NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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In nome del bacalà 8000 chilometri di viaggio

Per celebrare il 25 della sua fondazione la Confraternita ha organizzato un vero e proprio pellegrinaggio lungo il percorso del nobile Veneziano Pietro Querini che nel 1431 attraversò l'Europa fino a Rost, in Norvegia, diventando il primo collegamento tra la Scandinavia e Venezia – Per i viaggiatori di oggi un lungo percorso in veliero all'andata compiuto in occasione del 20. e questa estate in strada al ritorno, attraverso 12 Paesi, con una 500 Fiat giallo-polenta e quattro camper

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In nome del bacalà 8000 chilometri di viaggio

(g. ar.)- Grande avventura di viaggio della Confraternita del bacalà. È partita in forze per la Norvegia, già impegnata cinque anni fa prima in una lunga crociera in veliero fino al porto di Rost, e proprio questa estate con un percorso al contrario, se possibile ancora più impegnativo, per 8000 chilometri circa di strada attraverso 12 Paesi con la colonna mobile costituita da una 500 Fiat giallo/polenta appoggiata da tre camper come essenziale supporto logistico, tecnico e di rappresentanza.

In nome del bacalà 8000 chilometri di viaggio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)L'iniziativa è stata il culmine di una serie di eventi, che tra l'altro non si sono ancora conclusi, decisa dal direttivo per celebrare il 25. anniversario della fondazione della Confraternita del bacalà, nata il 1. marzo del 1987 a Sandrigo per merito dell'avvocato Michele Benetazzo con l'appoggio di un gruppo di appassionati dell'arte culinaria che lo affiancarono in quella occasione sviluppandone poi un denso programma che prosegue anche ai nostri giorni.

La strada percorsa da allora è diventata non solo lunga nel tempo ma anche importante nella qualità ed ha permesso proprio a Sandrigo di diventare la vera capitale europea del bacalà nelle varie specialità con la realizzazione tra l'altro di iniziative del calibro delle Giornate Norvegesi che si svolgono ogni anno a settembre.

Forse dal punto di vista storico l'elemento più curioso e interessante è costituito proprio dal riferimento al viaggio di Piero Querini nel 1431.

Pietro Querini era un importante mercante appartenente ad una delle famiglie della più antica nobiltà veneziana, quelle famiglie che Venezia l'avevano fondata cominciando a realizzarla con pietre e mattoni sulle isole della laguna.

Le motivazioni di Querini erano ovviamente di carattere economico mercantile e per questo era partito con un veliero proprio da Venezia diretto in Norvegia con un lunghissimo itinerario che comprendeva nella rotta l'Adriatico, il Mediterraneo Centro/Occidentale, il passaggio da Gibilterra e poi la direzione nord attraverso la Manica, il Mare del Nord e infine la Scandinavia.

Non fu però un viaggio facile: il veliero naufragò proprio vicino alle coste inglesi ma nonostante questo e nonostante le perdite (alla fine di una settantina di uomini partiti per Rost ne rimasero vivi solo una dozzina), Pietro Querini arrivò a destinazione trascinato dalle correnti sull'unica barca di salvataggio restata senza danni. Finì per arenarsi su un isolotto di fronte all'isola di Rost e lì venne salvato con i suoi compagni dai pescatori del luogo. Quell'isolotto oggi porta il nome di Sandrigo ed è stato regalato ormai una ventina di anni fa dall'autorità municipale di Rost all'avvocato Michele Benetazzo.

Querini e Serenissima, stabilendo forse il primo o comunque il più consistente ponte culturale tra Venezia e la Scandinavia hanno tracciato un'indicazione culturale precisa e a questo punto incancellabile; il tutto forma per queste ragioni quello che è il logo stesso dell'avventura decisa dalla Confraternita, cioè la sigla “Querinissima”, e stabiliscono quindi un collegamento i cui significati storici e della tradizione veneta tutta rivolta alla scoperta di nuovi interlocutori in tutto il mondo si fanno se possibile ancora più vivi e significativi.

DISEGNO_ROSSET. (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)La Confraternita, nelle due fasi del ventennale e ora dei 25 anni dalla sua fondazione, ha stabilito quindi una sovrapposizione quasi completamente fedele al percorso di Querini e si è imbarcata prima su una nave veliero che l'ha portata in tutti i porti toccati da quella prima esperienza dopo di che ha stabilito che il ritorno dovesse pure sovrapporsi all'itinerario di Querini e perciò ha affrontato la seconda fase dell'avventura impegnandosi in ottomila chilometri di strada a suon di camper e 500 simbolica (anche nel colore).

L'arrivo a Rost ha segnato il punto di svolta per passare dal mare alla terra: ad attendere la comitiva c'erano infatti tutti i rappresentanti dell'amministrazione municipale e del governo norvegese, c'erano giornalisti nonché un programma fittissimo di benvenuto che ha dato alla comitiva vicentina l'esatta sensazione di quanto fosse fondata l'idea di andare fin là a parlare di bacalà, direttamente dove la materia prima ha la sua origine e dove il legame con il Veneto è così forte che una piazza, una scuola ed un monumento sono non a caso dedicati a Pietro Querini. Come dire: conferma inequivocabile del buon esito dell'avventura in Norvegia..

Lungo viaggio, lunga ed anche emozionante avventura, decine e decine di contatti e di relazioni stabilite per approfondire un legame tra Veneto e Scandinavia che già è caratterizzato da livelli notevolissimi ma che riceve ora ulteriore impulso e naturalmente mette sul tavolo ipotesi e programmi tutti da scoprire, ma poi anche un'altra serie di incontri sempre ad alto livello in altri undici Paesi europei dalla Svezia, al Lussemburgo, all'Austria, fino al ritorno a casa.

Bisogna dire che alla vigilia delle Giornate Norvegesi di Sandrigo non c'era miglior modo per approfondire i rapporti con tutta Europa e riaffermare il grande prestigio della cucina vicentina coniugata al bacalà così come emerge anche dai risultati di questa iniziativa della Confraternita.

In Piazza ha parlato di tutto questo con quattro rappresentanti della Confraternita del bacalà: Antonio Chemello Coordinatore dei ristoratori accreditati della targa di qualità (una cinquantina in questa provincia), Otello Fabris storico e saggista del direttivo, il tesoriere Carlo Pepe, che tra l'altro ha svolto un ruolo di cuoco (sotto l'attento controllo di Chemello) e conducente di uno dei camper, ed il presidente Luciano Righi.

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