ospedale ovviamente non riesce a fornire servizi completi e proporzionati sulle esigenze reali e riconosciute dei destinatari, cioè della popolazione degli utenti.

Le varie soluzioni indicate, a cominciare da una variazione significativa degli orari dei pasti per renderli più vicini alle abitudini di casa, fanno parte tutte di un'area assolutamente possibile e tuttavia hanno probabilmente il merito di attenuare in qualche modo la sofferenza del dover restare in ospedale.

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