NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La sagra è un'occasione per stare assieme

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La sagra è un'occasione per stare assieme

Parliamo intanto di calendario: quante sagre si svolgono in questa provincia nell'intero arco dell'anno e che cosa significano a partire dall'origine del nome?

GIORGIO ROSSI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GIORGIO ROSSI- Credo che effettivamente le pro siano un motore autentico di tutto questo lavoro; quella che oggi chiamiamo enogastronomia e una volta era semplicemente il mangiar bene secondo tradizione è sempre stata un po' il discorso centrale e la cassaforte delle proloco che rimangono quelle che hanno le ricette tramandate a voce: se questa tradizione si perde si perde tutto. Per quanto riguarda il numero, se noi in provincia di Vicenza dovessimo considerare solo le manifestazioni principali di ogni pro siamo sulle 600 feste e le chiamo così perché la parola sagra era la nostra parola nel momento in cui si celebrava la festa del patrono; poi c'è stata evoluzione, la sagra è diventata più festa e a quel punto sono stati coinvolti tutti, dai ristoratori alle categorie interessate. Siamo arrivati anche a momenti di confronto teso tra ristoratori artigiani ristoratori commercianti o singoli ristoranti del posto. Siamo riusciti a risolvere il problema nel senso che la manifestazione della proloco poi va a portare acqua al mulino dello stesso ristorante. Se il prodotto che viene offerto dalla sagra passa anche ai ristoratori ecco che il significato si trova subito. Poi ci sono diversi modi di proporre ma bisogna pensare che esistono 125 proloco a fronte di 121 Comuni e questo la dice lunga sull'importanza di questo tema.

GIOVANNI VERONESE- Sagra arriva dal latino, sacrum, ricorrenza in genere del patrono ma anche una festa per l'ingresso del pievano nella parrocchia, quindi una festa religiosa. La sagra è una delle poche cose trasversali rispetto a cristianesimo e paganesimo, che celebrava Nettuno Giove Diana e Minerva. Una continuità vera rispetto anche al cambio e alla successione delle religioni prevalenti. Oggi la parola nel suo significato è opinabile nel senso che la festa c'è sempre stata, tipo la Asensa a Venezia, e la sagra è comunque una festa anche se ora non è più legata alla tradizione e anzi ci sono cose un po' pretestuose per creare un legame della festa al territorio; io capisco il ristoratore che si risente quando in un paese ci sono dieci feste che portano tra l'altro prodotti che non c'entrano nulla col territorio. Molti prodotti nascono dalla sagra je viceversa molte sagre nascono dal prodotto tipico nel caso appunto che questo prodotto sia particolarmente significativo. Sto scrivendo un libro su Venezia con una parte gastronomica importate e debbo dire che questa parte della festa non è mai venuta meno. Penso che dovrebbe essere così dappertutto specie nel Veneto unico in Italia da questo punto di vista. Se si va a snaturare una manifestazione così non sono d'accordo perché invece deve essere un'occasione per promuovere il territorio; guardate che quanto a territorialità il Veneto non lo batte nessuno, è una regione che ogni 15 chilometri cambia morfologicamente. Nessuno ha un territorio così. Insomma sarebbe bello se si promuovesse davvero il territorio quando si progetta e si organizza una sagra.

RENZO LOTTO- A Grisignano ci teniamo in maniera particolare a distinguere nel senso che per noi non si tratta di sagra ma di fiera vera e propria con la bellezza di 8oomila persone in poco più d'una settimana di festa.

ROBERTO FRANZINA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ROBERTO FRANZINA- A Caldogno ci sono varie sagre nelle frazioni dove la proloco è impegnata poco perché in genere secondo l'origine religiosa della festa sono i comitati specifici che fanno capo alla parrocchia ad occuparsi di tutto. Però ovviamente ci interessiamo e non abbiamo creato altre sagre, ma supportato quel che c'era già in paese, a parte la scartossada che è un avvenimento tutto particolare. Parlando odi prodotti e di nomi a Cresole è nata la festa della trota, perché una volta c'erano i vivai. Ora non ci sono più, ma al trota è rimasta all'attenzione e per questo la festa ha avuto uno sviluppo che vediamo ogni anno più rilevante. Abbiamo coinvolto l'amministrazione comunale per far diventare prodotto DeCo anche la trota, un prodotto certificato che ci procuriamo con grande cura stando bene attenti a come lo portiamo in tavola. È importante che da iniziative che nascono dal territorio escano poi supporti e affiancamenti che servono al loro stesso sviluppo. La risposta è interessante e oltre tutto abbiamo messo in campo come proloco una serie di manifestazioni che non c'entrano con le frazioni e le parrocchie ma si indirizzano alla cultura. Anche su questo abbiamo buoni riscontri. La scartossada è una festa che rievoca l'operazione di levare il cartoccio delle pannocchie al granoturco, poi il filò sotto il porticato, poi tutto quello che era connesso a questo momento dell'anno per i contadini. Una rievocazione culturale che contiene anche una parte di enogastronomia e indirettamente si ricolloca sulla linea di quel tipo di festa di cui parlavamo prima.

GELINDO CEOLA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GELINDO CEOLA- Noi abbiamo luganeghe e polenta ma abbiamo la trippa, ricetta antica che ci è stata lasciata da una trattoria del paese che ha chiuso e ha pensato che fosse un bene per tutti farci questo regalo. È stato così. Le sagre sono nelle varie contrade, come proloco ci siamo preoccupati di sviluppare queste iniziative e questi spunti e di aggiungerci qualcosa di collegato con lo spettacolo. Ci sono state pressioni e tensioni, ma abbiamo cercato di fare qualcosa che servisse anche ai ristoratori con i prodotti della zona e abbiamo chiesto il supporto del maestro Sandri che ci ha dato indicazioni preziose. È nata la serata intitolata Il Cibo è di Tutti dove sono arrivati alla ribalta i prodotti del territorio, da Torreselle a Ignago, prodotti che abbinati al nostro piatto tipico, come la luganega, hanno offerto altro genere di risultato: la ciliegia di Ignago ecc. È stato un successo. È la dimostrazione che sforzarsi di realizzare in questa direzione facendo proposte diverse serve. La risposta dopo un primo momento di esitazione è stata molto positiva, già alla seconda edizione della festa c'è stata una evidente voglia di partecipare e collaborare.

GIORGIO ROSSI- Se posso aggiungere qualcosa dico che è un grosso passo avanti delle sagre quello registrato negli ultimi anni. Non più solo polenta e salsicce o costicine, come era prima, ma una diversa evoluzione con l'offerta promozionale di una qualità diversa, di prodotti magari poco conosciuti che sono saliti non solo di livello nella notorietà, ma anche nella vera e propria qualità. Io vedo che molte sagre hanno chef che collaborano e suggerendo fanno migliorare il risultato dell'offerta della sagra e la gente se ne accorge e lo dichiara apertamente.

La sagra è un'occasione per stare assieme (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

(Foto dal sito: http://www.procastelnovo.com/)

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