NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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In nome del bacalà 8000 chilometri di viaggio

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In nome del bacalà 8000 chilometri di viaggio

Perché la 500 gialla e come si concilia con tutto il resto del diario di bordo della spedizione in Norvegia?

GRUPPO_DX (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)LUCIANO RIGHI- Simbolo dell'Italia e anche del momento di sobrietà forzata del nostro Paese ma anche della nostra Confraternita che riesce in questa grande iniziativa rimanendo dentro costi molto contenuti: altri avrebbero speso quattro o cinque volte di più. Comunque la nostra trasparenza ci obbligherà a pubblicare tutti i costi e i conti saranno verificati dalla Regione. Oltretutto a scanso di equivoci abbiamo il grande vantaggio di avere filmato tutto per cui non c'è niente da scoprire. La nostra immagine simbolo è la litografia dei nostri confratelli Galliano Rosset e Busato della stamperia Busato; rappresenta stilizzata una imbarcazione formata dalla Torre Bissara come parte di prora, dalla Basilica Palladiana e dal bacalà che rappresenta la parte centrale e posteriore. Il tutto in una forma complessiva che richiama la sagoma delle navi vichinghe. La litografia è prodotta in numero limitato di copie e mi pare che sia una bellissima immagine. La 500 è gialla perché deve ricordare la polenta. Mi pare ovvio. La combinazione delle due cose rappresenta una sintesi ideale per capire completamente lo spirito e i risultati della spedizione. Accanto a tutto questo c'è stata la nostra distribuzione del materiale in tutta Europa per quanto ci hanno fornito anche la Regione e l'agenzia della Camera di Commercio VicenzaÈ.

ANTONIO CHEMELLO- Da Rost fino al Veneto siamo anche andati a cercare varie targhe di ristoranti, cercando quelli gestiti dagli italiani e abbiamo consegnato per la prima volta alcune targhe a coloro che hanno cominciato a cucinare il bacalà alla vicentina. Il primo dei ristoranti è a Rost, un altro a Londra dove ci sono dei vicentini di Trissino, poi a Bruxelles, a Innsbruck, in Lussemburgo e prossimamente andiamo a consegnarne un'altra a Basilea. A Bruxelles per esempio eravamo forse incerti perché non si conosceva il bacalà. Con Carlo siamo andati su, c'erano giornalisti e amministratori: esitanti all'inizio, ma poi pronti a replicare tante volte gli assaggi. Vuol dire che se cucinato come si deve questo piatto è sopraffino e deve piacere per forza. Ci vuole anche il coraggio di andare a fare certe proposte e poi sostenerle come si deve. Infine c'è da citare la rete dei ristoranti nostri con targa di qualità e la qualità viene verificata proprio dalla Confraternita molto puntualmente. Lo scambio con i norvegesi è il più corretto: noi andiamo là e facciamo assaggiare il nostro prodotto ma verifichiamo anche il loro e loro quando vengono qui vogliono assaggiare il nostro.

LUCIANO RIGHI- Teniamo presenta che a Rost sono arrivati da mezza Norvegia al punto che l'isola ha avuto problemi di sostenibilità di questo grande afflusso,. Per dire che la grande festa popolare organizzata per il nostro arrivo ha avuto uno sviluppo molto bello e importante. Pensate che hanno comprato 200 bandiere italiane, hanno dedicato a Pietro Querini una piazza, una scuola, e hanno composto un'opera lirica celebrativa del viaggio del 1431. Attraverso Querini c'è stata una vera e propria cronaca, un diario di bordo che noi abbiamo portato a Rost e loro hanno potuto leggere i riferimenti storici alla vita dei loro avi, cose che avevano perduto nella memoria collettiva e senza il nostro intervento non avrebbero mai più recuperato.

ANTONIO CHEMELLO- Non dimentichiamo che Rost ha donato anni fa l'isola di fronte al porto che si chiama appunto Isola di Sandrigo. È accaduto al tempo di Benetazzo che quella volta ha avuto una idea geniale, profetica, sia pure con l'aiuto di tanti amici ma certo anticipando tantissime cose di grandissima presa popolare: come il festival della canzone veneta prima ancora di Sanremo, il premio Basilica, il teatro in Corte, la Confraternita del bacalà, eccetera. Vero che come sostengono i thienesi loro sono partiti per primi con il bacalà, ma vero anche che Benetazzo ha sempre obiettato “forse riusciamo meglio perché siamo più bravi...

GRUPPO_SN (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)Diciamo altra due parole sui riflessi turistici di tutto questo collegarsi con questo ponte ideale?

OTELLO FABRIS- I riflessi sono importanti. Ricordo che una statistica svizzera raccontava che almeno un quinto del turismo svizzero verso l'Italia è dovuto alla gastronomia che è un motore incredibile per il turismo come poi in genere la conservazione e la difesa dei prodotti tipici locali e di tutto quanto vi è in qualche modo collegato. Se non ci fossero i protagonisti della gastronomia e gli stessi produttori dell'agricoltura il prodotto tipico andrebbe perduto. Il turismo gastronomico fa lavorare l'agricoltura. L'Italia ha il suo tesoro nel paesaggio, nel clima e naturalmente nella cultura. Il paesaggio, se campa bene, fa campare il turismo, gli alberghi, i contadini che sono manutentori e produttori nel paesaggio. La politica da oltre mezzo secolo in qua ha mandato in malora l'agricoltura e ora sta mandando in malora la cultura. Insegnavo nella scuola alberghiera e ora non lo faccio più perché i fondi vengono tagliati. Le qualifiche di enogastronomia degli istituti di oggi mancano di alcuni puntelli culturali importanti senza i quali non si può più nemmeno pensare ad approfondimenti possibili e al progredire delle iniziative.

CARLO PEPE- Abbiamo capito in Europa quanto è importante questo discorso proprio basandoci sull'accoglienza straordinaria che abbiamo avuto in tutti i Paesi in cui siamo stati; ci hanno aiutato in tutti i modi, e dovunque ci hanno accolto amministratori, stampa, responsabili del turismo, enti turistici, eccetera. In Europa ci credono eccome e hanno capito che il passaggio della Confraternita ha un significato preciso.

LUCIANO RIGHI- La Regione del resto ci ha messo la faccia direttamente con dignità e decisione. Fabris ha ragione: nel nostro piccolo abbiano tentato di correggere questa stortura del calo di attenzione per le scuole. La Confraternita ha infatti contattato e parlato con le scuole e stabilito un rapporto che presume la messa a disposizione della nostra organizzazione per approfondire il tema della nostra gastronomia, e anche per utilizzare i nostri ristoratori come maestri e promotori che insegnano a realizzare materialmente le ricette. L'idea è stata accolta molto bene dai responsabili degli istituti che ne hanno fatto il centro del programma scolastico. Ora si tratta di lavorarci sopra molto seriamente e con continuità.

 

nr. 30 anno XVII dell'8 settembre 2012

ALTO (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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