NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La sagra è un'occasione per stare assieme

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La sagra è un'occasione per stare assieme

Tra Grisignano e la rivoluzione culturale verificatasi negli ultimi tempi proprio sul piano dell'offerta di qualità nel mondo delle sagre: ecco un altro modo di affrontare il tema.

RENZO LOTTO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)RENZO LOTTO- Dal 7 al 13 di settembre: è il nostro appuntamento di quest'anno, dal venerdì prima dell'8 settembre e poi per tredici giorni. Da un anno all'altro la fiera aumenta, un milione di visitatori all'anno che in un paese di 4500 abitanti è un avvenimento straordinario a dir poco. Le giornate della fiera vogliono una lunga preparazione per cui il movimento comincia molti giorni prima e arriva dopo una organizzazione che dura un anno. L'origine è nel 1200, altri documento sono del '500, ma il centro è il fatto religioso dell'apparizione della Madonna in un tronco d'albero da cui è nato poi tutto a cominciare dalla chiesetta che si trova sul confine con il Comune di Mestrino. La tradizione è dunque religiosa, ma anche commerciale come testimoniano documenti successivi, quando la fiera era anche mostra di cavalli e poi di prodotti agricoli. Se quindi è una festa a metà tra l'origine contadina e quella della devozione bisogna dire che l'evoluzione che ha avuto dopo è andata di pari passo con questo doppio orientamento. Pensiamo che ci sono 6mila metri quadri che ospitano quasi 200 espositori. Ovvio che occorre una organizzazione molto attenta anche perché a fianco della fiera abbiamo rievocazioni storiche, appuntamenti culturali, un parco divertimenti, stand gastronomici, una organizzazione che comprende tra l'altro sia le tradizioni culinarie, sia le abitudini maturate nei borghi e nelle varie parrocchie. Attraverso la fiera tutte le nostre associazioni si impegnano. Pensiamo a come è stato risolto ad esempio il problema dell'accesso al paese di centinaia di migliaia di persone in una occasione come questa, risolto molto bene perché su tutto il contorno ci sono grandissimi parcheggi. Né ci si può dimenticare del carattere sociale della manifestazione, proprio perché coinvolge la gente e le associazioni. C'è anche un aspetto istituzionale, primo perché la fiera non può non essere anche momento politico visto che tutti ci sentiamo coinvolti e quando si parla di progetti la fiera è sempre in prima linea; in secondo luogo perché sappiamo che occorre anche un collegamento con i Comuni vicini ed è così che abbiamo aperto un contatto proprio con i nostri vicini che invitiamo ad esporre e far conoscere il loro patrimonio culturale e anche gastronomico tradizionale proprio nella nostra area, così come si presentano altre istituzioni come la Provincia o la Regione. Cerchiamo una sinergia con tante altre realtà che per noi è motivo non solo di amicizia ma anche di incremento effettivo della popolarità allargata della nostra fiera. Quest'anno c'è una novità in più, una manifestazione musicale dedicata alle popolazioni terremotate dell'Emilia ed il cui incasso sarà loro riservato.

GIOVANNI VERONESE (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GIOVANNI VERONESE- Molto interesse per quel che dice il sindaco. Faccio solo un inciso e mi domando se trasformando così radicalmente queste manifestazioni non si rischi di perderne il carattere più autentico e tradizionale. C'è più visibilità ed affluenza sicuramente, la proloco riesce a finanziare anche altri calendari, e quindi questo è positivo. La mia domanda resta comunque lì e non credo sia irrilevante. Al sindaco vorrei fare questa domanda: quanto è rimasto dell'antica fiera del Soco? ha ancora una identità precisa o no? C'è una ricerca sulle materie prime, così come deve fare uno chef, sia o no relativamente ad una sagra? Ricercare sul territorio le caratteristiche e la parte storica che riguarda i prodotti è importantissima e va insegnata perché difficilmente oggi come oggi continua ad essere tramandata. Continuare a fare wurstel e birra, pesce fritto, salsicce, patate fritte, magari una verdura: niente a che vedere con il territorio come mi è capitato di trovare il sushi, ecc. non significa proprio niente per il territorio che non si deve appiattire e perdere identità omologandosi, perché è questo il primo pericolo di adesso. Andate anche in questa direzione o no?

RENZO LOTTO- Assolutamente sì, anzi debbo aggiungere che la fiera è un tema così, sentito che chiunque si presenti con un programma politico non può prescindere. Quanto alla tradizione debbo anche dire che abbiamo ripristinato la vecchia e gloriosa fiera frana del bestiame per cui un altro puntello storico è tornato al suo posto così come abbiamo favorito l'ingresso in fiera degli antichi mestieri artigiani che derivano direttamente dl mondo contadino. Non abbiamo un prodotto particolare da promuovere, ma agevoliamo la ricerca del prodotto, non vogliamo che si perda l'identità del paese e quella del territorio, su questo non ci sono dubbi, così come vogliamo che le generazioni future continuino ad avere una percezione precisa del territorio in cui crescono e vivono. Il che non toglie che non ci siano momenti di confronto come stiamo facendo nei confronti di Toscana e Lazio. Cerchiamo di non lasciare niente di intentato per arricchire la conoscenza e la frequenza dei contatti con tutti quelli che si dimostrano disposti a collaborare in qualche modo con quanto facciamo a Grisignano.

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