NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

L'ospedale che vuole essere più umano

facebookStampa la pagina invia la pagina

L'ospedale che vuole essere più umano

Come commentiamo l'assenza improvvisata alla conferenza stampa per la presentazione del progetto di fattibilità dell'ospedale?

L'ospedale che vuole essere più umano (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)RENZO ALESSI- La conferenza dei sindaci aveva votato formalmente e approvato la soluzione di questo piano di fattibilità per cui il voto formale di competenza c'è stato; lo studio che ho presentato in Regione la scorsa settimana è stato fatto sulla base degli indirizzi discussi in quella conferenza dei sindaci. Vero che singole particolari questioni non erano tutte chiarite, ma la sostanza non si discute, la conoscevano tutti, a partire dalla questione Valdagno e Lonigo che non si toccano per andare a finire alla unificazione0 a Montecchio dei due poli. Quel giorno non è stato capito che la volontà di presentare il piano non era quella di svilire il ruolo dei sindaci ma al contrario di esaltarlo. Fatto sta che è andata così. Forse c'è stata una carenza di comprensione nonostante la precedente approvazione peraltro molto chiara e per niente discutibile.

STEFANO FRACASSO- Evidentemente è anche possibile equivocare visto quel che è successo. Credo che anche i cittadini si sentano un po' frastornati ne ricavino una immagine di confusione più che di condivisione nei passaggi che peraltro sono necessari per dare una risposta che al centro ha il cittadino malato, e questo dobbiamo ricordarcelo per non perdere di vista l'obiettivo vero di questa operazione che è partita fin dal 2007. È anche possibile equivocare anche se mi auguro che sia stata questa l'ultima volta, perché si tratta di una scelta impegnativa sotto il profilo finanziario per la Regione, impegnativa per l'ulss 5 perché si tratta di un investimento notevole, decisiva per il futuro della sanità dell'ovest vicentino., Si tratta di scelte strategiche. Ripeto: non perdiamo di vista il malato. Queste scelte nascono da esigenze serie e provate: se per un incidente vai al pronto soccorso di Arzignano e ti mandano per una frattura a Montecchio? E se c'è un paziente in trattamento all'oncologia di Montecchio si sente male e ha bisogno della medicina debbono metterlo in ambulanza e portarlo a Arzignano. Mettere assieme i reparti dei due ospedali vuol dire che non ci sono più viaggi e che la gente si sposta non più in ambulanza, ma attraversando un corridoio o in ascensore. I due ospedali sono rimasti così per diversi anni e oggi un ospedale per acuti efficiente che possa stare al passo con le esigenze anche di domani deve mettere assieme i reparti. Il motivo vero è questo, ecco perché si è scelto così. Dopo di che si può discutere su altri particolari ma non sulla necessità di dare una risposta efficiente agli ammalati e alle loro famiglie: più di 50mila abitanti solo nei due Comune se ci mettiamo la valle del Chiampo andiamo a 100mia abitanti. La visione è questa. Cui vogliono atti amministrativi, decisioni condivise con le amministrazioni locali e poi il completamento di tutta la procedura che come naturale richiede grande attenzione. Quello che non si può fare ancora è presentarsi in ordine sparso: non è un bel messaggio per nessuno. Finisco dicendo che va valutata anche questa situazione di avere a disposizione in questo momento con la crisi che ci tormenta la bellezza di un finanziamento da 50 milioni con i quali si può partire creando una prospettiva poi moltiplicata per quanto riguarda l'economia di tutta la zona perchè è chiaro che un intervento del genere produce lavoro, indotto, benefici di varia e importante entità. Non sottovalutiamo anche questo aspetto del discorso.

RENATO ADAMI- La riunificazione secondo noi è doverosa ed essenziale, da tempo siamo impegnati in vari incontri che tendono a portare avanti questa idea nel tempo più breve possibile. Non ne abbiamo mai fatto una questione di campanile, il nostro movimento si chiama Arzignano/Montecchio, figuriamoci... Bisogna affrontarlo il problema, inutile pensare al passato, c'è una decisione sicuramente perfettibile sulla, quale lavorare. Il finanziamento è importante e semmai abbiamo cercato e cerchiamo di ricavare certezze sulla base di questo investimento per evitare quanto è successo a Valdagno dove a un certo punto la cifra necessaria è aumentata. Ora il progetto è chiaro, ripeto: perfettibile, ma certamente tanto chiaro da non poter essere oggetto di equivoco. Dopo arriveranno i contenuti rispetto ai due luoghi, da una parte l'attività clinica, dall'altra quella amministrativa e sociale.

