NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

La sagra è un'occasione per stare assieme

Calendario estivo fittissimo, ma anche nella mezza stagione non si scherza: non c'è località della provincia che denunci un'assenza di manifestazioni e ritrovi – Il versante antropologico rivela che alla festa di paese si va anche per ritrovare gente che non si vede da tempo – In Piazza ne ha parlato con organizzatori, amministratori e un esperto di gastronomia che spiega anche come si possa introdurre qualità nel contesto di una evidente e traboccante quantità

facebookStampa la pagina invia la pagina

La sagra è un'occasione per stare assieme

(g. ar.)- Circondati dalle sagre, dalle feste di paese, da quella massa impressionante di appuntamenti che messi a calendario molto prima della primavera affollano letteralmente il periodo estivo e fanno in modo che non ci siano praticamente punti in bianco in questa offerta popolare di incontro, con ristorazione annessa. Non c'è località della provincia che ci risulti sguarnita ed anzi non è affatto raro il caso di una raffica di tre o anche quattro sagre organizzate nello stesso paese. Dipende dalle frazioni e naturalmente dalla voglia di fare e proporre in barba alla crisi e alle malinconie quotidiane che la crisi presenta ad afflizione delle nostre vite.

La sagra è un'occasione per stare assieme (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Detta così semplicemente sarebbe un po' banalizzare e lo dimostrano se ce ne fosse bisogno tutti quegli studi che presentano la festa di paese in chiave diversa, con una interpretazione antropologica e anche sociologica della quale bisogna tener conto. Non solo questione di qualche stand gastronomico, non solo polenta e salsicce o pesce fritto o quante cose prelibate ancora, dunque, ma anche una molla ben diversa e ben più profonda che porta all'interno del perimetro di una sagra qualche migliaio di persone. Dalla più piccola alla più grande, e la più grande è sicuramente la fiera del Soco di Grisignano, che provoca addirittura deviazioni sulla viabilità e vanta una tradizione molto antica, le sagre secondo questa interpretazione sono una dimostrazione evidente di quanto si senta il bisogno di ritrovarci in piazza a vedere o rivedere magari dopo tanto tempo quella facce che fanno parte della nostra quotidianità e che pure sentiamo un po' disperse.

Sarebbe insomma la voglia di ritrovarsi e stare assieme per qualche ora la ragione vera che ci spinge verso quel frastuono magari eccessivo ma sicuramente famigliare che una sagra normalmente intesa crea attorno a sé. È un po' ritornare al clima di casa, solo che i “parenti” sono molti di più di quanti non si sia abituati a vederne o perfino a ricordarne.

Se le motivazioni prossime sono spesso di carattere religioso, derivano da una ricorrenza specifica, ricordano il Patrono, ecc., è vero anche che per pensare alla sagra non occorrono eccessivi alibi e on c'è niente di più facile ed immediato che indurre tutti noi ad una partecipazione per la quale sembriamo fatti su misura, predisposti, ,sicuramente non ostili.

Questo, assieme alla voglia di compagnia di cui parlano saggi e analisi sociologiche varie, produce il risultato e contribuisce a rendere sempre più convincente il successo di una sagra dovunque si svolga e qualsiasi scatenante abbia.

Del resto tutto questo è dimostrato anche dal fatto non sicuramente irrilevante che il prodotto consumabile della sagra molto spesso non è l'oggetto in questione, ma il soggetto a tutti gli effetti, ed è in grado come tale di funzionare da volano per la sagra e ancora di più di renderle progressivamente più grande e meglio pubblicizzata anche molto al di fuori della sua sede naturale che è appunto il paese.

I casi più noti proprio su questo terreno sono numerosissimi. Ci limitiamo al broccolo fiolaro di Creazzo, alla sopressa di Valli del Pasubio, i bisi di Lumignano, il capretto di Gambellara, le ciliege di Marostica, eccetera. Solo una piccola fetta di quella che potrebbe essere una citazione senza fine e dentro cui verificare che proprio il prodotto esposto, proposto, consumato ha reso famosa la sagra in questione e non il contrario. Concludendo: qualcosa che può davvero funzionare ksu varie linee direzionali, anche di natura e peso economico. A dimostrare che la sagra è un fenomeno di autorigenerazione praticamente senza interruzioni nel tempo.

In Piazza ne parla con Gelindo Ceola, proloco di Castelnovo, Roberto Franzina, proloco di Caldogno, Renzo Lotto, sindaco di Grisignano, Giorgio Rossi presidente provinciale dell'unione delle proloco e con l'esperto di gastronomia Giovanni Veronese.

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar