NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Così scriveva D’Annunzio

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Così scriveva D’Annunzio

Così scriveva D’Annunzio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ma la grafologia è davvero una scienza "quasi esatta"?

«La Grafologia è una scienza umana e non è codificabile, come non è codificabile con esattezza matematica la mente dell’uomo. Il motivo che mia ha fatto abbandonare per molti anni lo studio della personalità di D’annunzio è stato proprio perché mi rendevo conto che più applicavo rigorosamente e pedissequamente i dettami metodologici e più evidenziavo la scientificità grafologica come proiezione della personalità attraverso la convergenza con Il conosciuto. Io fin dall’inizio volevo documentare e condividere la mia emozione grafologica nel percepire lo sconosciuto dai suoi manoscritti. Ciò non significa che non ci sia metodologia scientifica in ciò che ho scritto. Nella terza parte del libro, infatti, ho documentato integralmente quanto scritto con metodologia grafologica».

Facciamo parlare la professionista... cosa si può capire dalla scrittura di una persona?

«Mi permetta di aprire una parentesi riguardo al libro, ribadendo che sono solo grafologa, non una letterata, né una storica, né una biografa. Ritornando alla domanda, rispondo che la scrittura è indubbiamente proiezione della personalità. È sufficiente osservare la propria nel corso degli anni per comprendere che essa si emozione, si arrabbia, matura, cresce, invecchia, si ammala, in poche parole è testimone costante e compagna della nostra vita. Al contempo la grafologia deve essere considerata solo uno strumento di approfondimento e di conoscenza. È uno strumento di diagnosi non è né la diagnosi né tanto meno la cura. È solo un incontro con noi stessi che ci consente di prendere consapevolezza degli strumenti che abbiamo per amministrarci al meglio, per superare momenti di difficoltà emotive e avere il vero successo: essere il meglio di noi stessi. Lo stesso Codice Civile e Penale ci definisce apporto cognitivo per il giudizio, non il giudizio. Purtroppo, nella mia attività forense, ho incontrato consulenti forensi che ritengono di essere il giudizio».

Così scriveva D’Annunzio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)unque la scrittura come tratto inconfondibile del proprio carattere?

«Nella mia attività di perito di tribunale, ho avuto la conferma che ognuno di noi ha degli impulsi psicografomotori predominanti che restano, indipendentemente dall’evoluzione o involuzione nel tempo della scrittura, esattamente come il nostro corpo e la nostra mente cresce ed invecchia, ma la persona è in ogni caso la stessa. Da numerose perizie sulle sigle, ho potuto riscontrare che, quasi sempre, sono solo apparentemente un illeggibile scarabocchio, in realtà sono la sintesi degli impulsi predominanti della personalità, infatti, la firma è una scelta perché è vergata inconsciamente con maggiore attenzione all’identificazione, che alla chiarezza di lettura. Essa indica ciò che siamo o ciò che vorremmo essere, a volte, anche l’amarezza per ciò che non siamo riusciti ad essere».

Lei è molto legata alla sua città natale, Milano, dove vanta conoscenze culturali prestigiose, ma è anche ormai di casa a Vicenza da oltre 40 anni. Cosa pensa dell'ambiente culturale vicentino?

«È vero, amo Milano e non l’ho mai lasciata, così come sono orgogliosa delle mie origini dalmate. Vicenza è la città che mi ha adottata per oltre 40 anni, come non averla nel cuore nel consenso e nel dissenso! Ribadisco che sono solo un’ appassionata grafologa, difficile risponderle. Vicenza vanta da secoli illustri rappresentanti del mondo culturale, così come è una delle città artisticamente più belle. Il mio non è un parere ma il desiderio che Vicenza permettesse di essere vissuta e conosciuta come meriterebbe e come altre città sono vissute e conosciute, pur essendo molto meno di lei».

Nata a Milano e di origini istriano dalmate, Gabriella Salini vive e lavora a Vicenza da oltre quarant'anni ma lavora anche nel capoluogo lombardo, presso lo studio del noto Avvocato Luigi Prisco. Figlia d’arte (la madre è stata autrice della rubrica Il Gioco dei Segni nella rivista Alba e in altre riviste con lo pseudonimo di Artemisia), ha imparato ad amare e conoscere la grafologia. Considera la scrittura un patrimonio dell’uomo perché compagna e guida personale e professionale, elemento di comprensione costruttiva e non di sterile giudizio, spunto di approfondimento letterario, artistico e storico. È ricercatrice e studiosa di manoscritti antichi. Da tempo collabora con il Tribunale di Vicenza in qualità di perita grafologa forense e consulente tecnica.

 

nr. 26 anno XVII del 7 luglio 2012

Così scriveva D’Annunzio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

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