Passiamo a parlare della dimensione e al riguardo della visione complessiva teniamo conto che ci sono anche Valdagno e Lonigo, ma rimaniamo all'assetto di partenza e cioè alla decisione dei sindaci che fa decidere la commissione tecnica regionale a dire sì al piano di fattibilità...

RENZO ALESSI- Per questo piano insieme con la Regione ho pensato di dare risposta a due aspetti della funzione sanitaria, da una parte quella clinica e medica che va unificata dentro il perimetro di Montecchio, usando sia la parte in essere già ristrutturata sia una nuova ala che verrà lì agganciata per una dimensione di 250 posti letto di degenza, otto sale operatorie più altre due di Arzignano; l'altra parte è amministrativa e sociale nell'attuale sede ristrutturata profondamente ad Arzignano dove c'è bisogno di un abbattimento e di una vera ristrutturazione. Dal punto di vista organizzativo si tratta di un intervento molto importante che dopo l'ok definitivo ai lavori richiederà tra 54 e 55 mesi, circa cinque anni, come dire che stiamo pensando a qualcosa che va attivata tra cinque anni con la preoccupazione di non farne una cosa già vecchia quando sarà pronta all'uso. L'altra cose ancora è che unificando la funzione sanitaria diamo un servizio a 1340mila abitanti posizionati nella parte centrale dell'ulss cioè nel cuore di questo intervento. Una risposta congrua.

L'ospedale che vuole essere più umano (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)STEFANO FRACASSO- Rispetto all'epoca in cui il discorso è cominciato c'è una differenza che riguarda il luogo individuato all'inizio, che era nella località Canove, e per cui i due Comuni avevano anche vincolato i piani urbanistici a destinazione di servizio. La premessa era ed è comunque la volontà di mettere assieme i reparti; quella decisione fu presa dalla conferenza dei sindaci con una sola astensione, fu fortemente condivisa, inviata alla Regione dove ci fu la modifica della scheda ospedaliera nel piano di allora e successivamente altri passi come il cambio delle amministrazioni fino ad arrivare allo scorso anno quando la giunta regionale stanziò i 50 milioni che sono il segnale definitivo che si andava a fare qualcosa di concreto. E ripeto di nuovo che questi 50 milioni sono una cosa importantissima, oltre che rarissima dati i tempi che attraversiamo. Il quadro generale con Valdagno, Santorso, Vicenza con le sue novità e Bassano,, senza dire che anche ad Asiago ci sono novità, è un quadro che descrive la nostra provincia come un buon esempio; l'esigenza di rinnovare è inevitabile, per tempo, per tecnologia, per organizzazione. Dopo oltre mezzo secolo si deve intervenire su Arzignano e Montecchio e salvaguardare il principio dell'unificazione della parte clinica.

RENATO ADAMI- Credo che Alessi abbia ragione quando descrive le dimensioni come congrue. Ci aspettavamo che certi ambulatori fossero pensati in dislocazione diversa per evitare alla gente che abita più in su nella valle faccia un viaggio eccessivamente lungo, che nelle ore di punta è difficoltoso. Credo che i sindaci possano dire la loro su questo aspetto anche perché non si tratta di una questione di sostanza rispetto all'orientamento principale che è, quello odi unificare la parte clinica, mentre la medicina sul territorio potrebbe e secondo me dovrebbe essere avvicinata di più alle esigenze. Meglio non percorrere strade inutili ed eccessivamente lunghe. Del resto proprio con Fracasso ne abbiamo parlato fin da gennaio e non credo che la decisione della commissione regionale escluda un'analisi successiva, dopo di che è arrivata la decisione del Crite...

STEFANO FRACASSO- Ma a Alessi aveva inviato al Crite le proposte nel settembre scorso. Mi sorprende che i sindaci abbiamo seguito questi passaggi più sulla stampa che nei luoghi deputati ad esaminare e approvare i vari passi attraverso i quali si arriva poi alla fine del lungo ragionamento. Un po' più di attenzione non sarebbe stata sprecata soprattutto da parte di quelli maggiormente coinvolti che mi pare siano restati alla finestra più che andare a mettere il naso direttamente nella questione. Ovvio che la Regione ha i suoi tempi, ha ricevuto una proposta dal direttore generale, l'ha esaminata e la commissione tecnica ha fatto il suo lavoro esaminando la proposta tecnica e dando il proprio parere.

L'ospedale che vuole essere più umano (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

« ritorna

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar